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31 gennaio - 5 marzo
La Fabbrica dell'Attore (teatro stabile d'innovazione)
LA LOCANDIERA
di Carlo Goldoni
regia Giancarlo Nanni
con :
Manuela Kustermann
Mirandolina
Pietro Bontempo
Cavaliere di Ripafratta
Massimo Fedele
Marchese di Forlipopoli
Andrea Dugoni
Conte d'Albafiorita
Tatiana Winteler
Ortensia
Astra Lanz
Deianira
Sandro Palmieri
Fabrizio
Marco Petri
Servitore del Cavaliere

Scene Mario Romano
Costumi Chiara Paramatti
Luci Valerio Geroldi

Assistente alla regia Viviana Dominici
Aiuto scenografo Chiara Paramatti
scene realizzate dal Laboratorio del Teatro Vascello


A più di venti anni di distanza viene riproposta la fortunatissima edizione degli anni '80, di questo famoso e molto rappresentato testo del grande veneziano. Come allora sarà ambientato negli anni '50, in un luogo indefinito del Sud-Est asiatico.

Questa ripresa è dedicata ad Alessandro Vagoni, che di quella edizione fu uno degli interpreti

“La voglia di serenità, di ridere, sta alla base della scelta di Locandiera anche se il finale ricomposto, spinge ad una triste considerazione sul destino comune alla maggioranza di noi. Le ragioni del riso sono molto più universali di quelle del pianto, si ride oggi in Italia per le stesse ragioni per cui si ride in Giappone o si rideva ai tempi di Goldoni.. Mirandolina è una piccola belva, ma anche un personaggio lieve e puro di residui moralistici, con i riflessi pronti e sempre all'erta. Il suo segreto è nella misura con cui avanza verso l'obiettivo e nella tensione fra apparente passività e l'aggressività latente che sfoga finalmente nell'ultimo atto.
Con questo personaggio irrequieto ed irruente, Goldoni descriveva nel 1753, la crescita del mondo borghese, concreto, sicuro dei suoi valori e aggressivo nella sue incertezze, sulla classe aristocratica povera, arrogante e misogina.
L'ambientazione scenica fu e sarà la scommessa: la verifica di usare la sceneggiatura goldoniana con un'ambientazione che cita il cinema. Da “La Taverna dei sette peccati” (mitico film con Marlene Dietrich e John Waine) attraverso i film sulla guerra (Corea e Giappone) si arriva a “Apocalipse Now” di Coppola. La parola goldoniana, in questa dimensione, assume configurazioni curiosamente attuali ,e ci fa riflettere sulla nostra realtà e sulle regole borghesi ancora esistenti ed assolutamente incoerenti.