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LE VIE DEI FESTIVAL 2015 - XXII edizione
domenica 20 settembre ore 19.00 prezzo 5 euro

RASOI
di Enzo Moscato
proiezione del film diretto da Mario Martone
interpreti Gino Curcione, Iaia Forte, Isacco Esposito, Licia Maglietta, Marco Manchisi, Vincenza Modica, Enzo Moscato, Toni Servillo, Tonino Taiuti
scene Mario Martone
costumi Metella Raboni
luci Pasquale Mari
suono Daghi Rondanini
accompagnamento al piano Manuela La Manna, Marinella Anaclerio
allestimento scenico Nando Cirelli
aiuto regia Costanza Boccardi
sipario realizzato dal Laboratorio Scen-Art, Napoli
fotografo di scena Cesare Accetta
amministrazione Anna Tramontano
ufficio stampa Sergio Marra
produzione Teatri Uniti (1993)

"I napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg o i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso – in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità. La stessa cosa fanno nel deserto i Tuareg o nella savana i Beja (o fanno anche, da secoli, gli zingari): è un rifiuto, sorto dal cuore della collettività; una negazione fatale contro cui non c'è niente da fare. Essa dà una profonda malinconia, come tutte le tragedie che si compiono lentamente; ma anche una profonda consolazione, perché questo rifiuto, questa negazione alla storia, è giusto, è sacrosanto".
Con queste parole di Pasolini, si apre il film Rasoi, trasposizione dall'omonimo spettacolo teatrale che segnò un momento assai felice nel percorso di Teatri Uniti, testimonianza di una riuscita opera collettiva, di una compiuta sintonia artistica.
Scritto da Enzo Moscato e diretto a quattro mani da Mario Martone e Toni Servillo, il film Rasoi (1993) allinea nella Napoli disperata e surreale di oggi svariati personaggi, in bilico tra realtà e sogno, figure reali e fantasmi o simboli, che gridano il loro disagio.
Scugnizzi in mutande e madonne che parlano, guappi e disperati che cantano, raccontano, inventano, dialogano con l'accompagnamento di un pianoforte da café-chantant tra un mare "blu obitorio" e melodie strane con contaminazioni tra antico e moderno. L'autore, seduto al proscenio, davanti al sipario annuncia la propria morte e così il film può avere inizio...   

 

 

 

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