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5 e 6 FEBBRAIO 2013

Teatro Franco Parenti e Sonia Bergamasco
in collaborazione con Centro Culturale Il Funaro
KARÉNINA – Prove aperte di infelicità
di Emanuele Trevi e Sonia Bergamasco
da Lev Tolstoj

Con Sonia Bergamasco

Regia di Giuseppe Bertolucci

disegno luci Cesare Accetta

abito di scena Metka Kosak

tecnico luci Domenico Ferrari

Anna prima di diventare Karénina. Karénina prima di incontrare Tolstoj. Lo spettacolo – concepito e scritto da Emanuele Trevi e Sonia Bergamasco - non è né un adattamento teatrale, né una rilettura del grande capolavoro russo. Ma un’esplorazione. Un viaggio avvincente e curioso, stimolante e sorprendente, alla scoperta di una Anna Karénina primigenia, personaggio alla ricerca del suo autore, dagli appunti iniziali alla prima pubblicazione di quest’opera, avvenuta nel 1877.

Il talento di Sonia Bergamasco, capace di farsi vero e proprio strumento narrativo, conduce il pubblico - con l’acuta e preziosa complicità di Giuseppe Bertolucci – nell’esperienza di un mistero creativo.

KARENINA

Un pianoforte, un’attrice, le note di Tchajkovskij , le parole di Tolstoj.  Emanuele Trevi e Sonia Bergamasco si sono messi a giocare attorno a questi elementi primari con la leggerezza e l’innocenza (e la sapienza) di due bambini sulla spiaggia e hanno costruito un bellissimo castello di sabbia, fragile e intenso, al quale mi sono avvicinato facendo attenzione a non rovinare quella piccola meraviglia. La marea della messa in scena è salita, le onde hanno coperto tutto, ma miracolosamente il castello è rimasto in piedi: la voce e il corpo di Sonia hanno costruito fondamenta e mura impalpabili e indistruttibili, cementate da un talento raro, verso il quale mi sento di provare prima ancora che ammirazione una sorta di stupore, venato di riconoscenza e di gratitudine, come avviene quando ricevi un dono.

Giuseppe Bertolucci

 

Karénina è un congegno sofisticatissimo: si svolge in un buio intimo, intorno e su un pianoforte a coda, e vive sulla fisicità morbida di Sonia Bergamasco. A piedi nudi, un esile abitino, si dà con leggerezza, innocenza, forte di una sapiente tecnica vocale e musicale (suona anche il piano), guidata dal regista Giuseppe Bertolucci con la delicatezza di un cerimoniale. Un gioiellino: che restituisce allo spettatore sentimenti che si ripresentano a noi intatti…

Anna Bandettini

 

 

RASSEGNA STAMPA

L'umanità di Karénina e la modernità di Tolstoj
La Repubblica Roma 5/2/2013