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LE VIE DEI FESTIVAL 2014
martedì 28 ottobre ore 21.00
Teatri Uniti
in collaborazione con Ex Asilo Filangieri//la Balena Accademia Amiata Mutamenti Memini
Omaggio ad Antonio Neiwiller nel ventennale della sua scomparsa
TITANIC
The End
ideazione e regia Antonio Neiwiller
in una visione di Salvatore Cantalupo
con Amelia Longobardi, Ambra Marcozzi, Massimo Finelli, Salvatore Cantalupo, Chiara Vitiello, Sonia Totaro, Carmine Ferrara, Claudia Sacco
luci Cesare Accetta
direzione tecnica Lello Becchimanzi
A completamento del progetto dello scorso anno in omaggio ad Antonio Neiwiller a vent'anni dalla morte, Le vie dei Festival lo ricordano presentando uno dei suoi spettacoli più significativi, Titanic the End, riallestito per l' occasione dalla sua compagnia storica..
Titanic the End debuttò nell'aprile del 1984 a Napoli, al Teatro Nuovo, per la regia di Antonio Neiwiller, dopo un intenso laboratorio teatrale durato nove mesi. Antonio è stato un artista geniale, un poeta costruttore di visioni fuori dai canoni tradizionali. Ha realizzato una straordinaria e innovativa riflessione sul teatro e sull'arte in generale. Le sue idee, le sue denunce, i suoi racconti su "fine di mondi" sono ancora fortemente attuali.
Nel ventennale della sua scomparsa, Salvatore Cantalupo ha desiderato "risalire" su quella nave, emblematica rappresentazione di una società in via di disgregazione, di rivivere insieme ai suoi compagni e al pubblico quelle emozioni, quei suoni, quegli odori.
Dice Salvatore Cantalupo: "Titanic the End è stata un'esperienza che ha completamente rivoluzionato la mia vita e il mio modo di guardare all'arte, oltre ad essere stata la mia prima esperienza di teatro professionale
Oggi Neiwiller mi appare come un profeta. Trent'anni fa ci spiegava i motivi veri per cui a Beirut cadevano bombe su donne e bambini, ci raccontava come le ideologie nel tempo sarebbero cadute ad una ad una e come l'unica speranza sarebbe stata raggiungere il fondo, perché solo a quel punto ci saremmo rimboccati le maniche e avremmo ricominciato a costruire.
La mia vuole essere una visione nella visione, un dono intimo e personale e al tempo stesso un "lasciar tracce", così come mi ha insegnato lui."
Antonio Neiwiller moriva a Roma il 9 novembre 1993, a soli quarantacinque anni. Autore, artista visivo, attore e regista, napoletano di nascita e di formazione culturale cosmopolita, nel solco delle avanguardie storiche e delle esperienze teatrali dell'Est europeo. Del suo magistero creativo, sempre più scoperto e apprezzato durante gli ultimi venti anni, restano i preziosi scritti e la memoria viva di quanti lo conobbero e lavorarono con lui.
"Osceno è ciò
che mette fine a ogni specchio,
a ogni sguardo, a ogni immagine.
Osceno è ciò
che pone termine ad ogni rappresentazione.
Osceno è ciò
che non ha più segreti,
ed è completamente solubile
nell'informazione e nella comunicazione.
Così,
ora che non viviamo più
il dramma dell'alienazione, |
ma l'estasi della comunicazione,
sappiamo che tutto ciò è osceno.
[…]
Allora bisogna far vedere
che c'è qualcosa che si può pensare
e che non si può vedere
né far vedere
ma alla quale si allude."
Antonio Neiwiller 1983 |
"...E' tempo che esca dal tempo astratto
del mercato, per ricostruire il tempo umano dell'espressione necessaria.
Bisogna inventare.
Una stalla può diventare
un tempio e
restare magnificamente una stalla.
Ne' un Dio
ne' un'idea,
potranno salvarci
ma solo una relazione vitale.
Ci vuole
un altro sguardo
per dare senso a ciò
che barbaramente muore ogni giorno
omologandosi…."
A. Neiwiller, Per un teatro clandestino
dedicato a T. Kantor
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