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da 17 al 22 marzo

Teatro Metastasio Stabile della Toscana
HOTEL BELVEDERE

di Ödön von Horváth
traduzione Paolo Magelli

regia PAOLO MAGELLI
scene Lorenzo Banci
costumi Leo Kulaš
luci Roberto Innocenti
musiche Alexander Balanescu
dramaturg Željka Udovicic

Personaggi e interpreti:
Max Francesco Borchi
Karl Daniel Dwerryhouse
Müller Marcello Bartoli
Strasser Fabio Mascagni
Barone Emanuel von Stetten Mauro Malinverno
Baronessa Ada von Stetten Valentina Banci
Christine Elisa Cecilia Langone

Guarda la fotogallery (foto Valentina Baruffo) >>

Ödön von Horváth scrisse Hotel Belvedere nel 1923, all'età di ventidue anni.
Nella prima stesura del testo, sul manoscritto, appare più volte la dicitura poi cancellata ma che sembra riemergere sempre e con forza, Hotel Europa.
Come ben sappiamo l'Europa che l'impero austriaco gestiva fu il primo tentativo di unire popoli diversi in un sistema di monarchia associativa.
Franz Ferdinand venne ucciso a Sarajevo anche per la sua visione moderna e tollerante di questa idea politica.
Horváth era ossessionato dalla incapacità che l'aristocrazia e la borghesia intellettuale mitteleuropea mostravano nei confronti delle utopie positive.
Fu il primo a riconoscere che dietro la facciata della grandezza si nascondeva un mondo volgare, malato e esclusivamente legato al potere del denaro. Un materialismo che avrebbe portato direttamente al nazismo.
Il bambino Horváth aveva capito che dentro le cupole dorate dello Jugendstil, dietro gli ori di Klimt e dentro gli occhi dei personaggi di Schiele, c'era il vuoto e la disperazione.
Strano, ma l'Europa di oggi pare essere non andata molto lontano da quell'Europa di Horváth.
I sette personaggi che si incontrano nel polveroso Hotel Belvedere lo dimostrano in ogni atomo della loro presenza scenica.
In questo testo, infatti, si incontrano e si scontrano con indicibile violenza e humour noir tutte le classi sociali di una Europa senza amore affaccendata a salvare se stessa e a distruggere gli altri, i più deboli.
Questo testo non è soltanto un incredibile vaticinio che ci porterà agli orrori della Seconda Guerra Mondiale, ma ci lascia sconcertati perché in esso riconosciamo senza dubbio le inquietanti anomalie antiutopiche della storia che stiamo vivendo.

Paolo Magelli

 

 

RASSEGNA STAMPA

La decadenza mitteleuropea nella perdita dell'ideologia utopica
Teatro & Spettacolo 26/03/2015

nuovi critici / hotel belvedere
Repubblica.it 19/03/2015

"Hotel Belvedere" la fine della Mitteleuropa
TrovaRoma 19/03/2015

Hotel Belvedere. I presagi di von Horvát secondo Magelli
TeatroeCritica 18/03/2015

Noir mitteleuropeo con il Teatro Metastasio
la Repubblica 18/03/2015

Hotel Belvedere
Paper street 17/03/2015

"Hotel Belvedere", il vaticinio di von Horváth
Corriere della Sera 15/03/2015