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VASCELLO DEI PICCOLI
WINE BAR















































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A TEATRO IN DUE CON SOLI 8 euro
La "Card 5 spettacoli a scelta" costa euro 40 euro
La "Card 10 spettacoli a scelta" costa 80 euro
La Card non è nominativa; la puoi regalare a un tuo familiare, a un amico, la puoi cumulare e fare un gruppo.
(la Card NON è valida per lo spettacolo LADY OSCAR in programmazione dal 20marzo al 5 aprile 2009)

Per acquistare La Card il botteghino del Teatro Vascello è sempre aperto tutti i giorni dal 9 alle 20. - promozione@teatrovascello.it



dal 30 settembre al 5 ottobre 2008 danza e musica contemporanea
Compagnia Altroteatro – Altroequipe 2008
LALLUNAHALALONE
INTERACTIVE ART
DANCE SOUND LIGHT ARCHITECTURE MOTION GRAPHICS MOTION CAPTURE
coreografia: Lucia Latour
architettura: Orazio Carpenzano
sound live performer: Adam Bourke
art director motion graphics: Flaviano Pizzardi
motion graphics live performer: Daniele Zacchi
biomeccanica: Aurelio Cappozzo
motion capture specialists performers: Marco Donati Mounir Zok
performer danzanti: Marta Bichisao, Marta Capitani, Pamela Caschetto, Sara Catellani, Cinzia Conte, Mina Paradiso, Miranda Secondari
ALTRO - O. CARPENZANO - LABLAB - POOL FACTORY-TEATRO VASCELLO - AURION s.r.l.

Sinossi:
LALLUNAHALALONE si propone nel 2008 come un processo di mutazione della precedente performance HALLALUNALALONE, presentata al Teatro Vascello nel 2007, una trasformazione del programma generativo dovuta all’approfondimento cognitivo che ALTROEQUIPE ha intrapreso in questi anni, attraverso le metodologie del “formante", della “nuova robotica” e della “teoria dell’emergenza”, in una modalità attuale propria della new scene. Lo stato dell’arte specifico del 2008 consiste nel generare metodologia creativa dal “farsi performance” dell’iter cognitivo, le griglie reticolari del processo si dispongono nell’excursus interattivo tra tutti gli autori, ciascun autore diventa la “creatura” dei diversi “sciami” generativi della performance.


Lucia Latour coreografa, si laurea in architettura nel 1968, presso l’Università degli Studi di Roma. Nel 1972 partecipa alla costituzione del Gruppo ALTRO/Lavoro Intercodice. Nel 1981 partecipa alla realizzazione del libro ALTRO, Dieci anni di lavoro intercodice, edizione Kappa. Dal 1986 è coreografa e direttore artistico della Compagnia di Danza Contemporanea ALTROTEATRO. Dal 2001 è professore a contratto presso la Sapienza, Università di Roma, Facoltà di Scienze Umanistiche - Corso di Studi in Scienze Storico Artistiche; presso l’ACCADEMIA NAZIONALE DI DANZA - Danza e Nuove Tecnologie. E’ autore del volume Physico. Fusione danza-architettura, Universale di Architettura, editore Testo&Immagine, Torino, 2003. Dal 2002 è direttore artistico di ALTROEQUIPE, nell’ambito del quale svolge una ricerca fondata sull’interazione tra la danza, il suono, l’architettura e le tecnologie del motion capture e della motion graphics.


orari: ore 21 domenica ore 18.00
biglietteria: Intero € 12.00 ridotto € 10.00



dal 7 al 12 ottobre 2008 danza contemporanea e arti visive
COMPAGNIA VERA STASI
ON cominciato
OFF finito

Evento di arte visiva e danza con macchine sonore e sculture cinetiche
a cura di Johannes Dimpflmeier e Silvana Barbarini
interpreti: Eugenia Amicano, Cristina Failla, Nadia Scarpa, Luigi Parravicini, Amoni Vacca
con la partecipazione di: Johannes Kranius Golupcic e altri

Sinossi:
In un luogo che potrebbe essere ‘il laboratorio dell’artista’, o lo spazio della sua fantasia, cinque danzatori entrano in relazione con le macchine sonore di Johannes, con le loro potenzialità cinetiche e teatrali: le muovono, sono mossi, le trasformano, sono trasformati. Nello spazio che muta in continuazione, si creano differenti scenari per i suoni e le danze.
Come bambini alle prese con nuovi giocattoli, essi scoprono insieme le proprie capacità e le possibilità degli strumenti, ne traggono suoni, ne sono attraversati, diventando essi stessi casse armoniche viventi. L’elettricità che accende gli apparecchi fa vibrare infatti anche i personaggi, crea uno scambio fecondo tra tecnologia e mondo organico, rende vive le macchine e burattini elettrici i danzatori.

Compagnia Vera Stasi
VERA STASI nasce nel 1985 per siglare un sodalizio già attivo da qualche tempo tra giovani autori interessati a lavorare insieme e giovani danzatori creativi.

Nei primi anni fanno parte dell’associazione: Ian Sutton, Silvana Barbarini, Giuditta Cambieri, Annamaria Campione, Giovanna Summo, Franco Senica, Giuseppe Scaramella, Annapaola Bacalov, Philippe Barbut.
Successivamente Vera Stasi si avvale della collaborazione di numerosi danzatori e interpreti. Tra gli altri: Paola Autore, Claudia Monti, Luigi Parravicini, Giampaolo Innocentini, Riccardo Zini, Brunella De Biase, Mario Torella, Patrizia Bettini, Gabriele Marini, Ketty Russo, Nico Fuiano, Alice Drudi, Maurizio Saiu, Simona Lisi, Maurizio Rinaldelli, Federica Tardito, Chiara Reggiani, Corinna Anastasio, Carlo Diaconale, Francesca Mosele, Luciano Padovani, Nadia Scarpa, Claudia Pescatori, Claudia Casolaro, Cristina Failla, Elisabetta di Terlizzi, Amoni Vacca, Eugenia Amisano.
Per le musiche è stato molto importante il contributo di Marco Schiavoni e di Luigi Cinque. Per le scene quello di Gianfranco Lucchino, Luigi Grenna, Johannes Dimpflmeier. Per i costumi e gli oggetti hanno collaborato Donatella Cazzola e Fernanda Pessolano. Per le luci Luca Storari, Alessandro Vittori, Valerio Geroldi, Luca Febbraro, Gianni Staropoli.
Nel corso della sua esistenza, Vera Stasi ha via via sperimentato le sue potenzialità progettuali e trasformato la sua identità: da collettivo di lavoro ad associazione di autori, da realtà esclusivamente produttiva a struttura di progettazione culturale.
Dal 1990 al 1993 partecipa al progetto di Centro di Produzione avviato dalla Sosta Palmizi. Dal 1997 al 2001 sperimenta la realtà del lavoro in residenza e trasferisce la sua sede a Tuscania per occuparsi di ricerca, programmazione, attività didattica.
Attualmente è diretta da Silvana Barbarini, produce opere coreografiche sperimentali e organizza tutti gli anni seminari intensivi di danza contemporanea nell’ambito della manifestazione Tuscania Danza.
Johannes Dimpflmeier è un artista nato a Roma nel 1945 da genitori tedeschi.
Frequenta la Scuola tedesca di Roma e in seguito fa apprendistato di elettronica in Germania presso la SABA. Alla Folkwangschule di Essen studia Industrial design.
20 anni fa ha messo radici nella campagna di Tuscania, dove vive in una casa-laboratorio, aperta alle visite. Qui lavora congiungendo arte e tecnologia in ecologica sintonia con la natura. Espone in Italia e all’estero.
Silvana Barbarini è una coreografa italiana che lavora da molti anni nell’ambito della danza contemporanea, collaborando con registi, musicisti, artisti visivi.
Si è formata alla danza contemporanea a Roma presso il CPDC, ha proseguito i suoi studi a New York (Nikolais, Cunningham) e con i maestri Carolyn Carlson, Ande' Peck, Terry O' Connor, Kaya Anderson, Dominique Dupuy, Claude Coldy, Hervé Diasnas, Gloria Desideri.
Come danzatrice ha lavorato con compagnie di danza contemporanea (Sosta Palmizi) e teatro sperimentale (Spaziozero, La Zattera di Babele, Il Teatroinaria).
E' stata fondatrice del Gruppo Danza Contemporanea (Genova, 1980) e della compagnia Vera Stasi (Roma, 1985).
Come coreografa ha collaborato con registi (tra gli altri, Jerome Savary, Walter Pagliaro, Sharoo Kheradmand, Stelio Fiorenza, Marco Mattolini, Fabio Mauri, Mauro Bolognini, Enrico Frattaroli), musicisti (Luigi Cinque, Massimo Cohen, Franco Battiato), artisti visivi (Renato Mambor, Iole Caleffi, Alzek Misheff, Giustina Prestento). Parallelamente ha realizzato sue creazioni per le compagnie cui ha dato vita.
Negli ultimi anni ha curato la direzione artistica di alcuni progetti: Danza d’Autore: Memorie, Realtà, Prospettive (Roma, 1994); Tuscania Teatro (Residenza multidisciplinare della Regione Lazio, 1997-2000); Tuscania Danza (seminari, laboratori, incontri, conferenze, 2001-2006).

