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18 ottobre -6 novembre

Benvenuti srl
COME DUE GOCCE D'ACQUA
scritto e diretto da Alessandro Benvenuti
collaborazione drammaturgica di Ugo Chiti, Musiche originali PATRIZIO FARISELLI
con ALESSANDRO BENVENUTI, GIANNI PELLEGRINO

Un macchinista ed un elettricista teatrale si trovano per la prima volta a lavorare assieme sul palcoscenico di un teatro. I due devono montare la scena e le luci di una edizione polacca di "Aspettando Godot". Mario, il capo macchinista alle cui dipendenze essi lavorano, si è dovuto assentare..... Cosicché ora i due devono finire il lavoro da soli. Il macchinista è un calabrese ciarliere e beone; "l'elettrico" è un toscano chiuso e taciturno. Due tipi insomma mentalmente e fisicamente diversissimi tra loro. Eppure l'estroverso calabrese sostiene che in fondo sono due tipi simili..... e il toscano, che sembra avere una vera e propria avversione nei confronti del meridionale, gli risponde sarcastico: "Come due gocce d'acqua". Per i sentimenti contrastanti fra i due il lavoro di montaggio procede in un clima sempre più teso. Ma quello che inizialmente sembra assumere tutti i connotati di uno scontro a sfondo razziale si rivela a poco a poco qualcosa d'altro..... qualcosa di ben più complesso. Nel passato del toscano c'è un evento che ha prodotto in lui delle profonde ferite mai rimarginate. Qualcosa che 1'elettricista stesso non può controllare e che forse non ricorda nemmeno di avere. Qualcosa di dimenticato che un gesto casuale del calabrese fa riaffiorare dagli abissi dell'inconscio in tutta la sua devastante dolorosità. E così un pensiero si mette in moto nella testa del toscano. Un pensiero che l'altro, con la sua estroversione, contribuisce a far crescere. Un pensiero estremamente pericoloso per il calabrese..... ma questo lui ancora non lo sa.

riflessioni di Ugo Chiti su "COME DUE GOCCE D'ACQUA"
Fausto e Saraceno sono esattamente il contrario di due gocce d'acqua. Fausto e Saraceno, infatti, non hanno niente in comune. Fausto è alto, Saraceno è basso. Fausto parla poco è cupo, pensoso; Saraceno è logorroico, è sempre alla ricerca di una “battuta divertente”. Fausto è toscano, Saraceno è calabrese. Il caso li ha messi assieme costringendoli a lavorare fianco a fianco nell'arco di una giornata. Fausto e Saraceno sono due tecnici di teatro (uno elettricista, l'altro macchinista) impegnati a montare la scena di uno spettacolo (“Aspettando Godot”) allestito da una compagnia polacca. Per la precisione “assieme” li ha messi un fantomatico Mario, presente solo attraverso il telefono perché impegnato nell'allestimento di una sfilata di moda. Infatto lo “stronzo” ha preferito “le fighe ai rompicazzi dei polacchi” come sostiene la brutale e diretta esemplificazione di Saraceno.
Inizialmente il rapporto tra i due somiglia a una partita senza “avversario”, il silenzioso Fausto mette in atto la difesa passiva dell'estraniamento lasciando campo libero all'onda anomala di Saraceno. Presto succede qualcosa di non spiegabile, Saraceno firma una cantinella col soprannome di “Pazzesco” e subito gli occhi di Fausto non riescono a nascondere una rabbia dolorosa; come se qualcosa si stesse “rompendo” nella sua mente. Questo “turbamento” è il primo tassello misterioso di un puzzle che si costruisce gradualmente, sempre sul filo di una suspence minimalista ma avvincente, come un duello occulto che segue le regole precisate di un triller. Un triller dove la strada di campagna con l'albero spoglio dipinta sul fondale della scena beckettiana, torna come un ossessivo flash-back nella mente di Fausto svelandosi solo nella soluzione finale. Un triller dove la storia di un tecnico soprannominato “il topo” che si è impiccato alla graticcia del teatro diventa elemento destabilizzante, spunto per allucinazione, e alla fine gioco crudele ai danni di Saraceno da parte di Fausto.
“ Due gocce d'acqua” si articola in un crescendo calcolato di indizi e sospetti, un intreccio di piste inquietanti che emergono dal passato dei protagonisti, schegge di un mistero che fanno intuire tra Fausto e Saraceno molte più cose in comune di quanto fosse sembrato all'inizio. La conclusione completa il disegno del puzzle, rivelando i contorni di un dramma umano dove il dolore di un padre per la perdita della figlia involontariamente uccisa in un regolamento di conti tra bande rivali si traduce in vendetta verso l'unico testimone che si è nascosto dietro un colpevole silenzio