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27 settembre h 20.30 e 28 settembre h 22.00 | LE VIE DEI FESTIVAL

NINA
(Montreux 1976)

dedicato a Nina Simone
testo e regia Nicola Russo
con Sara Borsarelli
scene e costumi Giovanni De Francesco
luci Cristian Zucaro, video Lorenzo Lupano, grafica Liligutt Studio
produzione Monstera
in collaborazione con Le vie dei Festival e Radicondoli Festival
prima nazionale

durata 60'
numero limitato di posti, si consiglia la prenotazione

Presentato in anteprima al Radicondoli Festival, debutta a Le vie dei Festival, che lo co-produce, Nina (Montreux 1976), di Nicola Russo, uno dei giovani artisti che il festival ha scelto già da qualche anno di accompagnare nel suo percorso.
Lo spettacolo, interpretato da una straordinaria Sara Borsarelli, segue momento per momento il memorabile concerto di Nina Simone al Montreux Jazz Festival, dando voce al suo punto di vista durante la performance: tutto ciò che vede, che pensa, che dice e che canta durante i 50 minuti del concerto. La partitura scenica, davvero innovativa, fa sì che le immagini originali realizzate dal videoartista Lorenzo Lupano si intreccino al corpo e alla voce di Sara Borsarelli secondo un lavoro di missaggio in diretta.
Il monologo è un flusso di pensiero che racconta in prima persona un momento della carriera della grande cantante e pianista, ma è anche una riflessione sul teatro, sullo stare in scena, su quel nucleo di necessità che permette a un artista di raggiungere la qualità nel proprio lavoro.

 

Montreux 1976. Nina Simone di ritorno dall'Africa, dove si era ritirata abbandonando le scene, tiene un concerto al Montreux Jazz Festival. 50 minuti di performance unica.
Il concerto è ripreso in un video che segue in maniera insolita i suoi gesti, gli sguardi, i movimenti del corpo e delle mani.
Nina Simone si presenta al pubblico in uno stato di difficile interpretazione, ma portando sul palco una presenza che sembra essere trasparente. Questa straordinaria performance è fatta non tanto dalle canzoni, ma dalle pause tra un pezzo e l'altro, dalle parole improvvisate, dai brandelli di riflessioni che dice al pubblico, dai cambiamenti di umore, mai nascosti e allo stesso tempo mai esibiti, ma leggibili attraverso i suoi occhi ed il suo corpo.
Raramente abbiamo visto un'artista occupare il palcoscenico con tale autenticità, e con una qualità di trasparenza così preziosa da diventare quasi un saggio di come, a nostro avviso, bisognerebbe stare su una qualsiasi scena. Nina sembra ad una prima visione assente, distratta ma, guardando con attenzione, capiamo che invece è più presente che mai perché continuamente in contatto con i suoi pensieri e, come il pensiero salta e a volte non ha logica, così la sua presenza in scena, le sue parole e, a volte, il suo modo di cantare sembrano non seguire un percorso. In realtà assistiamo a qualcosa di unico, un'artista che si presenta in scena mettendo a nudo non tanto la sua anima, ma i suoi pensieri, trasformando un concerto di soli 50 minuti in una lezione di teatro.
Abbiamo ripercorso il concerto del 1976 attraverso un lavoro sul pensiero di Nina Simone. In scena Sara Borsarelli che, seguendo la scaletta originale del concerto, mette in scena i pensieri di Nina intrecciati con le parole pronunciate al pubblico, con le canzoni interpretate, con quello che lei vede dal suo punto di vista, con quello che percepisce durante i 50 minuti del suo spettacolo. Vorremmo portare fuori quello che di solito è dentro e, lavorando sulla sua esibizione, mettere sotto una lente ciò che normalmente non è visibile: i moti del pensiero, le riflessioni, la soggettiva di uno sguardo, spostando il fuoco dall'esteriorità di una performance a quel nucleo di necessità che permette ad un'artista di raggiungere la qualità nel proprio lavoro.
Nicola Russo

 

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