Venerdì 27 marzo 2015 alle ore 19.00 LE MARATONE DI PETER documentario su Peter Stein di Giovanni Visentin
ingresso libero
e
a seguire, ore 21, Il Ritorno a casa di H. Pinter regia di Peter Stein (ingresso con biglietteria)
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
Spoleto56 Festival dei 2Mondi
IL RITORNO A CASA
di Harold Pinter
traduzione Alessandra Serra
regia Peter Stein
con (in ordine di apparizione) Paolo Graziosi, Alessandro Averone, Elia Schilton, Antonio Tintis, Andrea Nicolini, Arianna Scommegna
scenografia Ferdinand Woegerbauer
costumi Anna Maria Heinreich
luci Roberto Innocenti
assistente alla regia Carlo Bellamio
Sin da quando ho visto la prima londinese, quasi 50 anni fa, ho desiderato mettere in
scena Il ritorno a casa. È forse il lavoro più cupo di Pinter, che tratta dei profondi pericoli
insiti nelle relazioni umane e soprattutto nel rapporto precario tra i sessi. La giungla nella
quale si combatte è, naturalmente, la famiglia. I comportamenti formali, più o meno stabili,
si tramutano in aggressività fatale e violenza sessuale quando uno dei fratelli con la sua
nuova moglie ritorna dall'America. Tutte le ossessioni sessuali maschili in questa famiglia
di serpenti si proiettano sull'unica donna presente. Nelle fantasie degli uomini, e nel loro
comportamento, viene trasformata in puttana e non le rimane che la possibilità della
vendetta, assumendo quel ruolo e soddisfacendo la loro bramosia più del previsto. Come
sempre nei finali di Pinter tutto rimane aperto. L'immagine finale mostra la donna
imponente, con gli uomini frignanti e anelanti ai suoi piedi e nessuno sulla scena e
nell'uditorio saprà quello che può accadere. È un lavoro esclusivamente per attori.
L'iniziativa di questo allestimento è partita dai membri del cast de I Demoni che era
abituato ad un lavoro di stretta interazione…
…La famiglia comporta aspetti dei quali non si discute, non si può discutere, perché i
rapporti contemplano aspetti naturali ma quasi "animaleschi", dei quali è difficile anche
solo parlare…. Proprio come ci indica Pinter in questo Ritorno a casa: il malessere
reciproco dei protagonisti li fa soffrire tutti, ma nello stesso tempo è ciò che li tiene uniti,
insieme. L'elemento davvero conclusivo, l'uscita drammatica da quel groviglio, è solo in
quella vistosa abdicazione dei maschi rispetto all'unica donna. D'altra parte, anche se
pieni di caratteri insopportabili, quei personaggi sono nello stesso tempo anche
commoventi. Penso proprio che Pinter abbia preso questa caratteristica da Cechov: anche
lì i personaggi sono sempre degli illusi e velleitari, quasi patetici, ma è impossibile non
commuoversi per loro, e per i loro irrealizzabili desideri.
Peter Stein