orari: ore 21 domenica ore 17.00
biglietteria: Intero € 12.00 ridotto € 10.00


dal 14 al 19 ottobre 2008 danza contemporanea con musica dal vivo
COMPAGNIA I.B.I.
CATTIVE FIGURE
di Immobile Paziente
testi di Juan Majorga tradotti da Manuela Cherubini
musica el crack
Regia e Coreografia di Caterina Inesi
con Carolina Cametti, Federico Costantini, Marco Della Rocca, Manuela
De Angelis, Valerio Malorni, Francesca Neri Macchiaverna, Michele Riondino, Irene Vecchio
in collaborazione con TSI La Fabbrica dell’Attore



Sinossi:
I testi del drammaturgo spagnolo Juan Majorga sono piccoli scritti in grado di concludere la loro intensità espressiva nel contesto della loro brevità, che riescono, nella durata che è necessaria, e non in quella standardizzata per l’intrattenimento dello spettatore medio, ad assorbire e trasmettere esperienza. Con questo nuovo progetto si è dunque cercato di creare una rappresentazione che mostri integralmente se piccole drammaturgie e nello stesso tempo sia un tutto omogeneo che svela e approfondisce i legami di possibile attinenza che uniscono un testo agli altri: una composizione per frammenti che nella sua interezza, nel ritmo della composizione e nell’intreccio delle singole parti mostri qualcosa che vada oltre l’espressività e l’intensità di ogni singola storia. Il materiale drammaturgico è messo in relazione con gli altri elementi scelti per realizzare la messa in scena, la coreografia e la musica, allo scopo di ordire una nuova trama che sostituisca il ritmo musicale a quello narrativo.

Caterina Inesi danzatrice e coreografa
Ha studiato all’Accademia Nazionale di Danza di Roma e alla FOLKWANG HOCHSCHULE di Essen in Germania.
E’ laureata in lettere con una tesi sul teatro-danza nella Folkwangschule dagli anni venti agli anni novanta.
Nel 1994 ha fondato con Maddalena Scardi il gruppo TRAVIROVESCE.
Dal 1998 al 2001 ha curato la direzione la direzione artistica del settore danza di FIUGGI TEATRO, residenza di Teatro, Danza e Musica della Regione Lazio, dove ha tenuto un laboratorio permanente di danza contemporanea, improvvisazione e composizione.
Come coreografa e danzatrice ha vinto il Premio Enzimi 1996 e 1997, ha partecipato alle edizioni della PIATTAFORMA DELLA DANZA CONTEMPORANEA organizzata dalla Fondazione RomaEuropa nel a Firenze, a Palermo e nel a Montepellier, è stata invitata alla BIENNALE DEI GIOVANI ARTISTI DELL’EUROPA E DEL MEDITERRANEO e alla rassegna STUDIO SU MOVIMIENTOS ad Oporto, Portogallo. Le coreografie di travirovesce sono andate in scena al Teatro del Gatto di Ascona (CH) e al Teatro Auditorium di Cagliari, al Teatro del Tempo di Parma, al festival Tanz Erbst di Dresda e al Teatro Studio di Scandicci.
Dal 1999 al 2004, in collaborazione con il Goethe Institut, il Teatro Vascello, il Teatro Furio Camillo e l’Università La Sapienza e il Teatro Vascello, ha organizzato le cinque edizioni della rassegna DANZA UND TANZ, confronto tra la danza contemporanea italiana e quella tedesca.
Nel dicembre del 2001 ha fondato insieme a ACCADEMIA DEGLI ARTEFATTI, FORTEBRACCIO TEATRO, QUELLI CHE RESTANO, AGRESTA, SISTEMI DINAMICI ALTAMENTE INSTABILI e PAV, l’associazione AREA06EI.
Ha collaborato come danzatrice e coreografa con Fortebraccio Teatro, Quellicherestano e Psicopompo Teatro.
Dal 2004 tenuto laboratori di tecnica e di improvvisazione a Roma, Catania, Venezia e Milano. Dal 2006 a Frosinone, all’interno della scuola di arti sceniche di Area 06 Officina Culturale della Regione Lazio.
Nel 2005 ha partecipato come coreografa e regista al progetto THIOFF E GAZELLE, IL MIO UNICO AMORE NATO DAL MIO UNICO ODIO, per la realizzazione in Senegal di una messa in scena del “ROMEO E GIULIETTA” di Shakespeare interpretato da un gruppo di ragazzi di un villaggio vicino a Dakar. Da questo progetto è nato un documentario prodotto dal canale satellitare CULT NETWORK.
Dal 2006 direttore artistico di una nuova compagnia IMMOBILE PAZIENTE
Ha ideato e diretto gli spettacoli TUTTO DI PRIMA, che ha debuttato al Teatro India nell’ambito del festival SHORT THEATRE, e MADAM I’M ADAM al Teatro Vascello.
Il nuovo progetto Animale Omega prodotto da Officine Area06 e ZTL è andato in scena in forma di studio al CRT di Milano e al Palladium di Roma


orari: ore 21 domenica ore 17.00
biglietteria: Intero € 12.00 ridotto € 10.00



18 novembre 2008 musica contemporanea elettronica
Associazione Nuova Consonanza
DIGITAL CROSSINGS

Paolo Ravaglia clarinetti
Manuel Zurria flauti
Carlo Martinelli percussioni e strumenti autocostruiti
Eugenio Vatta elaborazioni elettroniche

Eugenio Vatta Fondo morbido (1995; rev.2008)
Per farfalle metalliche ed elaborazione elettronica
Alvin Curran Clarinet Fakebook (2001; versione di Paolo Ravaglia 2008)
Per clarinetti modificati e campionamenti differiti
Clarence Barlow ...until... (1981)
Per ottavino e drone
Agostino di Scipio Event (1990)
Per flauto, clarinetto ed elettronica
Steve Reich New York Counterpoint (1983)
Per clarinetto e 10 clarinetti registrati
Alvin Curran Madonna and Child (1968; versione di Manuel Zurria 2008)
Per flauti e tubi sonori
Emanuele Casale 5 (2005)
Per flauto, clarinetto ed elettronica in tempo differito


