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29 e 30 maggio
ARSMOVENDI
DEEP WHITE
il colore bianco di un amore
Coreografia e regia di Andrea Cagnetti
interpreti Alessandra Gattei e Andrea Cagnetti
adattamento a cura di Attilio di Giovanni
testo di Sergio Gilles Lacavalla
voci recitanti di Luisa Mariani e Luca Dresda



L’atmosfera rarefatta creata dalle musiche di Alva Noto e di R. Sakamoto è un manto sonoro che avvolge gli interpreti. Ci immerge in una storia di coppia dentro un paesaggio sospeso, e ci suggerisce un colore: il bianco. Forse quello del ricordo di una coltre di neve che sommerge ogni cosa e azzera tutti i sensi; o il bianco di un vuoto da riempire dove possono nascere tutti i colori possibili; oppure quello di una pagina da scrivere.
“Deep white”, la nuova creazione del coreografo romano Andrea Cagnetti, nasce da queste suggestioni e scrive sulla scena la genesi di un rapporto d’amore. Quotidiano e assoluto. Fragile e forte. Di silenzi e di parole (con un testo finale recitato). Di ricordi e di bugie. Di odori. Dove le emozioni nascono dal confronto e dall’incontro del femminile col maschile, tanto nella relazione di coppia quanto nel singolo individuo. E’ lento, dapprima, l’avanzare di lei verso lui, guardinga verso l’amato. Si osservano a distanza. Poi una corsa all’indietro, scrutando le traiettorie per incontrarsi. Una rincorsa ed ecco un salto sulle spalle dell’uomo. Attimi di sospensione. Di contatto. Inizia così, introducendo i caratteri generali della coreografia, il nuovo spettacolo di Cagnetti, un percorso di forti emozioni che lo vedono anche protagonista assieme ad Alessandra Gattei, intensa nel suo gesto guizzante e naturale. I due danzatori esprimono il dramma e la gioia dei corpi, corpi ora spericolati ora quieti, in continuo equilibrio attraverso un sbilanciamento di pesi e un lavoro di contact che evidenzia una qualità del movimento. Sono due corpi distinti, due anime che cercano la fusione all’interno di uno spazio neutro, luogo interiore dove cercare anzitutto se stessi.



La coreografia, pur strutturata, punta alla naturalezza del movimento per trasmetterci la verità di una relazione dove è riassunta tutta la leggerezza e la complessità del rapporto tra un uomo e una donna. Cagnetti sembra aver scavato interiormente nei due differenti emisferi cerebrali per far scaturire il senso di ogni gesto, carico di chiusure e di aperture, per dirci in danza la difficile ricerca dei punti in comune, il sofferto superamento delle differenze per accogliere l’unicità dell’altro. In “Deep white” il gesto, denso di dettagli e di sfumature che rimandano ai sentimenti, acquista una sua necessità, che nasce dal bisogno tra i due di conoscersi, di allontanarsi e riavvicinarsi; di unirsi e di dividersi, per maturare quel loro amore che si ripete come il vivere quotidiano e vuole, invece, uscire dalla monotonia del succedersi dei giorni. I due si cercano nel conflitto delle linee diagonali e orizzontali dello spazio scenico, con salti, affanni e abbracci. Si rincorrono, si strapazzano, si avvinghiano con prese ardite nell’aria o nell’urto improvviso. Si respingono con un piede o con una mano. Tra angherie e dolcezze, strappando pagine di illudente serenità confusa nei loro cuori senza pace, sostano immobili dopo la fatica, l’uno distante dall’altra. Rimasto solo l’uomo rotola per terra, incapace di staccarsi dal suolo, di rialzarsi. Sembra cercare aiuto. Lei rimane insensibile. A questo punto, nell’astrattezza di segni del linguaggio coreografico dalle molteplici varianti,
Cagnetti introduce degli oggetti per marcare due mondi incomunicabili: una fila di libri disposti per terra con cui la donna segna una zona di confine da non oltrepassare, e le pagine di un giornale dove l’uomo si rifugia indifferente alle proteste della donna. Fra accelerazioni emotive e stasi sempre dinamiche, con in mezzo sequenze di grande respiro che allentano la tensione; dopo l’esplodere dei sensi e dell’attrazione fortemente fisica, si arriva al finale giocoso, ebbri di felicità, di sorrisi, nel quale gli amanti si scambiano una camicia e un pantalone. Color bianco. Per dirci infine che è ancora possibile amarsi, dimenticando ogni cosa e, nello stesso tempo, ricordando tutto. Semplicemente.


29 e il 30 maggio ore 21 – prezzi 10,00 euro danza contemporanea