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dal 24 al 26 novembre 2015 ore 21,00

La TeArca Onlus

"noveEtrentatré"

Liberamente tratto dal romanzo di Cosimo Rega  "Sumino 'o Falco. Autobiografia di un ergastolano"
Soggetto di Tiziana Sensi e Demetrio Sacco
Sceneggiatura di Demetrio Sacco
Musiche di Dario Rosciglione
Con Cosimo Rega, Mariateresa Pascale e gli studenti del D.A.M.S. di ROMA TRE
Regia di Tiziana Sensi
con il Patrocinio del COMUNE di ROMA Assessorato Scuola, Sport, Politiche Giovanili e Partecipazioni
con il Patrocinio di ROMA TRE Università Degli Studi
con il Patrocinio del Dipartimento di Filosofia Comunicazione Spettacolo
con il Patrocinio dei Maestri di Strada Onlus

"Dopo che ho conosciuto il teatro sta cella me pare'na prigione"

Sui certificati di alcuni detenuti, accanto al nome, c'è una scritta: «fine pena: mai». Sono uomini e donne che si sono macchiati di crimini gravi; spesso, che hanno ucciso. La storia di Cosimo Rega è quella di un piccolo boss della camorra di Angri, in provincia di Salerno, condannato al carcere a vita per omicidio e associazione mafiosa. Dopo quarant'anni di carcere convive ancora con un ergastolo «ostativo», il più duro, che non prevede la libertà fino alla morte. Ha però un desiderio, quello di divulgare ai giovani quanto sia indispensabile raccogliere intorno a sé letteratura, teatro, cultura.
Cosimo oggi è attore e scrittore, ha fondato la prima compagnia teatrale di Rebibbia, gli mancano pochi esami alla Laurea in Lettere e Filosofia a Tor Vergata. Grazie ai fratelli Taviani, è diventato famoso interpretando il ruolo di Cassio nel film Cesare deve morire. Eppure non è questo clamore a renderlo felice. I suoi crimini hanno lasciato una scia di dolore che con fatica, con sofferenza, senza facili attenuanti è raccontata nel suo primo romanzo Sumino 'o Falco, autobiografia di un ergastolano (Robin edizioni, 2012). Con l'affetto dei familiari e il sostegno di parte delle istituzioni, attraverso il lavoro, lo studio e il teatro ha cominciato una nuova vita. Ora è un uomo con il "senso dello Stato".  Anche se vivrà per sempre in carcere, è un uomo recuperato, un uomo per bene.

Una storia simbolo quella di Cosimo Rega, che inizia proprio nel reparto Alta Sicurezza del carcere di Rebibbia di Roma. Alla sua vicenda umana Tiziana Sensi, attrice e regista impegnata anche nel teatro civile, si è ispirata per lo spettacolo noveEtrentatré.  Il titolo fa riferimento agli articoli 9 e 33 della Costituzione italiana che sostengono la libertà dell'arte e della scienza e l'impegno dello Stato a promuovere lo sviluppo della cultura, sostenendone le attività e cercando di mettere tutti in condizione di poterne godere.

Con gli studenti/attori del D.A.M.S di ROMA TRE che hanno frequentato un laboratorio teatrale intensivo, Tiziana Sensi ha pensato di mettere in scena questo spettacolo con la consapevolezza che quando i detenuti vengono trattati da cittadini, quando il carcere si fa polis, l'arte può essere il canale privilegiato per scavalcare il muro di cinta che separa i liberi dai reclusi. Perché la cultura è fattore di coesione sociale, di educazione e, in certi casi, di ri-educazione; è un ponte verso l'esterno.

L'idea di Tiziana Sensi è che questo lavoro possa essere d'esempio soprattutto a tutti i "Sumino" di oggi, ragazzi che per pochi soldi alla settimana si vendono alla cultura della malavita senza pensare alle conseguenze future.

Cosimo-Sumino, sconta l'ergastolo e dopo quarant'anni di detenzione, proprio dal carcere di Rebibbia, racconta la sua storia. Partendo dai sogni e dalle speranze della prima giovinezza, ripercorre la sua caduta nel mondo della malavita organizzata, riportando la sua drammatica esperienza all'interno del sistema criminale camorristico, un ingranaggio fatto di violenti conflitti e di mutevoli alleanze. Cosimo spiega come le dinamiche di quello spietato meccanismo possano condurre ad una strada senza uscita, facendo sfuggire di mano le redini della propria esistenza. Dopo la condanna definitiva e i duri anni passati tra un istituto e l'altro, si trova ad affrontare un'altra crudele realtà: la consapevolezza di aver perso la propria vita, la propria dignità, ogni speranza. E proprio da questa consapevolezza inizia quel percorso che lo spingerà a riscoprire se stesso, a crearsi una nuova identità, a riconquistare una nuova condizione umana e sociale che guarda, con speranza, a un futuro di "Cittadino italiano". 

