Privacy Policy
TEATRO VCASCELLO
s1spacerHOMEspacerSTORIAspacerIL VASCELLOspacerSTAGIONE 2016-2017spacerINFO e PREZZIspacerCONTATTIspacerLINKspacerARCHIVIO STAGIONIspacerPRODUZIONI
 

 

 

 

 

 

 




LE VIE DEI FESTIVAL 2015 - XXII edizione
venerdì 25 settembre, ore 21.00

SCANNASURICE
di Enzo Moscato
con Imma Villa
regia Carlo Cerciello
scena Roberto Crea, suono Hubert Westkemper, musiche originali Paolo Coletta
costumi Daniela Ciancio, disegno luci Cesare Accetta, aiuto regia Aniello Mallardo

produzione Teatro Elicantropo Anonima RomanziProspet

Tempo e luogo: dopo il terremoto del 1980 a Napoli… e oltre.        

Scannasurice segnò, nel 1982, il debutto "ufficiale" di Enzo Moscato come autore e interprete. Scritto dopo il terremoto, ne porta il segno evidente, cogliendo di quel sommovimento l'effetto disgregante piuttosto che quello rigeneratore di energie.
Carlo Cerciello, regista capace come pochi di confrontarsi con i nodi della storia del nostro paese, con ciò che lega il passato al presente, sceglie di tornare alla messinscena di un testo in lingua napoletana,  "di tornare" - come dice lui stesso - "a un autore antiolografico per eccellenza come Moscato, nell'intento di allontanarmi  dalla malsana oleografia di ritorno che nuovamente appesta Napoli di retorica e luoghi comuni, in una città che ha smarrito la memoria stessa della sua vita culturale, seppellita dalla banalità e dal conformismo".
Scannasurice è una sorta di discesa agli "inferi", di un personaggio dalla identità androgina, nell'ipogeo napoletano dove abita, all'interno di una stamberga, tra gli elementi più arcani della napoletanità, in compagnia dei topi - metafora dei napoletani stessi - e dei fantasmi delle leggende metropolitane partenopee, dalla Bella 'mbriana al Munaciello, tra spazzatura e oggetti simbolo della sua condizione, alla ricerca di un'identità smarrita dentro le macerie della storia e della sua quotidianità terremotata, fisicamente e metafisicamente.
Il personaggio fa la vita, "batte". E', originariamente, un "femminiello" dei Quartieri Spagnoli di Napoli, ma i femminielli di Enzo Moscato sono creature senza identità, quasi mitologiche. Oltre l'identità sessuale, sono quasi magiche. Per questo ne è interprete un'attrice che del personaggio esalta l'ambiguità e l'eccesso. Una volta smontata la sua appariscente identità, indosserà la solitudine e la fatiscenza stessa del tugurio dove vive. Sarà cieca Cassandra, angelo scacciato dal Paradiso, sarà maga, sarà icona grottesca e disperata, ma sempre poetica.
Cerciello coniuga qui i due finali scritti da Moscato in due momenti successivi: il primo nel 1982, il secondo, su impulso di Annibale Ruccello che ne fece la regia due anni dopo. Di una morte simbolica comunque si tratta, nel segno di un pessimismo che lascia poche vie di fuga.

TEATRO ELICANTROPO
Nasce nel 1996 per iniziativa di Carlo Cerciello ed Imma Villa, una delle più intense e dotate attrici del teatro nostro, e dedica da allora le sue stagioni alla drammaturgia contemporanea italiana ed europea, valorizzando il lavoro di autori, attori, registi, scenografi, costumisti, tecnici. Importante anche la ricerca di un rapporto più diretto ed immediato con il pubblico, puntando sull'intelligenza e sulla sensibilità di coloro che non hanno ancora rinunciato alla riflessione e al sentimento.
In questi diciannove anni di attività rimane coerente alla sua vocazione per un teatro politico, di impegno civile e sociale, rivolto al contemporaneo, alle tragedie dei nostri tempi - frutto del cinismo e dell'arroganza di un potere politico ottuso e senza scrupoli -, convinto del ruolo che può esercitare il teatro per mantenere vigili le coscienze. Grazie al suo impegno, il piccolo Teatro Elicantropo di Napoli è stato definito dalla stampa nazionale ed estera: "…uno degli spazi più interessanti del panorama teatrale italiano". Il coraggio delle sue scelte artistiche è stato unanimemente riconosciuto, come pure il valore di operare nella situazione di particolare disagio di un quartiere a rischio. L'Elicantropo ha portato a Napoli, nel 1998, il Premio Nobel per la letteratura Josè Saramago per la Prima assoluta de Il Contagio, dal suo romanzo Cecità, adattamento e regia di Carlo Cerciello, spettacolo che ha entusiasmato ed emozionato le platee e la critica dei maggiori Festival di teatro italiani e internazionali.
Il Teatro Elicantropo, nella persona del suo direttore artistico, Carlo Cerciello, ha ricevuto nel 2000 una nomination al Premio Ubu per la regia di Quartett: nel 2001 il Premio Bartolucci per la ricerca, nell'ambito del Festival di Santarcangelo; nel 2002 il Premio Ubu, per l'impegno politico e sociale unito alla ricerca, espressi nel progetto coraggioso e popolare Stanza 101, ideato e diretto, ancora, da Carlo Cerciello, che nel 2008 vince anche il Premio ETI Olimpici del Teatro per Nzularchia e, nel 2009, il Premio Hystrio alla carriera. Nel 2006 gli era stato invece assegnato il Premio Annibale Ruccello.
Anche l'attività Laboratoriale Permanente rivolta ai giovani contribuisce a costruire quello spessore culturale e quel valore sociale che viene riconosciuto al lavoro del Teatro Elicantropo, tanto che nel 2007 gli viene conferito il Riconoscimento Ministeriale. Salvo poi ritirarlo misteriosamente quest'anno.

 

SOSTIENI LA CULTURA VIENI AL TEATRO VASCELLO
#Prosa #Danza #Musica #TeatroDanza #Performance #Readingletterari #Clownerie #Circo #Concerti #SpettacoliperBambini #FestivaL #Eventi #Laboratori