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Home > Cartellone > I sognatori Nel corso di un secolo perduto nacquero cinque uomini eroici: gli ultimi sognatori Dal 9 all'11 giugno 2003 I SOGNATORI liberamente tratto dall'opera poetica di Vladimir Majakovskij, Boris Pasternak, Sergeij Esenin, Marina Cvetaeva, Rainer Maria Rilke, Osip Mandel'stam drammaturgia Daniele Salvo e Melania Giglio con Antonio Piovanelli Vladimir Majakovskij, Bruno Pagni Uomo nero - Sig.Kazarnovskij, Sig.Christoforovic, Gianluigi Fogacci Sergej Esenin, Giacinto Palmarini Boris Pasternak, Melania Giglio Marina Cvetaeva - La madre - Anna Achmatova, Federica Bern Nadezda Mandel'stam - Olga Majakovskij, Gian Domenico Musu Osip Mandel'stam scene e costumi Barbara Tomada luci Gianni Raggi musiche originali e sonorizzazione Marco Podda regia Daniele Salvo Grandi pareti spoglie per introdurre unatmosfera mutevole e visionaria nella quale linstabilità emozionale tipica del sogno si riempie di oggetti e segni di attività passate: è un viaggio affascinante e suadente quello che I Sognatori, non ci sarà nessuno a casa vivono, come in una stanza della memoria. Un teatrino meccanico animato solo da personaggi evocati: sono gli ultimi, guardiani di un giardino dellanima popolato da presenze singolari che si manifestano, simili a strani angeli folli e malati. Allora è lo spettatore ad essere attirato nel vortice dei versi creati dai poeti russi, e non solo, del Novecento: le ombre incombenti di Vladimir Majakovskij, Boris Pasternak, Sergeij Esenin, Marina Cvetaeva, Rainer Maria Rilke, si allungano per creare una partitura drammaturgica complessa ed emozionante nella quale lo spettatore possa non solo sprofondare ma scoprire il mondo nelle vite dei poeti. Come in unarmonia sonora, i significati delle opere e delle lettere, attraversando quelle specifiche pulsioni artistiche, sfidano ogni possibile realtà, ogni vigliaccheria, ogni forma di tradimento per comunicare con gli altri uomini. Un caleidoscopio di simboli e incontri in un percorso sulla vocalità che il regista Daniele Salvo, coadiuvato da Melania Giglio ed un gruppo di attori guidati da Antonio Piovanelli, dedica a Carmelo Bene proprio nel momento in cui il suono diventa meditazione. Attraverso le paure di un vecchio, gli incubi notturni di un bambino, le notti damore di una ragazza, si costruiscono le identità mancanti ad un tempo sospeso e asincrono, dilatato e contratto, in uno spazio simile ad un luogo kantoriano della memoria, abitato dagli ultimi uomini ancora capaci di vagheggiare di poesia. |
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