Digital Crossings è allo stesso tempo un progetto trasversale ed una mappa per cibernauti elettroacustici. In questo ambiente sonoro convivono musiche distanti fra loro ma correlate da un comune denominatore nella materia elettronica. Isole di interesse specifico ma di fede comune. Un omaggio al compositore/amico/compagno di strada Alvin Curran che quest’anno festeggia i suoi 70 anni si impone: Alvin ha siglato un patto Faustiano con la propria musica che appare sempre più libera, giovane e innovativa. I due brani proposti rappresentano in qualche modo un gesto apocrifo e irriverente al Maestro (quindi si spera che siano particolarmente graditi). Due versioni: una (Clarinet Fakebook) tratta da una esperienza tra Alvin, Bill Smith e Paolo Ravaglia poi editata e riorganizzata in senso formale da Paolo, l’altra una rielaborazione di una melodia, Madonna and Child, tratta dal celebre Music for every occasion del 1968, che Manuel Zurria ha preparato con la complicità del suo creatore. La corrente minimal è invece rappresentata da due brani “storici” del genere: New York Counterpoint di Steve Reich è un esercizio di stile dell’ultima fase Reichiana (quella ammorbidita da armonie di vago sapore jazz) che ha prodotto fino ad ora un Vermont, un Electric, un New York ed un Cello Counterpoints, tutti uniti dalla stessa indagine contrappuntistica dello strumento solo che dialoga con se stesso in un intricato gioco di specchi. Il brano di Clarence Barlow, al contrario, riduce l’indagine ad un trucco degno del Mago Houdini: un ottavino dialoga con un suono sinusoidale molto acuto e fa in modo che lo scontro fra questi suoni ne produca altri (suoni di sommazione) molto nitidi ma nello stesso tempo “invisibili”. Il trucco porta poi ad un coupe de théâtre finale quando ci si ritrova su un suono del nastro che non è quello iniziale (un si bemolle), che si è lentamente spostato un tono sopra (un Do). Infine i giovani: scientifico e radicale l’approccio rigoroso di Agostino di Scipio nel suo Event, uno dei primi pezzi scritti con trattamento elettronico granulare del suono; Eugenio Vatta spalanca una sua finestra ambient a partire da suoni di synth analogici e campionamenti di soffi di strumenti acustici elaborati e sviluppati in melodia, con la complicità delle farfalle metalliche di Carlo Martinelli; Emanuele Casale colpisce con un approccio in qualche modo antitetico al live electronics: una gabbia di rimandi tra gli strumenti dal vivo ed il nastro pre-registrato che confondono l’ascoltatore, lo stordiscono, lo destabilizzano. M.Z.

orari: ore 21
biglietteria: Intero € 10.00 ridotto € 7.00


dal 20 al 23 novembre 2008 danza contemporanea
Compagnia Company Blu Danza
TELL ME Dimmi, Parlami, Raccontami, Tell Me
coreografia, danza, voce Alessandro Certini
ideazione multimediale Federico Bucalossi
sound design dal vivo Spartaco Cortesi



Sinossi:
Lo spettacolo tratta il tema della costruzione della propria identità attraverso il dialogo con noi stessi e con l’ambiente.
Oggi più che mai, con le facili tecnologie a disposizione possiamo raccontare e raccontarci.
Con una scenografia virtuale, costruita sul sistema S.Y.A. di “motion detection”, il doppio digitale del protagonista comunica attraverso un neolinguaggio costruito sulla propria individualità. Questo duplice riflesso estetico e linguistico della nostra identità narrabile indaga lo spazio interiore con una tessitura di dialoghi che il corpo-autore intrattiene con se stesso.

Compagnia Company Blu Danza composta da Alessandro Certini e Charlotte Zerbey e da vari collaboratori, Company Blu Danza è uno dei gruppi italiani più innovativi nel panorama della danza contemporanea degli ultimi anni.
Sin dalla sua fondazione nel 1989 Company Blu Danza, forte dalla ricerca artistica condotta in Europa fin dal 1979, ha sempre ricercato un rapporto diretto con la musica dal vivo, le architetture plastiche estemporanee del corpo - mai cristallizzate in quadri precostituiti - inserendo sempre la struttura coreografica in una scenografia talvolta materialmente teatrale, talvolta virtuale e tecnologica, attenta alle contaminazioni delle arti visive.
Questo scambio tra background culturali e poetici diversi rende davvero magnetica l'espressione e la comunicazione dal vivo tra danzatori, musicisti e artisti visivi. Attualmente collaborano con la compagnia i danzatori: Alessandra Palma di Cesnola, Massimiliano Barachini, Franco Senica, Anna Balducci, Vincent Cacialano e Daniela Gallo, e i musicisti Tristan Honsinger, Steve Noble, Michael Moore, Antonello Salis, Bolivar Miranda, Nicola Vernuccio, Marco Parente, Massimo Fantoni, la scenografa Tiziana Draghi ed il video maker Roberto Mazzi.
L'attività della Compagnia è sostenuta dal Ministero per i Beni e Attività Culturali dal 1998, e dal Progetto TOSCANADANZA della Regione Toscana dal 1996.

Alessandro Certini Coreografo-Improvvisatore-Danzatore.
Ha Iniziato lo studio della danza a Firenze. Danza moderna con Traut Faggioni (Wigman, Kroitzberg), classico con Antonietta Daviso. Ha successivamente studiato ad Amsterdam ed a Londra, tecniche post-moderne e contact improvisation.
Presente nel panorama della danza contemporanea dal '79, ha collaborato a numerosi progetti coreografici con artisti dell'area nord europea ed americana, tra quest i danzatori Katie Duck, Julyen Hamilton, Pauline De Groot, Steve Paxton, Frans Poulstra.
Co-fondatore della compagnia Group/O diretta dalla Duck, ha collaborato a tutte le produzioni fino all'86 ed è stato presente in molti festival internazionali in Olanda, Germania, Belgio, Inghilterra.
Nell'88 fonda con la coreografa Charlotte Zerbey Company Blu danza con sede a Sesto Fiorentino.

orari: ore 21 domenica ore 17.00
biglietteria: Intero € 12.00 ridotto € 10.00


dal 25 al 30 novembre 2008 danza contemporanea
COMPAGNIA FABIO CICCALE’ FC@PIN.D’OC
HORROR VACUI
Coreografia per quattro danzatori
ideazione-coreografia: Fabio Ciccalè
con: Fabio Ciccalè, Barbara Berti, Cristina Meloro, Claudia Quattrone.
musiche: Da.mood



Sinossi:
Horror indica la nostra reazione, emotiva sì ma anche fisica in senso etimologico del termine, perché certe cose ci fanno accapponare la pelle.
I quattro interpreti creano, attraverso il movimento e le sue combinazioni, una serie di composizioni-azioni visive con l’intento di stimolare una percezione “altra” nella mente dello spettatore.
Non è facile descrivere un nostro spettacolo: come in un sogno o in un quadro surrealista, le immagini si susseguono, si sovrappongono, si ripropongono, in un continuo rimando di emozioni e suggestioni che in un modo o nell’altro penetrano le coscienze.
Mettiamo in scena la sensualità del corpo e della musica, ma il nostro è più un montaggio fotografico, un assemblaggio di quadri che, colti da uno spunto creativo, dipingano poi il quotidiano e diano finalmente un senso al vuoto. Usiamo la contaminazione - dei generi, dei materiali – come sistema e cifra interpretativa del mondo che ci circonda.

