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7 novembre 2016 | Vascello in musica
MILAGRO ACUSTICO
in ROSA DEL SUD
Rosa di Sicilia. Un omaggio a Rosa Balistrieri
Debora Longini: Voce
Bob Salmieri: Ney, sax tenore
Marwan Samer: Voce, oud, krakab
Andrea Pullone: Chitarre
Maurizio Perrone: Basso elettrico
Francesco Mattera: Batteria
Gianfranco Dezi: Tromba, flicorno
Carlo Colombo: Percussioni
Eda Ozbakay: Danza, fisarmonica
OSPITI: ERODOTO PROJECT
Alessandro de Angelis: Piano elettrico
Giampaolo Scatozza: Batteria
Bob Salmieri: Sax Tenore
produzione Cultural Bridge Indie Label
Milagro Acustico celebra i suoi venti anni di attivita' con un nuovo progetto dedicato alla grande cantante siciliana Rosa Balistreri a venticinque anni dalla sua scomparsa. Lo fa reinterpretando e arrangiando alla propria maniera i brani che la cantante ha reso popolari, canzoni che assumono cosi' un sapore piu' attuale e inedito, dalle forti tinte che vanno dal Funk al Jazz al Reggae e che mettono ancora di piu' in risalto la grande modernita' del messaggio di Rosa.
Canzoni indimenticabili dedicate ai carcerati, ai disperati, agli ultimi della Terra, seguendo quel cammino gia' segnato dal poeta Ignazio Buttitta al quale Milagro Acustico ha dedicato il cd "Sangu ru Poeta" nel 2011. Interprete d'eccezione per il live e' la cantante Debora Longini, che ha saputo confrontarsi con il canto unico e sofferto di Rosa Balistreri, trovando una via personale per avvicinarsi alle sue canzoni. Originale il set strumentale che vede come sempre una vasto assortimento di strumenti della tradizione occidentale accostati a quelli della tradizione mediterranea come Ney, Oud, Krakab, etc.
Rosa del Sud e' anche il titolo del CD uscito nel 2015, il decimo della loro produzione artistica. In questa occasione, Milagro Acustico proporra' alcuni brani del proprio repertorio recente, grazie alla presenza del cantante tunisino Marwan Samer
Ospiti della serata: "Erodoto Project" - Il Jazz è la trama nella quale si intreccia un ordito fatto di Miti del Mediterraneo, di Medioriente e di Sicilia. Il repertorio è composto da brani originali dei tre musicisti, e da canzoni della tradizione popolare mediterranea, rivisitati in chiave jazz, che hanno come tema il viaggio e il migrare; brani come "Amara terra mia" reso celebre da Domenico Modugno che acquistano così un nuovo colore, rendendoli ancora più attuali, trovando nuovi protagonisti nei migranti che attraversano il Mediterraneo nel nostro tempo, testimoni della infinita epopea del migrare.
Rosa Balistreri nacque a Licata nel 1927 da una famiglia molto povera: il padre era un falegname geloso, violento, amante del gioco e del vino; la madre era una donna buona e semplice; aveva due sorelle e un fratello invalido. Aiutava il padre, faceva la domestica nelle case dei benestanti, lavorava al mercato per la conservazione del pesce o spigolava i campi di grano. Cantava per sfogare la rabbia. Il timbro forte ed originale della voce le consentì in seguito di interpretare le canzoni popolari siciliane con un tono fortemente drammatico esprimendo il senso di povertà e orgoglio della sua terra. Si sposò con Iachinuzzu. Fu un matrimonio combinato e dopo che il marito sciupò il corredo della figlia giocando, ella tentò di ucciderlo e andò a costituirsi dai carabinieri. Fu arrestata ma fu rimessa in libertà con la condizionale, non avendo altri carichi giudiziari. Dopo questa vicenda, per mantenere la figlia andò a lavorare in vetreria, raccoglieva lumache, fichi, verdure, salava le sarde al mercato. Infine andò a lavorare in una famiglia benestante dove fu messa incinta dal figlio di questa famiglia. Illusa da costui su una vita che avrebbero trascorso lontano da tutto e tutti, prese degli oggetti dalla casa per pagarsi la fuga in due, ma fu poi denunciata e arrestata per altri sei mesi. Uscita dal carcere, visse per strada. Il figlio nacque morto. Il conte Testa le diede lavoro come custode/sagrestana nella chiesa degli Agonizzanti dove visse nel sottoscala con il fratello. Purtroppo ricevette le molestie del nuovo prete e, con i soldi delle elemosine, partì con il fratello per Firenze. Questo fu il periodo in cui ebbe grandi gioie e grandi dolori. Lavorò come domestica, il fratello poté aprire una bottega da calzolaio, richiamò a sé le sorelle: una rimase a Licata, l'altra dopo un ennesimo litigio con il marito prese i figli e raggiunse Rosa. Purtroppo il marito la inseguì e trovatala la uccise. Il padre per il dispiacere si impiccò. Rosa visse per 12 anni con il pittore Manfredi che la presentò ad artisti quali Mario De Micheli, Ignazio Buttitta, Dario Fo. Per circa un ventennio visse a Firenze per poi trasferirsi, nel 1971, nella sua adorata Palermo. Lasciata da Manfredi per una modella, per mantenere sé e la figlia che nel frattempo per amore aveva lasciato il collegio e aspettava un figlio, cantò per le feste dell'Unità, recitò nel Teatro Stabile di Catania. Nel 1974 partecipò, assieme ad altri esponenti del folk, ad un'edizione di Canzonissima.
Morì nell'ospedale palermitano Villa Sofia nel 1990, assieme all'immagine ed al canto di una Sicilia che non conosceva rassegnazione, per ictus cerebrale durante una tournée in Calabria.
Associazione Culturale Milagro Acustico
RASSEGNA STAMPA
Rosa Balistreri, voce degli ultimi
Corriere della Sera 7/11/2016
Rosa del sud tra etno e jazz
TrovaRoma 3/11/2016
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