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IO

con Antonio Rezza
quadri di scena Flavia Mastrella
(mai) scritto da Antonio Rezza
assistente alla creazione Massimo Camilli
disegno luci Maria Pastore
produzione RezzaMastrella, La Fabbrica dell'Attore – Teatro Vascello

Como poco innanto tra clamori e vanto così l'idea dell'inventura porta la mente a vita duratura

Il radiologo esaurito fa le lastre sui cappotti dei pazienti mentre un essere impersonale oltraggia i luoghi della provenienza ansimando su un campo  fatto a calcio.

Io cresce inumando e disumano, inventando lavatrici e strumenti di  quieto vivere.
Il radiologo spossato avvolge un neonato con l'affetto della madre, un individualista piega lenzora a tutto spiano fino ad unirsi ad esse per  lasciare tracce di seme sul tessuto del lavoro.
Tre persone vegliano il sonno a chi lo sta facendo mentre il piegatore di lenzora, appesantito dal suo stesso seme, scivola sotto l'acqua che si fa doccia e dolce zampillare.
Io mangia la vita bevendo acqua rotta che è portavoce dell'amaro nascere, il piegatore di lenzora parte per la galassia rompendo l'idillio con il tessuto  amato.
Si gioca all'oca, parte il dado di sottecchio, Io si affida alla bellezza del profilo per passare sotto infissi angusti. Ogni tanto un torneo, un uomo che cimenta in imprese impossibili ma rese rare dalla sua enfasi, un ufo giallo scrutante  esseri e parole, un visionario vede vulva nelle  orecchie   altrui.
E Io, affacciato sul mondo terzo dove scopre che, tra piaghe e miseria, serpeggia l'appetito non supportato dalla  tavola  imbandita.
Infine la catastrofe: Io si ridimensiona...
Como poco innanto tra clamori e vanto così l'idea dell'inventura porta la mente a vita duratura.

SCENA E STRUTTURA
Anche questo allestimento scenico si avvale dei quadri di scena o teli  intesi come arte.
Le scene sono coinvolte completamente  nell'azione drammaturgica, la  struttura è di metallo sottile, sostiene i teli che, disposti in vari piani, risentono  del movimento del corpo...
Tutto barcolla.
Il colore dei quadri si espande, il metallo si insinua nella stoffa, i cambiamenti di scena frequenti rinnovano in continuazione l'andatura cromatica. Il giallo, il rosso, il blu di vari tessuti e intensità rispondono in modo diverso alla luce  che ne esalta inoltre le diversità della trama.
I verdi in velo, i bianchi di seta, rete o traforati, compatti o trasparenti  coprono il corpo rivelandone i contorni; i quadri mutanti hanno vita breve e vengono abbandonati in terra formando macchie colorate sparse in un mondo  buio.
La simmetria non esiste, le forme giocano in verticale, i personaggi siano  essi solitari o raggruppati, risultano sempre  simpatici e vittime di un'agglomerazione.

 

 

Info
06.5881021 – 06.5898031
produzione@teatrovascello.it

 

 

 
 

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