La Compagnia Fabio Ciccalè nasce nel 2002 dall'esigenza dell'omonimo coreografo-danzatore di misurare le sue capacità creative e compositive con un proprio gruppo.
Il lavoro si basa principalmente su di un codice tecnico contemporaneo, non dimenticando il valore dell’improvvisazione come strumento fondamentale della composizione coreografica. Il linguaggio corporeo è percepito come una forma di espressione in continua evoluzione in grado di oltrepassare i limiti di un preciso timbro stilistico alla ricerca della matrice emotiva originaria e della ragion d’essere fisica del movimento senza mai inseguire un compiacimento estetico fine a se stesso quanto piuttosto combinando con estremo rigore le azioni più dinamiche e danzate con quelle più teatrali e interpretative. Durante la fase compositiva delle coreografie molto spazio è lasciato alla fantasia del danzatore che utilizza tutto il proprio bagaglio d’esperienze fisiche ed emozionali per proporre al gruppo sequenze di movimenti o azioni sceniche successivamente scelte e rielaborate dal coreografo nella messa in scena definitiva. L’intenzione costante che anima le creazioni della compagnia non consiste infatti nel raccontare storie o nel rappresentare in modo didascalico un tema precisamente identificabile, quanto piuttosto nello stimolare la sensibilità visiva e musicale del pubblico attivando un percorso evocativo e un sistema di associazioni di immagini basato sullo stupore, sulla suggestione, sulla personale esplorazione emotiva dei tratti coreografici, delle azioni più teatrali così come del potere di coinvolgimento di oggetti, costumi o particolari disegni di luce. Fonte inesauribile del linguaggio coreografico della compagnia è l’osservazione attenta e vivace della realtà quotidiana intesa non come generico riferimento all’essere umano ma come concreto e serrato confronto con il mondo contemporaneo, con ciò che ci circonda nella vita di ogni giorno, con le infinite sollecitazioni visive a cui siamo continuamente esposti e che ci conducono necessariamente verso un’espressione corporea incapace di rinnegare la contaminazione fra le diverse arti performative.
Dal 2003 la Compagnia è stata ammessa ai finanziamenti pubblici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Fabio Ciccalè
Fabio Ciccalè, dopo aver danzato in varie compagnie italiane, Compagnia Alhena (PE), Compagnia Enzo Cosimi (Roma), Compagnia La bilancia Produzioni (Roma), Compagnia Nuova Euroballetto, ex Euroballetto,(Roma), Compagnia Giseppina Von Bingen (Roma) decide di intraprendere la sua carriera di coreografo firmando "Soliloquio", solo di danza contemporanea, rappresentato con successo in varie rassegne di danza.
Ha presentato, inoltre, molteplici allestimenti-performance in svariati spazi culturali di molte città italiane, da ricordare: "Sgusciante", allestimento-performance, Rialto Santambrogio, Roma (dicembre 2001); "Avverse Reazioni" delirio sonoro per un corpo in uno spazio concavo, Accademia di Romania, Roma (maggio 2001); "Solo & Solo" improvvisazione di musica e danza, Rialto Santambrogio, Roma (settembre 1999).
Collabora con scuole ed associazioni impartendo lezioni di danza contemporanea e di teatro. Organizza rappresentazioni teatrali in veste di regista-coreografo. Si esibisce anche come performer in serate di improvvisazione ed organizza progetti specifici per qualsiasi spazio teatrale. Dal 2002 firma le coreografie per la propria Compagnia ed in tutte le produzioni è presente come danzatore:
2007 - “Extra Composta”
2006 - “Countdown”, “Full Total"
2005 - “Castrum Live”
2004 - "In pectore", "N.E.K. nessun effetto kollaterale”
2003 - "Avverse reazioni 2.0", "Profonde superfici"
2002 - "Compatibilmente (sè)"


orari: ore 21 domenica ore 17.00
biglietteria: Intero € 12.00 ridotto € 10.00


dal 2 al 31 dicembre 2008 teatro
Coop. Piera degli Esposti – Teatri 91
Flavia Mastrella Antonio Rezza in
FOTOFINISH
con Antonio Rezza
e Armando Novara
(mai) scritto da Antonio Rezza
allestimento scenico Flavia Mastrella
assistente alla creazione Massimo Camilli
regia Flavia Mastrella Antonio Rezza



Sinossi:
E’ la storia di un uomo che si fotografa per sentirsi meno solo.
Apre così uno studio dove si immortala fingendosi ora cliente ora fotografo esperto.
E grazie alla moltiplicazione della sua immagine arriva a credersi un politico che parla alla folla. Una folla che non c’è. Ma che lo galvanizza come tutte le cose che non avremo mai.
Tra un comizio e l’altro arriva a proclamarsi costruttore di ospedali ambulanti che si spostano direttamente nelle case dei malati.
Ed all’interno di questi ospedali c’è sempre lui: sotto le vesti del primario, sotto quelle del degente e sotto quelle delle suore cappellone che sostituiscono la medicina con gli strumenti della fede.
Ben presto, grazie all’inflazione della sua immagine, è convinto di non essere più solo.


orari: ore 21 domenica ore 17.00
biglietteria: Intero € 18.00 ridotto € 15.00 e € 12.00


LUNEDI' 8 DICEMBRE
appuntamento ore 11.30 davanti al Teatro Vascello e in vari spazi nel quartiere di Monteverde con laboratori aperti ed esibizione finale presso Il Teatro Vascello alle ore 15.00
ingresso libero

LA CITTA' CHE SALE
performance del gruppo
Majestic Force e apki-Associazione ParKour Italia


dal 2 al 4 gennaio 2009 musica contemporanea in arti performative
BOX 3 edizione
percorso eclettico di contenuti attraverso la visione di 25 artisti
arti visive, teatro, performance, installazioni, design, video arte poesia, fotografia, musica
da un’idea di Salvo Mauro e Anna Carè
in collaborazione con TSI La Fabbrica dell’Attore



Il Teatro Vascello ospita nuovamente le contaminazioni della scena artistica contemporanea italiana e internazionale con la terza edizione di BOX: 25 giovani artisti di diversa formazione creeranno un percorso inedito attraverso arte visiva, installazione, design, video arte, performance e teatro.

BOX è una sperimentazione collettiva ed eclettica rappresentata metaforicamente da un modulo: il cubo, la scatola. Misterioso luogo di incubazione, simbolo di identità tra forma e contenuto, ma anche indicatore di evoluzione esponenziale nel tempo e nello spazio. Struttura cubiche perturbanti, elementi di elaborazione creativa che si installano nel tessuto urbano.

FASE 1, Avvertimento: innesco del processo attraverso il modulo BOX
Dopo un input iniziale imprevedibile e virtuale, atto a stimolare la curiosità dello spettatore, chi vorrà cogliere il messaggio insito nel progetto e procederà sulla stessa frequenza, farà il primo step fino ad approdare all’ambiente predisposto per lo scambio reale.
Il sistema BOX accoglie nella sua tridimensionalità fisica e metaforica il corpo e le suggestioni dello spettatore, attraverso il “contagio” della condivisione percettiva ed emotiva che muta il rapporto fra opera d’arte e fruitore. Un gruppo eterogeneo di artisti attivi sulla scena italiana e internazionale per una contaminazione emozionale diretta col pubblico.
BOX al Teatro Vascello propone l’avanguardia delle arti attraverso la ricerca di nuovi linguaggi performativi, presentando un appuntamento condiviso soprattutto grazie all’organizzazione dei Workshop di presentazione. Lo spazio diventerà multimediale aprendosi alle contaminazioni audio-video dei vj
BOX è un progetto in evoluzione, che vuole continuare al di là delle date fissate per gli eventi programmati in questi mesi. Artisti e visitatori potranno scambiarsi idee, avanzare proposte per avvenimenti futuri, alimentando il flusso di stimoli creativi liberi e autonomi.
BOX è uno stimolatore di sensazioni e riflessioni che offre la possibilità di entrare, aprire aree-contenitore.
Il pubblico sarà condotto in un percorso interattivo attraverso installazioni, fotografia, design, video arte, performance, musica e teatro ciascun artista aprirà una scatola diversa.


