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28 SETTEMBRE 2012

MEDEA'S SCREAM
di Sašo e Mojtina Jurcer

regia Sašo Jurcer

con Mojtina Jurcer

produzione JURCER - Inner World Theatre Production Company - Maribor

con il supporto del  Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia e Maribor - Capitale europea della cultura 2012

Ambasciata della Repubblica di Slovenia in Roma

MEDEA'S SCREAM

Un sentimento di vendetta vibra nel corpo dell’attrice, fino a toccare il culmine della disperazione, mentre compone e ricompone sul suo tavolaccio di maga, il corpo di nudo e inerme di una bambola. Medea conosce il proprio fato.

Un grande tavolo, coperto forse di terra, o di sabbia. Molti bicchieri, alcuni vuoti, altri riempiti di liquido rosso. Il corpo, oramai fatto a pezzi di un bambolotto: membra sparse, e da un lato, rovinata, la testa. In questo inquietante scenario, l’attrice slovena Mojtina Jurcer si cala nella nera vicenda di Medea attraverso una partitura stringente di azioni fisiche e sonore. La sua è una dimostrazione di virtuosismo. Una sfida alle regole del teatro. La funambolica prova di un’interprete che rinuncia allo strumento più naturale in scena: la parola. Mentre la padronanza del gesto e l’espressività animale della sua voce rendono palpabili e concrete, davanti al pubblico, le ultime ore della donna che il mito vuole maga gelosa e madre assassina dei propri figli. In un rituale senza parole, come in un sogno maligno, la seduzione di morte e la disperazione di colei che ha scelto di incamminarsi in un viaggio senza ritorno.

Perché la storia di Medea è una delle più cupe nell’universo del mito, ma soprattutto è la più conosciuta tra le vicende antiche legate alla figura dell’altro e dello straniero. Con occhi contemporanei, noi vediamo in Medea una figura dell’alterità (è donna, è sapiente, ma soprattutto è straniera, barbara), figura-tema problema presente nei testi classici, ma ancora aperta, viva e vicina. Medea è in questo senso vicenda esemplare, perché il nostro tempo è segnato profondamente da uno dei temi fondanti della Medea mitologica, cioè dal confronto-scontro di civiltà, e in generale dal problema dell’alterità.

Appassionata, coraggiosa, maga, figlia del re della Colchide, la barbara Medea si innamora del greco Giasone che è giunto nel suo lontano paese, sul mar Nero, per impossessarsi del vello d’oro. Per Giasone Medea tradisce il padre, uccide il fratello, abbandona la patria, accetta di vivere altrove come esule e sradicata. Ma l’atto che la distingue, con la selvaggia tragicità che soltanto i Greci avrebbero saputo attribuire a una donna è quello che Euripide ha scelto di mettere al centro della sua tragedia: l’uccisione dei figli, l’atto estremo con cui Medea si vendica dell’abbandono di Giasone. Interamente costruita nella prospettiva dell’infanticidio, che costituisce per lei un punto di non-ritorno, la versione di Euripide è quella che ha attraversato i secoli giungendo fino a noi, e che si materializza ora di nuovo davanti ai nostri occhi e alle nostre orecchie, in questo suo grido.

Verso il teatro del mondo interiore

“L’interiorità è assai più interessate di ciò che si vede all’esterno” spiega il regista Sašo Jurcer, che ha fondato nel 2005 assieme a Mojtina, l’Inner World Theatre, il teatro del mondo interiore.

Attraverso una serie di spettacoli teatrali autoriali e trasponendo i confini tra performance, teatro fisico, danza contemporanea e opera moderna, rifiutano i fondamenti mimetici della tradizione occidentale teatro, e sul palco sempre più intensamente tirano giù il sipario di un mondo materiale passando dalla nozione di teatro come specchio del mondo al teatro come un gesto per il mondo - dal corpo dell'attore in scena al corpo come un mondo.

Durante il processo di ricerca di "teatro del mondo interiore" hanno sviluppato un sistema di teatro e la recitazione metodo, che - sulla base di decompressione temporale e la decomposizione spaziale - libera il corpo dell'attore dai confini fisici della esterno e - attraverso la calligrafia corporea di interiori stati mentali - si connette alla drammaturgia di manifestazioni d’umano movimento interno.

Oggi la compagnia è una formazione mobile, che realizza e modifica le proprie creazioni anche in rapporto alla diversa natura dei contatti teatrali e al dialogo con i diversi pubblici. Helsinki, Pietroburgo, Budapest, ma anche Alexandria, Yerevan e Chicago sono state altrettante occasioni in cui i due hanno messo alla prova la dinamica delle loro idee.

Lo scorso anno questo theatro carovana si fermò a Mosca dove Medea's Scream è stato programmato nel prestigioso Festival Internazionale di Mosca SOLO (in cui l'Italia rappresentavano attori Fabrizio Gifuni e Severio La Ruina e l'anno prima Sonia Bragamesco) e principale quotidiano russo IZVESTIA ha proclamato spettacolo MEDEA'S SCREAM come "una delle produzioni più importanti". Come mediterraneo co-produzione (Slovenia, Croacia, Montenegro) dopo sfondamento in Europa centrale al Festival MITTELFEST09, il successo dal pubblico greco al Festival delle nuove forme teatrali a Salonicco. Quest'anno Medea's Scream è stato selezionato per due progetti della Commissione europea Capitale europea della Cultura - Maribor 2012 e Anno del dialogo interculturale UE-CINA 2012. In novembre Medea's Scream sarà presentato all'ACTFEST (festival asiatico di teatro contemporaneo) organizzato dal SHANGHAI DRAMATIC ARTS CENTRE.

“Come un “teatro laboratorio” teatro del mondo interiore è incessante nei suoi sforzi per indirizzare la ricerca in avanti nel teatro e fissa quindi nuovi standard in modi inaspettati, per scoprire i suoi territori nascosti e sconosciuti. Contemporaneamente si tratta di un centro di ricerca teatrale nella produzione e il riorientamento del teatro di aprire nuovi orizzonti per il teatro, sperimentando con la sua tradizione, interazione tra tradizione e innovazione e di costruire un ponte tra tradizione e sperimentazione.”

Sašo Jurcer