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TEATRO VCASCELLO
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SX




15 . 16 NOVEMBRE 2014, H 21.00 - ROMAEUROPA FESTIVAL

ANAGOOR

VIRGILIO BRUCIA


Il nostro classico, il classico di tutta l'Europa, è Virgilio.

Thomas Stearns Eliot



Poesia e potere, bellezza e violenza, memoria e consenso: con "Virgilio brucia" Anagoor affronta questi temi in una prospettiva spiazzante,entrando nel laboratorio dell'intellettuale che ha cantato l'avvento della Roma imperiale.
Sulla figura di Publio Virgilio Marone infatti grava il pregiudizio di essere stato il cantore di Ottaviano Augusto che spense ogni residua speranza di ristabilire una repubblica nell'Antica Roma.
Un poeta al servizio dell'ideologia imperiale, in cui Anagoor però individua delle incrinature:
punto d'attacco tre libri proprio dell' "Eneide", quelli che Virgilio lesse ad Augusto, e dove sono narrati la violenza della distruzione di Ilio e del regno troiano, la rinuncia da parte di Enea alle sue passioni, il viaggio nell'oltretomba, cesura definitiva con il passato relegato a memoria. Così "Virgilio brucia" diventa l'occasione per squadernare quel rapporto tra arte e potere, la funzione della cultura e della memoria, la guerra imperiale, la violenza e il rapporto di Virgilio, figlio di contadini mantovani, con la natura, elemento che spesso appare, in primo piano o di sfondo, sia nelle opere del poeta latino che nelle creazioni della compagnia di Castelfranco Veneto.


"Confermando una forte maturità artistica e, in questo caso un indubbio coraggio,
il gruppo non arretra di un millimetro, e anzi affronta una sfida ancora più difficile"

Renato Palazzi, IL SOLE 24 ORE

"Ma il momento che assume e riassume come meglio non si potrebbe lo spettacolo degli Anagoor
è la vertiginosa recitazione in latino e in metrica da parte del bravissimo Marco Menegoni del II libro dell'Eneide"

Mariagrazia Gregori, L'UNITÀ

"Il nuovo lavoro dei veneti Anagoor miscela con severa e stringente armonia materiali letterari, filosofici, etnografici,
tenuti insieme da un filo drammaturgico saldo e robusto, tessuto con un'urgenza etica né estemporanea né, tantomeno, velleitaria"

Laura Bevione, HYSTRIO

"Se vogliamo parlare di teatro che si presume diverso dal solito, ovvero (genericamente) d'avanguardia, e teatro di tradizione, vorrei dire che ho da tempo imparato ad ammirare chi con coraggio propone classici ignoti e contemporanei a tutti sconosciuti; ma che tuttora, essendo «de coccio», preferisco il teatro d'avanguardia — quando è ben fatto, ben inventato, ben riuscito.
Cito esempi recenti: Anagoor, il gruppo più sorprendente degli ultimi due anni…"

Franco Cordelli, IL CORRIERE DELLA SERA



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