Aree – contenitori e contenuti
AREA VIDEO
Anna Carè (installazione e video)
Franco Losvizzero (installazione e video)
Lanvideosource (vj-set e installazioni)
N1ente (video e installazioni)
AREA ART
STEN E LEX ( Street-art )
ELNOS WORLD a cura di Deft desing gruppe (installazione e videoproiezione)
Zo-loft architecture & design S.r.l.(installazione e design)
AREA PERFORMANCE
Matteo Peretti e Alessio Facchini- studio GIGA (installazioni e performance)
MUSICA
Automatofonic (live set)
Okapi (dj set)
Davide-DVERSION(dj-vj)


Diffusione: chiaracrupi@artinconnessione.com +39.3382006735
Biglietto: 10 euro - ridotto 7 euro


6-7-8 gennaio 2009 musica contemporanea
Gruppo Musicale “ACUSTIMANTICO”
EM, ovvero Emanuel Carnevali va in America
Poesia, jazz, locali fumosi, sprazzi di rock, musica urbana, visioni psichedeliche, un concentrato dei sogni del ‘900 che nella vita e nell’opera di Emanuel Carnevali trovano un luogo davvero privilegiato
Tre date dell’omonimo spettacolo di musica-teatro e per la prima volta a Roma la mostra dedicata al Poeta, in concomitanza con l'uscita del disco degli Acustimantico a lui dedicato.


La straordinaria vita del poeta Emanuel Carnevali in un nuovo CD di Acustimantico, Em ovvero Emanuel Carnevali va in America, una “piccola opera di musica-teatro (come recita il sottotitolo) che propone il meglio dell’omonimo spettacolo, scritto da Danilo Selvaggi e Stefano Scatozza, che il gruppo ha dedicato al poeta.

Il disco sarà presentato in occasione delle tre date dello spettacolo che Acustimantico dedica a Carnevali al Teatro Vascello, il 6,7 e 8 gennaio 2009, con la voce narrante di Alessio Caruso, la presenza di Andrea Satta (Tetes de Bois) e di Arianna Gaudio, la tromba di Luca De Carlo (Tetes de Bois) e il pianoforte di Andrea Pagani, oltre ovviamente ad Acustimantico: Raffaella Misiti (voce), Stefano Scatozza (chitarra, musiche, arrangiamenti), Marcello Duranti (fiati), Carlo Cossu (violino), Stefano Napoli (contrabbasso), Massimiliano Natale (batteria e percussioni), Danilo Selvaggi (testi).
Nel disco, anche la voce lirica di Raffaela Siniscalchi, la chitarra di Sylvie Genovese e gli archi del Quartetto Pessoa, per un effetto orchestrale di grande suggestione artistica.

Il Teatro Vascello ospiterà il 6,7 e 8 gennaio la mostra su Emanuel Carnevali, per la prima volta a Roma, realizzata dalla Fondazione Rocca dei Bentivoglio di Bazzano, Bologna, luogo che accolse Carnevali nei suoi ultimi anni di vita, al ritorno dagli Stati Uniti.

Em ovvero Emanuel Carnevali va in America narra la storia di un giovane italiano che agli inizi del ‘900 compie il grande balzo ed emigra negli Stati Uniti per diventare, dopo la dura quotidianità che spetta a ogni migrante, uno tra i poeti più importanti del movimento americano di inizio secolo. Una vicenda emozionante e quasi incredibile, quella di Carnevali, in cui i temi dell´arte, della migrazione e della malattia si mescolano tra loro fino a comporre un unicum straordinario e profondamente toccante.

Gli Acustimantico sono una delle realtà più originali e suggestive della nuova canzone d´autore italiana. Nella loro arte si mescolano echi di musiche del mondo, avanguardia, sapori jazz, folk, pop e una forte componente poetica, il tutto sublimato nell´affascinante doppio danza-silenzio, entusiasmo-raccoglimento, delle loro esibizioni live.




Crediti

Testo originale, adattamenti, testi delle canzoni DANILO SELVAGGI
Musica e arrangiamenti STEFANO SCATOZZA

Voce cantante RAFFAELLA MISITI
Sax, musica di Bianco MARCELLO DURANTI
Violino CARLO COSSU
Chitarra, pianoforte in Snug Haven STEFANO SCATOZZA
Contrabbasso STEFANO NAPOLI
Batteria MASSIMILIANO NATALE
Pianoforte ANDREA PAGANI
Tromba LUCA DE CARLO
Contrabbasso in Merica Merica, Emanuel Carnevali va in America ANDREA AVENA

(Voci recitanti)
Sulla nave, Il dio delle cicche di sigaretta, Altrove ALESSIO CARUSO
Sketches of self #2, Snug Haven ARIANNA GAUDIO
Sketches of self #2, Eterna musica del mondo ANDREA SATTA
Eterna musica del mondo RAFFAELLA MISITI

(Quartetto Pessoa)
1° violino MARCO QUARANTA
2° violino RITA GUCCI
Viola ACHILLE TADDEO
Violoncello KYUNG MI LEE

Voce lirica in La sposa nella neve RAFFAELA SINISCALCHI
Chitarra in Altrove SYLVIE GENOVESE
Basso tuba in Merica Merica DANIEL HYPSO

Registrazione ed editing (Ottava Recording studio, Bonsai Studio) FABIO LANCIOTTI, ENRICO FURZI
Assistenza tecnica ANDREA “TRECCIA” D’AMICO
Mix e mastering (V38 studio) CARLO AMATO

Direzione e produzione artistica STEFANO SCATOZZA e DANILO SELVAGGI
Produzione esecutiva ACUSTIMANTICO, con il contributo di IMAIE e FONDAZIONE ROCCA DEI BENTIVOGLIO di Bazzano (Bo).

orari: ore 21
biglietteria: Intero € 10.00
ingresso + CD € 16.00


17-18 gennaio e dal 27 gennaio al1° febbraio 2009 prosa
Compagnia RICERCA E FORMAZIONE (onlus) presenta
l’Associazione Fonte di Castalia e Dynamis Teatro Indipendente in

EMMA E I CATTIVI COMPAGNI
Atto unico in 9 sequenze di Stefano Betti e Flavio De Bernardinis

Con: Andrea De Magistris, Marika Murri, Francesco Rossi Salvemini, Marcella De Marinis, Daniel Neri, Bernardo Casertano, Matteo Quinzi, Simone Liberati.
Regia: Andrea De Magistris
Scenografia e costumi Giampiero Mazzola;
Testi e musiche di scena Claudia Lanciani;
Fotografie Ivano Pulcini



Il progetto teatrale “Emma e i cattivi compagni” nasce da un’idea di Stefano Betti, autore dell’omonimo racconto, pubblicato da “Carmine Mario Muliere Editore”, e diventato subito un piccolo caso editoriale.

Sulla scia del successo del libro, l’autore ha pensato di scrivere anche una versione teatrale della storia di “Emma”, con Flavio De Bernardinis, che ha visto la luce, e andrà in scena dal 17 gennaio al 1 febbraio 2009 al Teatro “Vascello” in Roma. Lo spettacolo andrà in scena dal 19 al 23 gennaio in matiné per le scuole medie superiori, e dal 27 gennaio al 1 febbraio in serale per il pubblico.


