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Teatri di Vita presenta

ORGIA
di Pier Paolo Pasolini

regia di Andrea Adriatico

con
FRANCESCA BALLICO La Donna
MAURIZIO PATELLA L'Uomo
ROSSELLA DASSU La Ragazza

cura e assistenza Daniela Cotti, Fabrizio Montanari
luce e scena Andrea Cinelli
suono Enrico Medri
organizzazione Monica Nicoli
costumi Romeo Gigli, La Perla
sarta Pia Pancotti
promozione Emilio Ricciardi
fotografia Raffaella Cavalieri
con la collaborazione di Felcaro Sedie, Eminflex
produzione Teatri di Vita


ATTENZIONE: posti limitati. Spettacolo consigliato a un pubblico adulto

Un'orgia di parole, passioni, ricordi travolge un Uomo e una Donna, in un sacrificio rituale fatto di sesso e violenza. E' Orgia di Pasolini, che il regista Andrea Adriatico mette in scena a pochi giorni dall'anniversario della morte di Pasolini avvenuta tra l'1 e il 2 novembre 1975. LÕopera di Pasolini, così dura e poetica, è interpretata da Francesca Ballico, Maurizio Patella e Rossella Dassu, che fanno rivivere questo atto d'accusa verso l'alienazione moderna in un allestimento estremo e oltraggioso, dove sesso e violenza si fondono in un trionfo del sadomasochismo.
Fra tutte le opere teatrali di Pasolini, anzi fra tutte le sue opere, Orgia è forse quella più "astratta" e forse la più emozionante e poetica, che il suo stesso autore portò in scena nel 1968 a Torino per l'interpretazione di Laura Betti, scomparsa pochi mesi fa.
I protagonisti sono un Uomo e una Donna che si torturano a vicenda come in un sacrificio rituale fatto di sesso e violenza, iniziato in un giorno di Pasqua. Tragedia del sadomasochismo ma anche denuncia dello sradicamento di una società lanciata verso un abbagliante e infido progresso; e sono proprio quelle radici di "un passato felice che ha prodotto persone infelici" a portare verso la fine i due protagonisti, schiacciati dalla memoria di un tempo perduto e sincero. Fino a una conclusione che conduce inesorabilmente verso una prevedibile sconfitta, che però assume genialmente i caratteri di una rivoluzione. La rivoluzione della Diversità, che per Pasolini è l'ultima possibilità per resistere, inutilmente, all'omologazione, alla nuova barbarie che avanza: il mito borghese del consumo, la rimozione di un passato che è impossibile rimuovere.

Dopo aver dedicato a Pasolini numerosi spettacoli ed eventi agli inizi degli anni novanta, Andrea Adriatico affronta per la prima volta una tragedia pasoliniana, dopo aver attraversato autori come Koltès e Copi, Testori e Mishima, e dopo aver debuttato nel cinema come regista del fortunato Il vento, di sera.
La sua Orgia è condotta su un equilibrio della recitazione tra attenzione alla poesia e al senso delle parole di Pasolini e una fisicità estrema che viene sottolineata dalla vicinanza imposta agli spettatori. Lo spettacolo si trasforma così in una vera e propria esperienza di intenso contatto ravvicinato con la poesia di Pasolini e con la sua disperata denuncia di una società incapace di comprendere il proprio passato e quindi il proprio futuro.