Ascolta Tiziana Sensi e demetrio sacco

 

Sinossi e Note di regia
Cosa accomuna Re Claudio nell'Amleto di Shakespeare, Gennaro Jovine in Napoli milionaria di De Filippo e Cosimo Rega ergastolano di Rebibbia?

Un uomo seduto di spalle al pubblico, guarda fuori dalla finestra di una cella, sussurra delle frasi, tenta di memorizzare le battute di un monologo. Le parole sono di Re Claudio, un assassino, un assassino come lui. I suoni escono in napoletano stretto e non si capiscono. Si evince, però, un conflitto interiore intenso che vive il detenuto. Cosimo non riesce ad accettare la confessione del personaggio, perché non accetta se stesso. Qui inizia il viaggio dell'uomo che porta dentro di sé tante maschere: figlio, marito, padre, camorrista, detenuto, amico, nemico e assassino, tanti personaggi in una persona.
Il teatro gli permette di ripercorrere i ricordi di una vita che si fondono tra realtà e finzione: la personalità di suo padre si mescola, nel ricordo, con quella di Gennaro Iovine, personaggio di Napoli Milionaria che interpretò anni addietro: "…durante quella rappresentazione , recitai con l'animo inquieto, ma avvertii fino in fondo il conflitto tra il personaggio a cui davo voce e figura - onesto, pulito, saggio - e ciò che ero, un fine pena mai… Il teatro come mezzo per portare fino in fondo una resa dei conti con me stesso, e giungere finalmente alla libertà …" .
Il teatro lo accusa, lo confonde, lo salva e lo rende libero. E lui come un personaggio si muove nello spazio dei suoi ricordi in una scenografia essenziale, senza colori; la luce penetra fredda, a volte si muove con gli altri personaggi, a volte li blocca in un fermo immagine per permettersi il fluire del suo flusso di coscienza, a volte li osserva nell'agitarsi delle loro vite, a volte parla con il pubblico. "…ogni volta che entravo nel mondo incantato del teatro, che m'impadronivo di un nuovo personaggio, la magia dell'arte si impossessava di me e con mio stupore, riuscivo a sollevarmi dalla tristezza …" .
La pièce attraversa le fasi più importanti della sua vita.
Uno racconto anche sul nostro destino, sulla libertà che ci è data e a cui spesso non diamo importanza, ma che va rifondata, ogni volta, sulla base dei valori che nello spettacolo saranno posti al centro della rappresentazione; non ultime, anche sulle condizioni carcerarie dei detenuti. " … ho letto memorie di compagni, ascoltato a volte il loro pianto, so che sono sinceri: ma so anche che non hanno ragione. Cercano come me le cause, le scaturigini della nostra maledizione e quasi sempre le pongono nella condizione familiare, nel contesto sociale, nell'infanzia e adolescenza e giovinezza priva o quasi di istruzione, nell'ambiente culturale in cui sono nati e cresciuti …".

Tiziana Sensi attrice di teatro, cinema e televisione, negli ultimi anni si è dedicata attivamente alla regia teatrale e web. Pluri-premiata per la regia dello spettacolo "Condominio Occidentale", attori non vedenti portano alla luce gli invisibili del nostro tempo, andato in scena dal 2010 al 2014, ha firmato anche il soggetto della fiction La casa nel cuore ispirata a Condominio Occidentale per Rai1. Ad oggi è stata l'unica artista italiana a realizzare un'istallazione contro la violenza sulla donna nella Piazza di Montecitorio, installazione ispirata al progetto "15 22".

 

 

Gli studenti del D.A.M.S. di ROMA TRE
 "Scrivere in poche righe quello che questo laboratorio mi ha trasmesso è davvero difficile perché è stato talmente intenso che ogni secondo andrebbe riportato e spiegato …"
" Il testo su cui abbiamo lavorato è molto forte e di primo impatto sembrava impossibile approcciarlo …"
" Per la prima volta è uscita una parte di me che neanche io forse conoscevo …"
"…  si è rivelato essere molto più di un laboratorio ... "
"E' stato uno dei periodi più intensi della mia vita …"
"Fine pena mai. Quanto è difficile capire cosa contiene questa frase.  Fine delle emozioni, fine dei rapporti sociali, fine della vita, fine …"

 

 

Biglietteria:
Intero € 20,00
Ridotto over 65 € 15,00
Ridotto studenti € 12,00 e gruppi di un minimo di 10 persone, i biglietti per i gruppi devono essere ritirati un giorno prima da un capogruppo
Servizio di prenotazione € 1,00 a biglietto

Abbonamento libero a 10 spettacoli a scelta € 100,00 esclusi i Festival

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RASSEGNA STAMPA

Vivere il carcere
Oggi7 13/12/2015

Il piccolo boss e la scena dei delitti
TrovaRoma 26/11/2015

Tante maschere, un sol uomo
Metro 24/11/2015

Io, ergastolano, ho trovato la mia libertà sul palco
l'Unità 24/11/2015

L'ergastolano Sumino 'o falco: a teatro la mia vita da ex boss
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