EMMA E I CATTIVI COMPAGNI
Una storia di Stefano Betti.
Versione teatrale di Stefano Betti e Flavio De Bernardinis.

Anno 2005. Una professoressa di un importante liceo romano, Emma, ormai in pensione, convoca, nella stessa aula, la sua classe del 1975. A trent’anni di distanza. Per fare luce piena su una ferita ancora aperta. Mario, uno dei suoi migliori studenti, militante di sinistra, precipitato dalla terrazza del Giardino degli Aranci, sul colle Aventino. Il processo identificò in Lucio, militante di destra, l’esecutore del delitto. Ma Emma, la professoressa di entrambi, di tutti, dal 1975 è vissuta con un dubbio terribile. Che Lucio fosse innocente. Ecco dunque un nuovo dibattimento, a 30 anni di distanza. Nella stessa aula dello stesso liceo. Sono di fronte ancora una volta, nel 2005, la professoressa Emma e tutti i compagni disponibili di quel lontano 1975. Buoni, cattivi? Colpevoli, innocenti? E’ ciò che deve emergere da questa nuova, incredibile seduta di un processo a 360 gradi, sugli individui e la società, mai esaurito davvero.

L’atto unico “Emma e i cattivi compagni”, in scena dal 17 gennaio 2009 al Teatro “Vascello”, in Roma, racconta una storia di ieri che va in scena ancora nelle storie di oggi.

Il teatro, come nell’età classica, torna teatro della città, per la città. Dove la città, significava lo Stato. E il teatro era la sua inconfondibile tribuna. Quando, andare a teatro, era vivere la vita della città. La vita dello Stato.

Di fronte a “Emma e i cattivi compagni”, gli studenti di oggi, a teatro, partecipando a un frammento di vita degli studenti di ieri, trovano il sapore della tribuna di un tempo. Un luogo dove esercitare il confronto. Mettere a frutto la dialettica delle cose e delle idee. La vita civile di una società che non teme di rappresentare ciò che è attraverso ciò che è stata. Mettendo in scena, soprattutto, un’idea di ciò che ancora potrebbe essere. Non per volontà di un destino ineluttabile. Per la felicità visionaria, piuttosto, attraverso il teatro, di uno sguardo lucido e profondo.

Sono previste matinée per scuole dal 19 al 23 gennaio 2009.

orari: ore 21 domenica ore 17.00
biglietteria: Intero € 15.00 ridotto € 12.00 scuole € 10.00



lunedì 19 gennaio 2009 ore 20.30
EVENTO FUORI ABBONAMENTO
Compagnia RICERCA E FORMAZIONE (onlus) presenta
l’Associazione Fonte di Castalia e Dynamis Teatro Indipendente in

RECITAL "MEMORIA DI FUTURO"
Sequenza di brani tratti dal repertorio lirico, musical, da Gershwin e da “Emma e i cattivi compagni”:
Soprano Irene Rinaldi;
chitarra Alessandro Salustri;
pianoforte Vincenzo De Filippo.
regia di Flavio De Bernardinis






prezzo intero 12,00 euro
10,00 euro per i gruppi di almeno 10 persone


Dal 20 al 25 gennaio 2009 prosa
Compagnia RICERCA E FORMAZIONE (onlus) presenta
l’Associazione Fonte di Castalia e Dynamis Teatro Indipendente in

EDEMA (Medea)
Atto unico di Stefano Betti e Flavio De Bernardinis
Con Barbara MONTANARI e Severino Briccarello
e i musicisti:
Francesco LOMBARDI (tastiere)
Valerio PALMA (chitarre)
Fabio DE BERNARDINIS (batteria e percussioni)
Gianmarco Palma (basso)
Regia: Flavio De Bernardinis
Scenografia e costumi Giampiero Mazzola
Fotografie Ivano Pulcini



Lo spettacolo è un assolo della protagonista, Edema (Medea), rinchiusa in uno spazio claustrofobico (una cella? una stanza di ospedale?) la quale, discorrendo con le proprie forme pensiero (il pubblico, i tre musicisti che l’accompagnano), proclama la sua innocenza di fronte al sulfureo tribunale dell’uomo (una voce fuori scena).

Nello spettacolo, Edema (un edema è un livido sulla pelle; la protagonista ne ha due, come i figli che non ci sono più) è anche un’attrice, una grande attrice, che approfitta del ruolo prestigioso, ai confini del mito, per mettere in campo tutto il suo charme.

Edema, naturalmente, è anche una madre, una donna di oggi, e soprattutto è la Madre, l’archetipo della Terra.

In tale alternanza tra figura mitica, donna di oggi, attrice e diva di ogni tempo, lo spettacolo procede per un’ora circa. Un trio di musicisti è in scena con la protagonista a cadenzarne la performance.


E’ prevista una serata a tema, riguardante la chiave di lettura esoterica del mito, dove, alla fine della rappresentazione, esperti e studiosi affronteranno col pubblico le implicazioni, appunto, esoteriche, dello spettacolo appena proposto.


Il mito di Medea, la maga, la barbara. Alle origini dell’archetipo della Terra. Oggi Medea si potrebbe chiamare Edema. L’edema è un segno di violenza che affiora sulla pelle. La donna, bella e sola, che vediamo in scena, ne ha due. Come gli sventurati figli di Medea. Accanto a Edema ci sono tre musicisti: essi, suonando, l’accompagnano, la sostengono. Improvvisamente, una voce misteriosa irrompe in scena e tenta di catturarne l’anima. Riuscirà Edema a resistere? Colpevole o innocente, il suo destino è segnato nella stanza oscura che la avvolge, oppure, il padre, il Sole, sbaraglierà il campo e scenderà a liberarla? E infine, oggi, nell’ultima, estrema, declinazione del mito, chi è, veramente, Edema?

Come nell’età classica, infatti, il teatro è ancora uno sguardo collocato tra mito e realtà. Luogo di confronto dialettico tra ciò che siamo, e ciò da cui proveniamo. Questa versione contemporanea del mito di Medea cattura la vena sotterranea della condizione femminile, la rispecchia nel portentoso archetipo proveniente dall’età classica, e la rilancia nell’inquietante labirinto della società e cultura contemporanee. Gli studenti di oggi, a teatro, possono misurare il percorso che sfila dall’archetipo di sempre al labirinto di qui e adesso.. Dalle pagine dei libri studiati a scuola fino a una Medea nostra contemporanea. Per scoprire che Medea vive accanto a noi. E imparare magari a conoscerla, e non solo a riconoscerla.

