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Sonorità terrigne dei dialetti per tradurre le metafore di ogni ambiente domestico

Dal 21 al 26 gennaio 2003
TEATRO VASCELLO



KRYPTON

IL GUARDIANO

di Harold Pinter

traduzione Alessandra Serra

con Giancarlo Cauteruccio, Fulvio Cauteruccio, Giuseppe Savio

costumi Mania Brundu

colonna sonora a cura di Fulvio Cauteruccio

regia, scene, luci Giancarlo Cauteruccio

Su uno schermo scorrono immagini di massi in movimento, di una terra che si disgrega. Giancarlo Cauteruccio sintetizza in questa visione l'inesorabile disgregarsi della parola e della vita dei personaggi in lotta nel Guardiano di Pinter.
Una stanza-scatola, non identificabile, metafora di ogni ambiente domestico, è l'angusto territorio per il dominio del quale tre uomini si scontrano: Mick ed Aston, due fratelli, e un vecchio barbone, Davies. La chiave di questa riscrittura scenica è la lingua, che esplicita caratteri e fa esplodere conflitti. » verbosa e ridondante quella di Davies, tutta giocata sulle sonorità terrigne del calabrese; scarna, tagliente e atona quella del fratello più anziano, Aston; sovraccarica e violenta, che risuona di cadenze lombarde, quella del giovane Mick.
Dopo il lungo e fortunato lavoro su Beckett, con questo spettacolo Cauteruccio apre un nuovo capitolo della sua indagine nella drammaturgia contemporanea.