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Debutto 13 luglio 2018
Festival Dei Due Mondi di Spoleto
DOPO LA PROVA
di
Ingmar Bergman
con
Ugo Pagliai, Manuela Kustermann
e Arianna Di Stefano
Costumi Daniele Gelsi Scene Alessandro Chiti
Musiche Marco Podda Luci Umile Vainieri
Regia
Daniele Salvo
produzione La Fabbrica dell'Attore- Teatro Vascello – Milleluci Entertainment
"Tutti gli uomini recitano tranne alcuni attori" (E. Ionesco)
In un tempo sospeso, nella penombra di un vecchio palcoscenico, Henrik Vogler, grande regista e
direttore di teatro, è seduto su una poltrona, immobile. Appare quasi imbalsamato. Ha 109 anni o
forse solo sessantadue. La scena è ingombra di oggetti, attrezzature sceniche, quinte, attrezzeria,
rimasti dopo una prova pomeridiana de "Il sogno" di Strindberg. Ora però il regista è rimasto solo,
assorto nelle sue riflessioni sul senso del suo stesso lavoro, sulle scelte fatte, sugli errori compiuti, sul
tempo della propria esistenza e sulle aspettative per il futuro. L'edificio è completamente deserto. Il
sipario è alzato sino a metà.
D'improvviso appare sulla scena Anna Egerman, giovane attrice interprete della Figlia di Indra nella
pièce diretta da Vogler. Da questo momento inizia un confronto serrato tra i due che, sospesi in una
zona di confine, in una sorta di limbo extra-quotidiano in cui tutto è concesso, si permettono
finalmente di dire la verità. Le loro ansie, le loro paure, i loro desideri, i loro affanni e le loro vanità
di piccoli esseri umani vengono alla luce con chiarezza, affiorano dalla loro piccola stanza
dell'immaginario e prendono corpo con violenza. È quasi un percorso psicanalitico, un raggio di luce
in una stanza buia da anni, un momento di verità in un'esistenza di finzione. Vogler si muove nel
torrente del tempo con disinvoltura e leggerezza, analizzando il sentimento dell'amore, della gelosia,
dell'attrazione, del gioco teatrale, senza retorica e con semplicità disarmante. L'ingresso sulla scena
di Rakel, attrice di mezza età, introduce altri temi bergmaniani di straordinaria pregnanza: la
percezione del tempo, la paura della vecchiaia, la straordinaria fragilità dell'animo femminile che si
risolve in patologia pura, in ansia da prestazione, in senso di inadeguatezza e nevrosi. Quella di Rakel
è una figura che si muove sul filo del rasoio, un'artista distrutta dal suo stesso talento, una scorticata
viva.
In "Dopo la prova" Bergman non crea nemmeno più "personaggi", ma linguaggi, funzioni emotive, "contenitori" di fragilità, ansie e paure, donne e uomini reali che non riescono più a convivere con le
menzogne, con i compromessi della vita borghese, vecchi-bambini che rischiano la vita, perdono
l'equilibrio e cadono a terra in preda ad un ossessivo bisogno di verità, di un senso possibile, di un
segno, un gesto, un respiro che dia un significato alle loro piccole vite.
Il teatro alla fine, resterà per sempre quella povera isola sospesa sul filo dell'orizzonte, luogo più
reale del reale, ultimo rifugio non toccato dalla complessità della vita quotidiana, dall'arroganza della
politica, dalla protervia degli intellettuali della corte, dalla compravendita delle cariche pubbliche,
governato unicamente dal sogno e dall'illusione, un piccolo teatro in chiusura, sospeso nel nulla,
sull'abisso.
"Qualcuno si è seduto ad un tavolino e ha scritto la mia parte, si è dato molto da fare, ma la parte non
ha avuto vita sua. Sono un personaggio noioso. Hanno finito di scrivere la mia parte e anche la
recitazione è quasi finita. Te lo dico senza civetteria. Mi rifiuto di recitare nella storia che hai
inventato tu. Sarebbe solo ridicolo e umiliante." Ingmar Bergman
Sinossi
Sul palcoscenico di un teatro "dopo la prova" il vecchio regista Henrik Vogler, che è alle prese con la
messa in scena dell'opera "Il sogno" di Strindberg, dorme con la testa appoggiata su un copione
mentre si sente la sua voce fuori campo che dice: "Dopo le prove mi trattengo volentieri sul
palcoscenico. Mi serve per riflettere in pace e con calma sul lavoro della giornata. È nell'ora del
crepuscolo che piomba il silenzio sul grande teatro" Entra intanto una giovane attrice, Anna, che ha
perso un braccialetto e tra i due si intreccia un dialogo e la colonna sonora viene sovrastata dalla voce
che, fuori campo, espone i pensieri dell'uomo. Anna parla del padre e della madre, anch'ella attrice e
morta alcolizzata e dice di averla odiata. Il regista ricorda che era una bellissima donna. Poi Henrik
parla dei problemi dello spettacolo e fa alcune considerazioni sul teatro. Segue un breve flashback in
cui si vede il regista bambino nascosto tra due riflettori. I due continuano ancora a parlare. Lui le
parla della morte, dell'infanzia del suo rapporto con gli attori e con il pubblico e lei parla ancora dei
genitori e ne ricorda i litigi. Intanto Henrik rivede come in sogno Rakel, la mamma di Anna che anni
addietro aveva amato e che era morta in una clinica per alcolisti da ormai cinque anni.Il secondo
dialogo avviene tra Henrick e Rakel che dopo averlo invitato a fare l'amore gli rimprovera la piccola
parte che le ha assegnato e piange lamentandosi e gli riferisce di aver litigato con il marito. A questo
punto, in un secondo e breve flashback, si vede in un angolo del palcoscenico Anna bambina. I due
continuano a dialogare e Rakel chiede a Henrick di avere ancora fiducia in lei, ma egli la respinge per
poi seguirla per alcuni passi chiamandola per nome. Attraverso la voce fuori campo si ascoltano i suoi pensieri: "Le cose di sempre che si ripetono. Andarle dietro e chiamarla per nome. E poi di
nuovo menzogne e inutili riconciliazioni, coscienza in subbuglio, paura, maledizioni represse e infine
pietà: sempre lo stesso meccanismo". Il terzo dialogo avviene ancora tra Henrick e Anna e il regista
le confessa di provare per lei un sentimento d'amore. Anna gli confida di essere rimasta incinta di un
certo Johan e di avere abortito, poi lo bacia. Lui le confida la sua solitudine e ricorda la loro vita
insieme, ma è solo fantasia. Anna deve lasciarlo perché ha una prova alla radio e gli dice di non
essere triste. Henrick rimane solo a fantasticare e a riflettere e si sente la sua voce che dice: "La cosa
che più mi preoccupa in questo momento è che non ho potuto sentire le campane della chiesa".
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