Privacy Policy
 
s1spacerHOMEspacerSTORIAspacerIL VASCELLOspacerSTAGIONE 2016/2017spacerINFO e PREZZIspacerCONTATTIspacerLINKspacerARCHIVIO STAGIONIspacerPRODUZIONI

 





21 e 22 FEBBRAIO 2013 ore 10,30
su richiesta possono essere individuate altre date per scolastiche
costo biglietto € 10,00

TSI La Fabbrica dell'Attore Presenta
DON GIOVANNI

di Molière
adattamento di Manuela Kustermann

con
Manuela Kustermann Sganarello
Fabio Sartor Don Giovanni
Emanuela Ponzano Donna Elvira
Massimo Fedele Don Luigi e il Povero
Alberto Caramel Petruccio, Gusman e Dimanche
Luna Romani Carlotta
Marta De Ioanna Lo spettro e La statua
regia Alberto Di Stasio
musiche Wolfgang Amadeus Mozart
dipinti Stefano di Stasio
movimenti scenici Gloria Pomardi
luci Valerio Geroldi
Organizzazione Enzo Toto
Ufficio stampa Cristina D'Aquanno
Organizzazione amministrativa Marco Ciuti
Foto Tommaso Le Pera

DON GIOVANNI


"Con il Don Giovanni, quasi cento anni in anticipo sulla Rivoluzione Francese e De Sade, Moliere crea un dramma in cui Natura e Ragione si scontrano come due titani, incarnandosi la prima in Sganarello, la seconda in Don Giovanni. La sensazione che un Vecchio Mondo stia lasciando il posto ad uno Nuovo ispira la lucida acerba e inflessibile critica di Don Giovanni che pur di andare fino in fondo alla sua visione non risparmia nulla della sua realtà, neanche se stesso, nonostante la generosa e creativa operosità di Sganarello che cerca in tutti i modi di rivelare al suo padrone, quasi una madre con il proprio figlio, quasi un amante con il proprio amato, la ricchezza e il bene che si celano nella Natura, come baluardo e salvezza prima della rovina."

Nota di regia
Avviene spesso che una messa in scena sia dettata dalla spinta di un desiderio che ci fa riconoscere un certo testo drammaturgico come il luogo in cui riposano cose che riguardano la nostra vita o la nostra sensibilità come attori, registi o artisti nel senso più ampio. E ciò sicuramente fa parte del nostro modo di relazionarci con il mondo. Ma nel caso del "Don Giovanni" di Moliere c'è qualcosa che comprende e supera queste istanze, che sì ha a che fare con noi, ma anche con la nostra storia. Moliere scrive il "Don Giovanni" nel 1665: merito del regista Alberto Di Stasio è di avervi visto una chiara anticipazione di ameno un secolo dell'Illuminismo e di una sua deriva che è il libertinismo sadiano . E' infatti impressionante cogliere nei monologhi del protagonista, e non solo, quei pensieri che furono caratteristici dell'epoca della Rivoluzione, ma ancor di più, della critica all'ottimismo rivoluzionario propria delle opere del Marchese De Sade. Tutto questo, però, rimarrebbe ai nostri occhi di teatranti come un fatto meramente letterario o storico, se non fosse che la nostra lettura sia stata arricchita da quella geniale analisi del Don Giovanni di Mozart fatta da Soren Kierkegaard. Egli, mettendo in evidenza come il Don Giovanni non possa essere colto nella sua verità se non musicalmente e se non come lo ha composto Mozart, ci induce ad una riflessione importante sul nostro ruolo di attori e su come il nostro dire e soprattutto il nostro agire si possano misurare con l'Eros nel suo slancio lirico. Ecco che qui per noi si apre una sfida. Ed è in questa prospettiva che si devono cogliere le ambiguità del testo e della messa in scena: la figura di Sganarello che non può non mostrare la sua natura femminile nella sua incredibile adesione al destino di Don Giovanni, ma che non può neanche totalmente dimenticare se stesso come quella parte della società che coglierà nell'utile e nella prassi la leva per il proprio riscatto; quella di Donna Elvira che nella sua esausta femminilità vive in equilibrio sulla sua follia di monaca e di amante al tempo stesso in cui le figure di Cristo e di Don Giovanni si confondono; quella di Petruccio che rimane imbrigliato nella sua popolare ma al contempo pregiudiziale visione del mondo; quella di Carlotta che nuota nell'illusione di un riscatto sociale ed umano non avendo idea della forza bestiale che governa il mondo e di cui ella stessa è figlia; quella di Don Luigi padre snaturato il cui declino sociale ed economico egli attribuisce alle colpe di un figlio degenere, ma che sono invece determinate dal potente flusso della storia che si scontra con la sua esile e volgare ipocrisia. Ecco, la sfida, come si diceva, che ci stiamo preparando ad affrontare, è pertanto quella del corpo dell'attore che, in quanto tale, non è pronto a cantare e che pur conscio di questo si getta, come per rispettare un rito, per rendere presente ed immutabile un che di passato e di perso, verso il suo limite, come l'inciampo di un umano, fin troppo umano che canta silenziosamente il proprio de profundis.

Informazioni e prenotazioni >>> Cristina D'Aquanno ufficio stampa e promozione Teatro Vascello 06 5881021 – 06 5898031- 3405319449 - fax 06 5816623
promozione@teatrovascello.it - info sul web: teatrovascello.it

SOSTIENI LA CULTURA VIENI AL TEATRO VASCELLO
Come raggiungerci: Il Teatro Vascello si trova in Via G. Carini 78 a Monteverde Vecchio a Roma sopra a Trastevere, vicino al Gianicolo. Con mezzi privati: Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello: Via Giacinto Carini, 43, Roma tel 06 5800108; Via Francesco Saverio Sprovieri, 10, Roma tel 06 58122552; Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma tel 06 5803217.
Con mezzi pubblici: autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano: da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello