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27 MARZO - ore 11,00 SALA GIANCARLO NANNI


Francis Poulenc

STORIA DI BABAR

le petit éléphant
testo di Jean Brunhoff
per voce recitante, pianoforte e controfagotto

LE BESTIAIRE
ou le cortége d'Orphée
su testi di G. Apollinaire
per voce recitante, fagotto e pianoforte


Francesco Siciliano voce recitante
Fabio Morbidelli fagotto e controfagotto
Enrica Ruggiero pianoforte

I solisti del Teatro dell'Opera

concerto aperitivo

Il concerto, che sarà introdotto da una breve presentazione, è organizzato in collaborazione con AGIS Lazio, il prezzo dei biglietti è di 10 euro.

 

Francis Poulenc (Parigi 1899-1963) iniziò a concepire l'Histoire de Babar nel 1940, quasi per caso, a causa delle rimostranze di una nipotina annoiata dal brano che il compositore stava suonando al pianoforte. La bimba, in segno di protesta, aveva poggiato sul leggio del pianoforte il suo album della favola dell'elefantino Babar e aveva preteso che lo zio lo suonasse. Poulenc allora cominciò divertito ad improvvisare accordi e melodie che fingeva di leggere sull'album. Quello che ne venne fuori è uno dei lavori più divertenti del compositore francese, nato dall'idea di comporre una serie di pezzi da organizzare in un ciclo. Originariamente composta per voce e pianoforte, l'Histoire fu orchestrata nel 1962, poco prima della morte del compositore, da Jean Françaix e in questa forma ebbe un grande successo. La musica di Poulenc segue con ironia le peripezie di un elefantino che, ad un certo punto della sua vita, si ritrova a vivere in mezzo agli uomini, dopo che un perfido cacciatore aveva ucciso la sua mamma. In città, Babar incontra una vecchia e ricchissima signora che ama gli elefantini; gli regala dei bei vestiti e lo porta a vivere in casa sua. Babar va a spasso in auto e potrebbe essere felice se solo non gli mancassero tanto i giochi nella foresta. Sono passati due anni dalla morte della mamma ed un giorno Babar incontra due elefantini tutti nudi, nei quali riconosce i suoi cuginetti. L'elefantino, allora, decide di tornare nella foresta con loro e promette alla vecchia benefattrice di tornare a trovarla. Il giorno stesso, il re degli elefanti muore avvelenato da un fungo. Dopo la sepoltura gli elefanti anziani si radunano per scegliere il nuovo re. Proprio in quel momento Babar arriva a bordo della sua auto. Allora Cornelius, l'elefante più vecchio, propone di incoronare Babar, perché ha imparato molte cose frequentando gli uomini. Tutti sono d'accordo. Il re ha già la sua regina: Babar, infatti, durante il viaggio si è fidanzato con Celeste. Babar chiede agli uccelli di andare ad invitare tutti gli animali alle sue nozze. Dopo il matrimonio e l'incoronazione tutti ballano festosi. Gli uccelli si mescolano all'orchestra. La festa è finita. È scesa la notte. Sono spuntate le stelle. Il re Babar e la regina Celeste felici sognano la loro felicità. Ora tutto dorme. Gli invitati sono tornati a casa tutti contentissimi, ma stanchi per aver ballato troppo. A lungo ricorderanno questo grande ballo.
Uno dei poeti più musicati da Poulenc, e non solo da lui, è Guillaume Apollinaire. La sua prima opera, Les mammelles de Tirésias, è basata su un grottesco testo dell'autore surrealista. Nel segno del surrealismo è anche Le Bestiaire ou Le cortège d'Orphée (1920), di poco successivo all'opera. Sei brevissime composizioni dedicate ad altrettanti animali (Le Dromadaire, La Chèvre du Tibet, La Sauterelle, La Dauphin, L'Ecrevisse, La Carpe), musicate da Poulenc con maggiore ironia di quanta ne avesse messa, forse, il poeta stesso.
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Francesco Siciliano
Nato a Roma nel 1968, è un attore italiano, figlio dello scrittore Enzo Siciliano. Tra i suoi lavori al cinema ricordiamo Naja, regia di Angelo Longoni, e La cena, regia di Ettore Scola, per cui ha ricevuto il Nastro d'Argento. Filmografia: Marcellino (1991), regia di Luigi Comencini; Caldo soffocante (1991), regia di Giovanna Gagliardo; Io ballo da sola (1994), regia di Bernardo Bertolucci; Pasolini, un delitto italiano (1995), regia di Marco Tullio Giordana; Naja (1997), regia di Angelo Longoni; La cena (1998), regia di Ettore Scola; Altromondo (2008), sceneggiatura e regia di Fabio Massimo Lozzi. Televisione: Abraham (1994), regia di Joseph Sergent; Il barone (1995), regia di Alessandro Fracassi, Richard T. Effron ed Enrico Maria Salerno Code Name: Wolverine (1996), regia di David Jackson; Il figlio di Sandokan (1998), regia di Sergio Sollima; Le madri (1999), regia di Angelo Longoni; Sospetti (2000), regia di Luigi Perelli; Distretto di Polizia (2000), regia di Renato De Maria - 1 episodio; La Piovra 10 (2001), regia di Luigi Perelli; Incantesimo 5 (2002), regia di Alessandro Cane e Leandro Castellani; Marcinelle (2003), regia di Andrea e Antonio Frazzi; Soldati di pace (2003), regia di Claudio Bonivento; Don Matteo 4 (2004), regia di Andrea Barzini e Giulio Base - Episodio: La valigia; Amanti e segreti (2004), regia di Gianni Lepre; Part Time (2004), regia di Angelo Longoni; Gente di mare 2 (2007), regia di Giorgio Serafini e Andrea Costantini; Caravaggio (2007), regia di Angelo Longoni; Crimini: Disegno di sangue (2007), regia di Gianfranco Cabiddu; Crimini: Mork e Mindy (2009), regia di Stefano Sollima. Cortometraggi: Aspettando il treno (2003), sceneggiatura e regia di Catherine McGilvray - Co-sceneggiatore ed interprete.

