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IO LAVORO PER LA MORTE

testo e regia Nicola Russo
elaborazione drammaturgica Nicola Russo e Sandra Toffolatti
con Sandra Toffolatti e Nicola Russo
scene e costumi Giovanni De Francesco
luci Cristian Zucaro
video Lorenzo Lupano
acconciatura e trucco Aldo Signoretti
grafica Liligutt Studio
immagine locandina Giovanni De Francesco

produzione Monstera in collaborazione con Le vie dei Festival
e con la collaborazione de La Fabbrica dell'Attore
si ringrazia Artisti 7607 e Ilva Garuti

In questo nuovo spettacolo, che è stato uno dei successi dell'edizione 2017 de Le vie dei Festival, Nicola Russo in scena con Sandra Toffolatti, parte dal ricordo di sua madre. "Mia madre" - scrive - "è stata una donna molto forte con un carattere di ferro, direi quasi inscalfibile. Gli ultimi anni della sua vita per problemi di salute e per una strana avversione al mondo si è chiusa in casa, in una solitudine ricercata e custodita con ostinazione. Ho sempre pensato che la vita di una persona così solitaria non fosse neanche una vita, ma avevo torto: il pensiero di chi vive in solitudine è una delle cose più vivaci che si possano immaginare".
Attraverso una scrittura intima in cui convivono ricordi e invenzioni, Nicola Russo ha lavorato su un personale dialogo con una madre non più in vita ma decisamente presente per  raccontare di come l'assenza di una persona possa essere più ingombrante della sua presenza.
Un dialogo impossibile, una riflessione su quel che resta dopo la morte, su come a volte solo l'assenza di una persona riesca a farci comunicare grazie alla traccia indelebile del carattere, che ritorna sempre, forte e nitido. Uno spettacolo privato costellato di sogni, sui movimenti del pensiero in solitudine, su di un lessico familiare divertente e dissacrante che gioca a declinare un taboo dei nostri tempi: la morte.
Dopo il poetico e commovente Vecchi per niente, che gettava uno sguardo insolito sulla vecchiaia raccontata con ironica leggerezza, Nicola Russo porta in scena, con altrettanta finezza, un lavoro sulla morte e sulla maternità, sul lavoro quotidiano e rumoroso per restare in vita anche quando in qualche modo si è già morti. 

 

Dalla rassegna stampa:

Tutto su mia madre, dialoghi per ricominciare a vivere
[…] Il tema della morte della madre è spesso ricorrente tra i migliori autori della contemporaneità, da Almodovar a Nanni Moretti a Fausto Paravidino. Nicola Russo si inserisce in quella scia in modo del tutto originale. Il ricordo della madre è ancora graffiante, e vestito dell'eleganza spregiudicata che doveva esserle propria. Il figlio non si nasconde i propri limiti e problemi, passati e presenti, i torti subiti e forse anche qualche colpa commessa. Ma c'è uno spessore in quelle parole, una tensione e una forza con la quale ogni spettatore finisce col doversi misurare.
Gianfranco Capitta, il manifesto

Nicola Russo porta in scena un toccante "Io lavoro per la morte"
[…] I due interpreti danno il meglio l'uno, il figlio, nel distacco doloroso, ma mai addolorato, a volte stordito, l'altra, la madre, nei tempi sempre diversi, nell'ironia, nelle pose plastiche, nelle lievi intonazioni inaspettate.    […] Ma a Nicola Russo va soprattutto il merito di aver costruito un testo e uno spettacolo sull'assenza, dolce, toccante, coinvolgente, ma mai scontato, mai piegato al sentimentalismo, sempre lucido anche nell'uso consapevole dei linguaggi e dei riferimenti extrateatrali.
Emiliano Metalli, la nouvelle vague

Nicola Russo racconta con originalità l'essere figli quando una madre muore
[…] La scrittura di Russo – di cui mi piace ricordare l'originalissimo sguardo sull'età matura regalatoci in Vecchi per niente del 2015 – possiede anzi una linearità solo all'apparenza semplice; capace, bensì, di intrecciare abilmente piglio ironico, gusto anti-realistico, declinazioni grottesche, registri quotidiani.
[…] C'è Pirandello a fare da capolino dietro questi quadri di memoria a due velocità. Dietro questo continuo parlare l'uno dell'altra senza essere uditi. E teatralmente il marchingegno funziona proprio perché, in una regia sobria ma non banale, accosta due universi umani ed interpretativi quanto mai diversi: volutamente dimesso, sottoesposto, pacato il figlio; altrettanto volutamente barocca, energica, fluttuante, arguta la madre.
Laura Novelli, PAC

 

MONSTERA nasce nel 2010 con la direzione artistica di Nicola Russo, attore che negli anni precedenti aveva lavorato con Luca Ronconi come protagonista di Peccato che fosse puttana, con Eimuntas Nekrosius in Anna Karenina, con Marco Bellocchio nel Macbeth, e che è stato interprete di molti spettacoli al Teatro dell'Elfo, per la regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani.
Tra le produzioni della Compagnia Monstera Elettra, biografia di una persona comune (vincitore del E45 Napoli Fringe Festival 2010, Le vie dei festival 2012), storia vera, tra luci e ombre, di una soubrette e attrice dell'avanspettacolo, una persona speciale e comune al tempo stesso; Physique du rôle (2011) che, ispirandosi al mondo di Sophie Calle, Hervè Guibert, Catherine Millet e Dino Buzzati, indaga sulle possibili interpretazioni di quell'espressione; Leonce e Lena (Le vie dei festival 2013) favola sull'essere e il non essere, un gioco continuo sulla necessità di essere qualcosa e la convenienza a non essere nulla; La vita oscena (2013), dal libro di Aldo Nove, percorso di formazione di un giovane uomo dalla morte dei genitori attraverso esperienze di alienazione, solitudine, droga, sesso estremo; Vecchi per niente (2015) lavoro ispirato a La forza del carattere di James Hillman andato in scena al Teatro Vascello di Roma nel 2017; Nina (Montreux 1976) prodotto nel 2016 in collaborazione con Le vie dei Festival di Roma e il Festival di Radicondoli, con il sostegno di NovaraJazz. Scritto e diretto da Nicola Russo, lo spettacolo si ispira allo storico concerto che Nina Simone tenne nel 1976 al Montreux Jazz Festival. Sempre nel 2016 Nicola Russo adatta, dirige e interpreta Vite al confino dal libro di Gianfranco Goretti e Tommaso Giartosio La città e l'isola – Omosessuali al confino nell'Italia fascista; lo spettacolo debutta in forma di studio a Le vie dei Festival di Roma.

 

 

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