Privacy Policy
 
s1spacerHOMEspacerSTORIAspacerIL VASCELLOspacerSTAGIONE 2016/2017spacerINFO e PREZZIspacerCONTATTIspacerLINKspacerARCHIVIO STAGIONIspacerPRODUZIONI

 





LE VIE DEI FESTIVAL 2012 XIX edizione
6-7 novembre h 21

dai festival Pays de Danses - Liège, Festival delle Colline Torinesi
Compagnia di Ballo Mòra / Socìetas Raffaello Sanzio

LA SECONDA NEANDERTHAL

coreografia, scene e costumi Claudia Castellucci
musica Scott Gibbons, ispirata al Sacre du Printemps di Igor Stravinskij
interpreti Gloria Dorliguzzo, Rob Fordeyn, Beatrice Mazzola, Eugenio Resta
produzione Francesca Melis, Cosetta Nicolini
organizzazione Valentina Bertolino, Lorenzo Mori

produzione: Riverrun - Performing Arts, Cagliari / Théâtre de la Place, Liège - Centre européen de création théâtrale et chorégraphique / Fundacja Nuova, Poznan / Hellerau - European Center for the Arts, Dresden / Festival Wiosny, Poznan / Teatr Wielki, Poznan
con il sostegno dell'Istituto Adama Mickiewicza, Polish-German Foundation, Elevenprogramm of Palucca Hochschule für Tanz e Semperoperballett

LA SECONDA NEANDERTHAL

Torna a Le vie dei Festival Claudia Castellucci dopo la fortunata esperienza della Stòa e di Homo Turbae dedicato ad Edgar Allan Poe; il suo nuovo lavoro, La Seconda Neanderthal, è ispirato a Igor Stravinskij, in una riscrittura musicale composta da Scott Gibbons su echi metronomici dell'opera originale.

La perfezione apollinea che Claudia Castellucci insegue nella sua danza, è legata a un principio metronomico della sequela musicale. Eppure il risultato è quello di una indipendenza dal tempo. I Ballerini devono continuamente riferirsi al movente delle loro posizioni e dei loro movimenti e contemporaneamente incanalarli nella sincronia musicale; devono essere disposti responsabilmente al passato piuttosto che preoccupati a preparare i gesti che devono ancora compiere. La sensazione è perciò quella di una profonda consapevolezza interiore, tanto potente quanto capace di imporre un freno a se stessa.

L’esito dinamico rivela sempre una decisione maturata e non si limita all’exploit della prestazione. Questa danza, pur avvalendosi di ballerini di formazione classica, è originale e autofondata: è l’orizzonte naturale entro cui collocare la comprensione e la metamorfosi del tempo che Claudia Castellucci ha tentato di afferrare e plasmare negli anni.

Il titolo si riferisce alla condizione umana della caverna, luogo dell’abitudine, del riparo nell’infermità, e dell’arte. C’è anche un riferimento alla riproposizione del dilemma spaziale se uscire o meno dalla caverna, alla volta di un orizzonte da superare. Il richiamo è ai creatori, ai capaci di generare, e, tra questi, ai più poveri di mezzi, ai più immediati: i danzatori.

Le Sacre du Printemps di Igor Strawinskij, una musica che Theodor Adorno giudicò come "terrificante e folle" è stata scelta come fondamento per questa danza, perché dispiega l'ambito elementare e ciclico dell'eterno sorgere e tramontare; l'ambito che si apre alla coscienza iniziale dell'umanità.

Lo spettacolo ha avuto il debutto internazionale a Liège, nell’ambito del festival Pays de Danses, e in Italia al Festival delle Colline Torinesi.

 

 

Ufficio stampa Simona Carlucci
tel. 0765. 24182 - 3355952789

Associazione Cadmo
tel. 06. 3202102 - 331.2019941