Sono previste matinèe per le scuole dal 26 al 30 gennaio 2009

orari: ore 21 domenica ore 17.00
biglietteria: Intero € 15.00 ridotto € 12.00 scuole € 10.00



Dal 6 al 22 febbraio 2009 prosa
TSI La Fabbrica dell’Attore In collaborazione con il centro internazionale “La Cometa”
presenta
ASCESA E ROVINA DELLA CITTA’ DI MAHAGONNY
Da Bertolt Brecht
progetto e regia Lisa Ferlazzo Natoli

con

Paul Ackermann Fortunato Leccese
Heinrich Merg Giordano Di Palma
Jakob Smith / il Predicatore Justin Christian Piscitelli
Joseph Lettner / l’Uomo delle mappe Fabio Monaco
Leocadia Begbick Selene D’Alesandro
Mosè-Trinità / il Cantastorie Simone Castano
Mosè-Trinità / Clarke Matteo Latino
Willy il Procuratore Simone Barraco
Jenny Ramona Nardò
Cleo Ada Jebkin Elisa Porciattii
Polly Waarg Emanuela Lumare
Kattrin Singer Chiara Baston
Anna Balicke Imma Lombardi
Amalia Balicke Chiara Lombardo
Al Piano Ivano Guagnelli e Silvia Umile

regista collaboratore Monica Angrisani
immagini di scena Maddalena Parise
cori e canzoni Marta Zanazzi
costumi Gianluca Falaschi
scene Fabiana Di Marco
assistente alle scene Marianne Ferrand
aiuto regia Ilenia Caleo, Alice Palazzi
luci Luigi Biondi
fotografie Sveva Bellucci

Si ringraziano per la preziosa collaborazione
Gianluca Ruggeri, Jacopo Quaranta





Note
Cosa accadrebbe se, facendo un tentativo, costruissimo una città dal nulla nel mezzo di un paese qualsiasi e se la costruissimo per prosperare malgrado tutto, secondo una sola regola: “Tenete a mente: prima mangiare, numero due d’amor l’incanto, terzo, la boxe non tralasciare, quarto sborniarsi e questo è quanto. Ma sia ben chiaro che qui da noi nulla è proibito” ? E perché no? Sembrerebbe un piccolo paradiso d’anarchia.
La città di Mahagonny dice “Tutto è permesso” e tralascia intenzionalmente di mostrare l’altro verso della moneta, la domanda: “A chi?”. Lo scopriremo quando la città in fiamme avrà già chiuso le sue porte dietro alle nostre spalle; perché Mahagonny ha un piccolo difetto, ha bisogno di denaro, e la mancanza di questo è “il massimo dei delitti che possano darsi sulla terra”. Brecht - grazie ad un esperimento d’inversioni, facendo uso di temi popolari, ballate jazz, un coro di disgustosi e magnifici personaggi e un’ambientazione ‘americana’ che fa da eco amplificata alla Germania e all’occidente tutto - ci racconta che “siamo già all’inferno”. E, costruendo una piccola epica, scrive sui nostri cartelli di protesta: ”Per la proprietà privata. Per l’equa ripartizione dei beni ultraterreni. Per l’ingiusta ripartizione dei beni terreni”, come fosse una caustica messa nera del capitalismo. Mahagonny sembra non avere ‘luogo’, lascia però una scia e la sua mappa si riproduce dietro di noi appena crediamo d’avergli voltato le spalle. Lo scoprirà a sue spese Paul Ackermann, cedendo ad un azzardo, a un istinto oscuro, non proprio ‘rivoluzionario’ ma quasi. Quasi. Alla sua morte, ecco ciò che resta: in scena, su un guanciale, i beni terreni di Ackermann - l’orologio, la pistola, il libretto d’assegni e la camicia - e il coro di Mahagonny incalza in processione recando quei cartelli, mentre si sente ancora cantare “Oh, Moon of Alabama”.
Lavoro nato da ciò che è poco più di un soggetto se lo sÏ ‘estrae’ dall’opera musicale, lasciando solo l’anima di ferro, perfetta per riflettere sulla polis, e sui riti le regole e le scelte che ne segnano i passi. Per mettere brutalmente in scena un”’opera gastronomica”, come chiedeva Brecht, e divertita. Che lasci al pubblico, solo dopo, il compito di fare i conti con la natura di quella tavola riccamente imbandita per lui. Di quel soggetto abbiamo, insieme, riscritto il tracciato, azzardato biografie e personaggi nuovi, approfondito le linee; e così la mappa di Mahagonny si è disegnata attorno a immagini di nuove città o di uomini e donne sconosciuti, una foto della luna, canzoni di Weill, parole d’altri testi brechtiani - insomma una sorta d’omaggio a un teatro che ci ha innamorati e ci sta ancora indicando come “fare teatro per rendere il mondo più maneggiabile”.*

*Mahagonny è nato da una scommessa affidare a un gruppo di giovanissimi attori, il compito di far vivere la scrittura e le ragioni del teatro brechtiano;
Mahagonny ha fatto i suoi primi passi grazie alla determinazione di tanti collaboratori, e alla presenza del Centro Internazionale La Cometa, che è stato il motore silenzioso e il nostro primo cantiere.

orari: dal martedì al sabato ore 21.00 domenica ore 17.00
biglietteria: Intero € 15.00 ridotto € 12.00, scuole e università 10,00 euro


Dal 28 febbraio al 15 marzo 2009 prosa
TSI La Fabbrica dell’Attore presenta
I DIALOGHI CON LEUCO’
l’itinerario dei miti greci - omaggio a Cesare Pavese centenario della nascita
Da Cesare Pavese adattamento di Giancarlo Nanni e Cristina Kustermann
Con Manuela Kustermann, Sara Borsarelli, Graziano Piazza, Alberto Caramel, Gaia Benassi.
Regia: La Fabbrica dell’Attore

Sono previste matinèe per le scuole



orari: ore 21 domenica ore 17.00
biglietteria: Intero € 15.00 ridotto € 12.00 scuole € 10.00



Dal 20 marzo al 5 aprile 2009 musical (spettacolo non fruibile con Card abbonamento)
Diverbia et Cantica presenta
Lady Oscar - François Versailles Rock Drama
Liberamente ispirato a “Versailles no Bara” di Ryoko Ikeda
Di Andrea Palotto
Direzione Musicale e arrangiamenti Emiliano Torquati
Coreografie Rita Pivano
Regia Andrea Palotto



Diverbia et Cantica presenta “Lady Oscar - François Versailles Rock Drama”
Ispiratosi al famoso manga nipponico “Versailles no bara” di Ryoko Ikeda sbarcato sui nostri teleschermi nei primi anni ’80 col nome di “Lady Oscar”, lo spettacolo che narra le vicende di una giovane donna costretta dal padre a vivere in una uniforme maschile è, a tutti gli effetti, il primo Rock Drama italiano. Presentato alla maniera dei grandi musical anglosassoni, una delle forme artistiche più innovative ed in continua ascesa sul nostro territorio ed in Europa, il lavoro è un tributo al popolo della rivoluzione del 1789 e ai movimenti che hanno segnato le tradizioni e le culture europee, cambiandone profondamente il pensiero. Una storia di forte impatto emotivo e grande interesse culturale, drammatica nel suo svolgimento e basata su realtà storiche e temi sociali ancora attuali come quelli della disuguaglianza, della disperazione causata dalla ostentazione degli eccessi della ricchezza in contrapposizione agli stenti della povertà, dell’amore che mette a nudo l’animo umano e della follia inaspettata che ne consegue. Un parallelo significativo, un confronto fra modelli sociali lontani più di due secoli, ma che presentano le stesse problematiche, incongruenze e discriminazioni.



Sfumature musicali più decise e rock introducono i contesti del popolo, più frivole e leggere quelli in cui la corte di Versailles si esibisce in tutta la sua incurante maestosità. Autore dell’Opera è Andrea Palotto, che ne curerà anche l’allestimento. Gli arrangiamenti e la direzione musicale sono affidati al maestro Emiliano Torquati, mentre le coreografie sono firmate da Rita Pivano. Anche le scene di Gianluca Amodio seguono la doppia dimensione popolo/corte, in cui gli abiti, reinterpretati da Bianca Borriello, si mescolano in un tutt’uno con la materia scenografica. Da sottolineare la collaborazione col campione del mondo di scherma Stefano Pantano, che curerà i duelli di spada.

