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dall'8 al 13 FEBBRAIO - SALA STUDIO
compagnia Andrea Dugoni
CABABRECHT
Con la collaborazione del Corso di Laurea Dams Teatro dell’Università Roma Tre
PERSONAGGI E INTERPRETI
Franz, Andrea Dugoni
Lìlì, Monica Fiorentini
Rocco-Evaristo, Roberto Cardone
Nunzia cheannunzia, Nunzia Mita
AnanaBelalpiano, Lidia Dottore
Ideazione e regia Andrea Dugoni
Aiuto regia Monica Fiorentini
Musiche a cura di Francesco Tattara
Scenografia e Costumi Francesca Linchi
Movimenti Coreografici Francesca Vista
I grandi poeti e i grandi drammaturghi sono come miniere le cui vene aurifere, apparentemente in via d’esaurimento, tornano improvvisamente a mostrare nuove pieghe ricche di prezioso minerale. E’ il caso di B.Brecht. Alla sua vita e alle sue opere mi sono liberamente ispirato, così come anche ad altri protagonisti di quello straordinario periodo così ricco di fermenti culturali quale fu la Repubblica di Weimar e ad uno dei suoi fenomeni sociali e spettacolari più eminenti: il Kabarett.
Berlino e Monaco, Brecht e Valentin. Entrambi bavaresi di nascita l’uno intellettuale, politico, schierato, granitico si potrebbe dire; l’altro un dinoccolato e funanbolico sperimentatore del linguaggio nelle più disparate situazioni quotidiane, un’instancabile artigiano del palcoscenico. Pure c’è qualcosa di Valentin nel Brecht dei ‘Dialoghi di profughi’ e c’è qualcosa di Brecht nel tardo Valentin, quello più amaro e provato dalla guerra, nel ‘Padre e figlio discutono della guerra’. Si stimavano molto e si frequentavano, questo è noto.
Forse era questa la bellezza del Kabarett di allora: lo spettacolo comico apprezzato dal pubblico più vasto insieme alla scrittura drammaturgica e poetica più ricercata e alta del teatro d’autore. L’osservazione di questi due diversi livelli mi ha fatto ricordare il lavoro di tante vecchie compagnie capocomicali e di impianto familiare che hanno fatto la storia di tanto spettacolo italiano del passato il cui ambito era spesso l’avanspettacolo e la rivista. La necessità di campare la vita era il loro primo obiettivo, l’andamento a volte un po’ sgangherato dei loro spettacoli era un fenomeno ricorrente ma largamente tollerato da un pubblico che li ripagava con una moneta poco gradita: lo sfottò e un feroce sarcasmo. Pure, anche quella forma di spettacolo a volte era in grado di far scaturire da sé, con un sussultò di energia vitale, quella linfa che sempre scorre nelle vene del Teatro, provocando in quello stesso pubblico che li aveva poco prima derisi, momenti di profonda commozione e levità. Un’ inaspettata compresenza dell’alto del linguaggio poetico, nel basso dello spettacolo d’intrattenimento.
Questa descrizione potrebbe corrispondere alla storia di Franz, il capocomico della nostra compagnia di spettacolo viaggiante; di Lilì detta anche Lì per lì, moglie-madre-amministratrice-rattoppacostumi ed ex sexy-showgirl; di Nunziacheannunzia erede di tanta madre e di Rocco-Evaristo, il figlio maschio, che non vuole fare il commediante e rifiuta la sua condizione di nuovo povero, perché ha nostalgia della ricchezza e della posizione sociale del nonno paterno, il cui nome era Evaristo appunto, industriale della Brianza, dalla cui tutela era fuggito tanto tempo prima Franz, in cerca del suo destino, dopo aver opportunamente prosciugato le casse familiari in nome dell’arte. Li incontriamo durante uno spettacolo dentro il quale Franz, che è un grande ammiratore del teatro tedesco e di Brecht, ha mescolato pezzi di vario genere, alcuni buffi e leggeri e altri seri o ironici. L’obiettivo è non dare nell’occhio alla censura. Dissimulate gente, dissimulate… e buon divertimento siori.
Andrea Dugoni
ORARIO REPLICHE dal martedì al sabato ore 21.30, domenica ore 17.30
Posto unico 10 euro
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