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31 maggio h 18,00
NUOVO SPETTACOLO DEL "PROGETTO ULYSSES"
A projetct over the language from J. Joyce
ODYSSEUS
voci cori frammenti da una tragedia
Ideazione coordinamento regia Quinto Fabriziani
I testi dello spettacolo che segue i due precedenti, "Progetto Ulysses" e "Ulysses part two", presentati al Vascello negli anni precedenti; come terza parte o terzo viaggio sulle orme delle scritture di Joyce, si caratterizza per uno sconfinamento dalle parti del mito e della tragedia; un ritorno sui sentieri Orfici e della tragedia, scostandosi per un tratto dalle narrazioni di Ulysses, non attingendo che da un dramma moderno di noi, quello del linguaggio nel suo curvarsi al tramonto, verso una fine annunciata già nel suo sorgere, tra i cori della tragedia, nelle corde liriche dei poeti.
Trovarsi nella storia in una fuga inarrestabile dalla memoria, così una riflessione poetica sul linguaggio contemporaneo nei bagliori cinerei dell'ultimo occidente.
Lo spettacolo è un procedere dalle visioni per immagini nelle figure sugli schermi, tra le scene separate da noi nelle molte ombre del quotidiano, che hanno disfatto la nostra pietà; guardiamo senza sentire nel rumore incessante, una girandola di voci, giungono per frammenti schegge mortali che ricomponiamo del disastro e ne fuggiamo il senso.
Così le voci degli attori moltiplicate, sovrapposte nello spazio teatrale, in una infinità di suoni di oggetti della memoria spostati quotidianamente nel racconto, talora banale, dei 'senza sorprese'; costituiscono il locus solus, l'attrazione e il turbamento dello spettacolo.
Lo spettatore è immerso, precipitato, in un immaginario di visioni, scene con figure, suoni divorati dalle parole; nel senso di una tecnologia che diviene tratteggio della drammaturgia e del poema tragico.
Ogni cosa nel proprio disporsi a ritrovare e segnare le tracce, raccogliere ombre negli echi epici, tra le figure del dramma, dona allo spettacolo una singolarità, nel paesaggio disperato della drammaturgia contemporanea, che ritorna a Joyce là dove lo aveva abbandonato, nel dispositivo intratestuale che anima la sua scrittura, dove però la cesura inconciliabile, incolmabile è data dalla scrittura poetica. E ritrova l'origine del dramma dalla parola, dove Joyce la scorda per le strade polverose di Dublino, sulle sabbie contro l'oceano dove si perde ogni voce del passato ed esiste l'incessante presente nel rumore del tempo, tra la banalità delle cose.
Le tecniche della scrittura di Joyce sono qui dilatate nella scrittura visiva dell'immagine, nel segno del suono, ritrovando nella presenza flagrante del corpo dell'attore nella sua voce, un paesaggio visivo e un orizzonte sonoro unico e originale.
Una esperienza da non mancare, una ricerca e sperimentazione di un modo nuovo di presentare il teatro. Frutto di anni di lavoro con gli studenti dell'Accademia di Roma e di professionisti e attori che condividono il progetto. Gli studenti di scenografia hanno curato tutti gli apparati scenici reali e virtuali, e con altri studenti i numerosi costumi, ma la mancanza di un contributo ne ha limitato le potenzialità spettacolari; hic Rhodus hic salta, abbiamo compiuto un salto verso l'ignoto e qualcosa torna dal passato in questo progetto di quattro spettacoli e pubblicazioni varie, sul linguaggio, intitolato a Ulisse e Joyce, e su cui inarrestabilmente procediamo, con gli studenti che più di tutti sospingono avanti questa navicella a colpi di desiderio e un battito d'ali o di mani.
Prezzo 10 euro posto unico
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