dal 4 al 9 febbraio 2014
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
IL TORMENTO E L'ESTASI DI STEVE JOBS
tratto da "The Agony and Ecstasy
of Steve Jobs"
di Mike Daisey
traduzione e adattamento di Enrico Luttmann
con Fulvio Falzarano
regia Giampiero Solari
video di Cristina Redini
luci di Paolo Giovanazzi
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Steve Jobs: un'icona del XXI secolo. Il suo ingegno ha cambiato il mondo, nessuno è rimasto escluso – nella nostra civiltà – dall'estetica e dagli agi della sua tecnologia. Di più: la sua utopia è stata determinante nell'immaginario collettivo. Basta pensare al suo celebre discorso agli allievi della Stanford University: «Siate affamati. Siate folli» esortazioni a non omologarsi, a osare che dal 2005 continuano a rimbalzare sul web.
Come accade sempre per figure tanto straordinarie, anche quella di Jobs – e ancor più della sua Apple – presenta però dei lati oscuri e Mike Daisey, coraggioso drammaturgo americano li evidenzia in un testo dinamico e acutamente critico.
Un tipo di teatro che si fa strumento di discussione viva e che ha suscitato notevoli reazioni polemiche: la Apple ha dovuto fare delle precisazioni, ma anche Daisey si è visto costretto a dare conto di alcune sue "interpretazioni artistiche" non proprio rispondenti al vero, tanto che il suo testo continua ad essere aggiornato e dettagliato. Grazie alla traduzione e all'adattamento di Enrico Luttmann e alla sensibilità di un regista attento al contemporaneo come Giampiero Solari, rimasto affascinato dal progetto Il tormento e l'estasi di Steve Jobs esordisce in Italia, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
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Al carisma di Fulvio Falzarano, il compito di farsi tramite delle riflessioni di Daisey, che intreccia la luminosa epopea di Jobs alla rivelazione del profilo inquietante e taciuto del "prezzo" pagato per quella tecnologia che ha cambiato il mondo.
Daisey è un convinto "seguace del culto di Mac": ripercorre entusiasta i traguardi di Jobs esternando – in un divertente contrappunto – le sue (e nostre) smanie per ogni nuova creazione con la "mela".
«Steve è stato bravissimo – scrive – ci ha costretto ad aver bisogno di cose che non sospettavamo nemmeno di volere»: e così vai con i coloratissimi iPod, con gli iPhone, con la libertà assicurata dall'iPad... Libertà e purezza: l'attenzione al design e la tecnologia "alla portata di tutti" di Apple ci avevano forse illuso. Dietro il successo però c'è altro. L'assemblaggio dei nostri preziosi computer avviene a Shenzen, in fabbriche dove non esistono tutela né diritti degli operai, dove piccole mani di dodicenni puliscono i vetri degli iPhone con una sostanza tossica che li condannerà a un invalidante tremore... Fabbriche dove in nome del profitto 430.000 operai sono trattati da "ingranaggio umano" e dove il problema dei suicidi dei lavoratori si è affrontato installando reti sotto i capannoni. La Apple può ignorarlo?
Daisey denuncia, non condanna: augurandosi forse che la consapevolezza collettiva faccia sì che quella mela che illumina i nostri oggetti più amati, possa un giorno non nascondere alcun marciume.
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RASSEGNA STAMPA
Steve Jobs e Mike Daisey. Il baco nella mela
TeatroeCritica 09/02/2014
Il tormento e l'estasi di Steve Jobs
SlatinAria 12/02/2014
Il tormento e l'estasi di Steve Jobs
CLOSE-UP TV 10/02/2014
Steve Jobs e l'altro lato della mela
Fourzine 07/02/2014
Il tormento e l'estasi di Steve Jobs
Parolibero 06/02/2014
Al Vascello va in scena "Steve Jobs"
romasette.it 06/02/2014
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Corriere della Sera 06/02/2014
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RecenSito 05/02/2014
Fulvio Falzarano presenta una 'geniale canaglia': Steve Jobs
Euronews.org 05/02/2014
Falsarano nel "tormento e l'estasi di Steve Jobs"
il Tempo 04/02/2014
"Il tormento e l'estasi" storia vera di Steve Jobs
Repubblica 04/02/2014
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