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Mercoledì 14 dicembre
La Fabbrica dell'Attore Teatro stabile d'Innovazione
Premio di poesia VALENTINO ZEICHEN
ll° edizione



Si è svolta al Teatro Vascello di Roma, alla presenza di molti amici e un numeroso pubblico, la proclamazione del vincitore della seconda edizione dell'unico premio di Poesia intitolato ad un poeta vivente Valentino Zeichen. Promosso nel 2003 da Giancarlo Nanni e Manuela Kustermann, ha avuto nel 2004 il primo vincitore, il poeta ligure Giuseppe Conte.

Gabriella Sica è il vincitore, rimasto misterioso fino alla proclamazione, della II edizione di questo originale premio. Scrive Zeichen nella Motivazione al Premio: “Nel panorama della poesia romana e italiana degli ultimi due e quasi tre decenni, va annoverata la figura da protagonista di Gabriella Sica, poeta e antesignana di una poesia comunicativa e semplice, che cerca il dialogo e il colloquio, ma anche raffinata e intensa”. E così conclude: “In senso figurato, la Sica sembra coltivare un giardinaggio dei versi, evidente nelle “colture” dei sonetti, bilanciati dai sapienti contrappesi delle rime, composizioni governate a arte, con felice manierismo e delicata autoironia”. Manuela Kustermann e lo stesso Nanni, oltre a Pietro Bontempo, Sara Borsarelli e Paolo Lorimer, hanno letto poesie scelte dall'intera produzione della Sica. La serata si è conclusa con un vero duetto e scambi di opinione sulla poesia oggi tra Zeichen e la Sica.
Chi volesse vedere Gabriella Sica oggi può accendere Rai Futura Tv ( in digitale terrestre o Sky 872 o al sito www.futuratv.rai.it) ) dove si svolge dalle 15 alle 18,30 una maratona televisiva in diretta su Pier Paolo Pasolini cui partecipano molti giovani e scrittori.



Motivazione per la II edizione del Premio di Poesia Valentino Zeichen
“Nel panorama della poesia romana e italiana degli ultimi due e quasi tre decenni, va annoverata la figura da protagonista di Gabriella Sica, poeta e antesignana di una poesia comunicativa e semplice, che cerca il dialogo e il colloquio, ma anche raffinata e intensa. Fin dai suoi esordi, agli inizi degli anni Ottanta, nella rivista romana “Prato pagano” e con le sue prime poesie raccolte ne La famosa vita, la Sica intraprende un ritorno alla narratività della poesia, in segreta ma decisa controtendenza con il clima allora dominante.
La proprietà di temi, la chiarezza del linguaggio ancorano la sua poesia alla concretezza delle cose, l'ordito della composizione ne riflette i sentimenti. Nella raccolta, Poesie bambine, l'autrice correlava una suggestiva visione poetica fra la sua maternità e la nascita della poesia. In questa duplice generazione si congiungevano i due emisferi della creazione. In un periodo critico, dominato dalla sterilità dello sperimentalismo, la poesia della Sica riscopre la via narrativa e una scrittura “sensibile”, in opposizione all'algido formalismo corrente. Nella nitida e ginnica sintassi di questa autrice, emerge la forte raccolta di Poesie familiari. In essa si delinea la Tuscia, territorio di acque sorgive, ninfe sperdute e selve che ricoprono tufacei sepolcri etruschi, terra di selvaggina pietrificata nei frammenti araldici delle signorie del Lazio, segni che l'autrice, quale testimone di memorie, raccoglie lungo i suoi versi, poiché dotata di “pietas” storica.
Le va riconosciuta la capacità di soggiogare nelle sue “stanze” metrico compositive i vari motivi d'un bestiario poetico: quello familiare, il paesaggistico e quello estetico-esistenziale, che esalta un Caravaggio emblematico, modello originale di ogni meditazione profonda sul binomio arte-vita.
Non trascurerei il sentimento religioso che sorveglia come un angelo custode le mosse poetiche dell'autrice. In senso figurato, la Sica sembra coltivare un giardinaggio dei versi, evidente nelle “colture” dei sonetti, bilanciati dai sapienti contrappesi delle rime, composizioni governate a arte, con felice manierismo e delicata autoironia.