Fabio Morbidelli.
Ha studiato al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma dove si è diplomato in Fagotto nel 1987 sotto la guida del Maestro A. Poleggi e in Musica da Camera nel 1994 sotto la giuda del Maestro L. Cerroni, ha seguito importanti corsi di perfezionamento strumentale e qualificazione orchestrale. Ha conseguito il Diploma Superiore in Discipline Musicali (Laurea Specialistica) presso il Conservatorio di Roma nell'Anno Accademico 2005/06. Ha collaborato come fagottista e controfagottista con numerose orchestre quali: Rai di Roma, "Toscanini" di Parma, "Haydn" di Bolzano, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Orchestra della Toscana, Orchestra Regionale del Lazio, Orchestra Filarmonica Marchigiana, "International Chamber Ensemble" e altre. Dal 1992 ricopre il posto di Controfagotto nell'Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma. Svolge attività concertistica in Italia e all'estero in numerose formazioni cameristiche sia come fagottista che come controfagottista.

Enrica Ruggiero
Ha studiato sotto la guida del maestro Michele Campanella, con il quale ha conseguito il diploma di Alto Perfezionamento con merito all'Accademia Musicale Chigiana di Siena e ha frequentato i corsi di alto perfezionamento della Scuola di Pianoforte di Ravello. Ha conseguito il diploma di perfezionamento in Musica da Camera all'Accademia Nazionale di S. Cecilia, con il maestro Ayo, e ha seguito i maestri del Trio di Trieste all'Accademia Chigiana di Siena (Diploma di Merito) e alla Scuola Internazionale di Duino. Ha inoltre conseguito il Diploma di Laurea in discipline musicali (Musica da Camera ) al Conservatorio Nazionale di S. Cecilia . Nel 2002 ha vinto il secondo premio (primo non assegnato) al concorso di musica da camera "Sandro Fuga" di Torino, nel 2003 il primo premio al concorso Rospigliosi di Pistoia, nel 2007 il primo premio assoluto al concorso A.c.a.m. di Crotone. Da molti anni ha vasta esperienza di pianista accompagnatore per cantanti d'opera e di liederistica. Dal 2004 lavora al Teatro dell'Opera di Roma come Maestro collaboratore di sala.


da LE BESTIAIRE
di Guillaume Apollinaire


I. Le Dromadaire
Avec ses quatre dromadaires
Don Pedro d’Alfaroubeira
Courut le monde et l’admira.
Il fit ce que je voudrais faire
Si j’avais quatre dromadaires.

II. La Chèvre du Tibet
Les poils de cette chèvre et même
Ceux d’or pour qui prit tant de peine
Jason, ne valent rien au prix
Des cheveux dont je suis épris.

III. La Sauterelle
Voici la fine sauterelle,
La nourriture de saint Jean.
Puissent mes vers être comme elle,

IV. Le Dauphin
Dauphins, vous jouez dans la mer,
Mais le flot est toujours amer.
Parfois, ma joie éclate-t-elle ?
La vie est encore cruelle.

V. L’Écrevisse
Incertitude, ô mes délices
Vous et moi nous nous en allons
Comme s’en vont les écrevisses,
À reculons, à reculons.

VI. La Carpe
Dans vos viviers, dans vos étangs,
Carpes, que vous vivez longtemps!
Est-ce que la mort vous oublie,
Poissons de la mélancolie.