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16-20 OTTOBRE 2013
TSI LA FABBRICA DELL'ATTORE - STUDIO 12 diretto da Isabella Peroni
MALÌA
di Gianni Guardigli
regia Ida Bassignano
scene e costumi Claudia Calvaresi
con Stefania Felicioli e Elisabetta Piccolomini
assistente alla regia Ester Tatangelo
musiche Alberto Antinori
disegno luci Gianluca Cappelletti
ufficio stampa Valeria Buffoni
comunicazione Carla Romana Antolini
organizzazione Ester Tatangelo
Malìa come una magìa, seppure nella quotidianità ottimista della
provincia emiliana.
Una Malìa che ha molte origini, dalle più alte alle più banali: dalla
vicenda della madre di Cristo con cui la protagonista scopre progressivamente
nella propria vita coincidenze e affinità, all'appartenenza alle
ammiratrici del mitico Mal dei Primitives, star canzonettara degli anni
sessanta. E il punto d'equilibrio potrebbe essere la 'dizione cinese'
del nome della donna (Maria) da parte dell'immigrata asiatica che
spia la sua arte sartoriale fino a replicarne perfettamente il segno e la
precisione.
In realtà la 'malìa' vera è quella di una donna che non si arrende a tutti
i rovesci che le si abbattono addosso, quelli di una vita qualsiasi che
pure su di lei si accaniscono e trovano argine solo nel suo buon senso
e nella sua ironia. Certo è credulona, o ingenua, come oggi non ci si
potrebbe più permettere, Maria. Ma è quasi schiacciata, nonostante
furbizia e carattere, dal peso della storia: tutti i fatterelli che racconta,
interloquendo con Anna, un'altra figura femminile saggia e colta (forse
un alter ego agli antipodi, o forse una testimone-narratrice), sono il
frutto degli anni del nostro benessere, al boom cosidetto degli anni
'60 fino allo stallo critico di oggi, che non è solo economico e finanziario.
Tutto lascia un segno nella vita di Maria, che solo per qualche
malìa, davvero, non vuole perdere la speranza. Anche solo di una qualche
'normalità', dentro l'ovattato calore della provincia emiliana. Che
solo d'estate e nella memoria si spinge fino alla Riviera di Gabicce,
dove in una notte lontana la malìa si fece magìa, con l'incontro ravvicinato
con l'eroe di vinile, la visione della felicità e l'arrivo di un figlio.
Ma lei non si è mai scomposta, ha continuato a tagliare e cucire abiti
bellissimi, imbastendo allo stesso modo anche la sua vita modesta. In
cui ogni spettatore potrà misurare e verificare la propria.
Da questo testo scritto da Gianni Guardigli (romagnolo di Forlì) emana
forte l'odore e il sapore di una terra. Ma senza nessuna retorica
patriottarda o secessionista, quanto invece ricchezza di un umore e di
una caratterialità positivi, che può permettersi di commuovere giocando
con i modelli di illusioni e consumi facili e universali.
RASSEGNA STAMPA
Mal dei Primitives "Malìa" degli anni '60
la Repubblica 16/10/2013
La sarta che cuce i brandelli di vita
Corriere della Sera 16/10/2013
Il sale della terra, "Malìa" di provincia
trovaROMA 10/10/2013
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