Sono previste matinèe per le scuole

orari: ore 21 domenica ore 17.00
biglietteria: Intero € 22.00 ridotto € 18.00 gruppi € 15,00 scuole € 10.00 solo matinée



Dal 7 all'11 aprile 2009 prosa
Fattore K
TRA LA TERRA E IL CIELO
di Giorgio Barberio Corsetti
Con Federica Santoro, Filippo Dini, Andrea Di Casa, Fiora Blasi
Regia di Giorgio Barberio Corsetti

Drammaturgia Giorgio Barberio Corsetti
Assistente alla drammaturgia Giampiero Rappa
Assistente alla regia Raquel Silva
Scenografia Cristian Taraborrelli
Costumi Marina Schindler
Direzione tecnica e luci Gianluca Cappelletti


Diavoli spuntano da sottoterra, angeli giungono al volo dal cielo; cinque personaggi, un uomo ed una donna, un ragazzo e una ragazza, un mago, colti in diversi momenti della loro quotidianità, sono costretti dalle extrasensibili irruzioni a un confrontarsi con l’eterna lotta tra il bene ed il male.
Anche Dio si rivela, appare e porta prove ed argomenti a favore e contro la propria esistenza.
Nel mondo dei nostri giorni si svolge la piece, un “mistero”, o auto sacramental moderno e profano, tanto comico e triste, serio e ridicolo quanto lo sono le vicende che costellano la nostra esistenza in questi tempi frastagliati e piatti.
Si metteranno in opera trucchi e cabale elettroniche, proiezioni, illusioni, trompe l’œil, apparizioni.
Dialoghi serrati, tanta suspense… Infatti tra l’altro viene trattata la questione principale scottante: cosa aspettarsi dopo la visita della Comare Secca? Naturalmente anche Lei interviene a dire la sua… non lineare, naturalmente, è la Falciatrice... anzi molto ambigua e fredda… ma gli spiriti che la accompagnano al contrario si accalorano, e contraddicono, ovviamente… niente di certo se ne può ricavare, ma tante opinioni contraddittorie… come le nostre oscillazioni su questi argomenti ultimi.
Giorgio Barberio Corsetti



NOTE
Si racconta la giornata di cinque personaggi: un uomo ed una donna, arrivati e pieni di certezze, e un ragazzo ed una ragazza, agli inizi della loro lotta per la sopravvivenza, pieni di incertezze e un mago.
Ognuno dei quattro vive un giorno un po’ speciale, perché oltre alle persone che fanno parte della sua abituale quotidianità, incontra angeli, diavoli, e a un certo punto la Morte, con il suo seguito di spiriti, che si presenta per ricordare che tutti alla fine le appartengono.
Nel fondo si agita e dibatte la questione morale, ovvero l’antica lotta tra il bene ed il male, e l’eterna domanda: perché sia possibile il male nel mondo e nell’uomo.
Ognuno degli attori, oltre a interpretare il proprio personaggio principale, ricoprirà i ruoli “secondari” nella giornata degli altri personaggi principali: in più in un momento ognuno dei quattro principali incontrerà gli altri… Questo permetterà di creare una sarabanda di situazioni e di vedere sfilare una notevole galleria di personaggi “moderni” e di altri più “antichi”, vale a dire metafisiche presenze, della cui realtà si può dubitare, ma di cui è difficile sbarazzarsi nell’immaginazione…
Lo spettacolo è pensato per spazi teatrali di media grandezza. Lo spazio scenico sarà diviso in due: da una parte un set in campo blu per le riprese video, dall’altra uno schermo bianco. Nella parte blu una telecamera riprende gli attori sul fondo neutro, che poi elettronicamente sono immessi nell’immagine di scenografie varie, create in modellini e riprese a vista. Sullo schermo è proiettato il risultato della sovrapposizione. Gli attori potranno così recitare anche davanti allo schermo dialogando con l’immagine dei propri partner, o direttamente con loro nel blu. Dunque nello stesso tempo lo spettatore può vedere gli attori in azione, l’elaborazione del modellino e la sovrapposizione delle due immagini nello schermo.
Un cortocircuito tra presenza ed immagini, realtà ed immaginazione, che ben si presta al tema metafisico della piece.
Gli oggetti, i luoghi, gli ambienti non sono reali, tutto si svolgerà nel vuoto, nella scena blu che è pura virtualità. La tecnica utilizzata è quella del “chroma-key”. Tutto si presta a un gioco di teatro molto scoperto, reso evidente con l’artificio dell’elettronica e dell’elaborazione delle immagini.
Il pubblico godrà di una visione multipla e assisterà al montaggio di una realtà virtuale, avendo sotto gli occhi il processo che la definisce.

dal martedì al sabato ore 21.00 domenica ore 17.00
prezzi 15,00 euro intero - 12,00 euro ridotto - ridotto studenti 10,00 euro


Il 7 aprile dopo lo spettacolo (ore 23 circa) Grande festa di primavera per il teatro (ingresso libero)

Giorgio Barberio Corsetti scrive: Siamo stati all'Auditorium per cinque giorni, e lo spettacolo Tra la terra e il cielo è andato molto bene, per questo abbiamo deciso di riproporlo al teatro Vascello dal 7 all'11di Aprile, subito prima di Pasqua.
Rimandiamo la stessa lettera che avevamo inviato all'epoca.
Le date cambiano, i temi no, ed i tempi neanche, purtroppo.
Ma noi sempre più fieri e convinti del nostro lavoro ci battiamo con tutti i mezzi a disposizione, per riuscire a farvelo vedere ed il tramite migliore, quello in cui crediamo di più, sono le persone.
Il giorno della prima, il 7 Aprile, dopo lo spettacolo ci sarà al Teatro Vascello una grande Festa di Primavera dedicata al Teatro, ed a tutti quei teatri che a Roma attualmente sono in difficoltà o a rischio di chiusura.
Siete invitati!

Questa lettera è il tentativo di comunicare direttamente con voi, le persone che potrebbero essere il nostro pubblico...
Vorrei dare il via a quel meccanismo prezioso che è il passa-parola, disinteressato di solito, diretto e immediato…
In questo caso mi permetto di farlo su un lavoro che ho fatto io…
Per il passaparola c'è bisogno di tempo, il tempo sano della comunicazione diretta tra individui…
Ma gli spettacoli spesso possono stare nelle sale poco tempo, e devono essere colti al volo... poi scompaiono per sempre...
Questa è una lettera per l'apparizione di questo spettacolo davanti a voi prima della sua scomparsa...
Ecco, io vorrei iniziare un passa parola su "Tra la terra e il cielo" il mio ultimo lavoro…
Vorrei davvero che voi vedeste questo spettacolo...
Perchè l'ho scritto, diretto e ne sono fiero...
Perchè si interroga sul bene e sul male…
Perchè parla del mondo in cui ci troviamo a vivere, ed è l'unico a nostra disposizione in questo momento, anche se sicuramente deve essere trasformato...
Perchè fa ridere..
Perchè ci sono angeli, diavoli e altre figure dei tarocchi…
Perchè queste figure sono impresse dentro di noi, come un marchio di fabbrica…
Perchè si tratta di questioni terribilmente serie…
Perchè vi appare la morte, che prima o poi…
Perchè si parla degli inganni e delle apparenze…
Perchè è ricco di immagini, di invenzioni e cabale elettroniche…
Perchè conoscerete il mago Lux...
Perchè ho avuto la fortuna di lavorare con quattro attori molto bravi che interpretano venti personaggi e danno l'anima e si divertono...
Perchè ci sono le musiche…
E mille altre ragioni che non posso qui elencare tutte…
Insomma riverito pubblico, vi aspettiamo in teatro ansiosi e solleciti
felici di ritrovarvi dopo una lunga assenza…

Giorgio Barberio Corsetti



Dal 15 al 19 aprile 2009
DOPPIO ASSOLO DANZA CONTEMPORANEA

Sosta Palmizi – Senza Piombo
NON TRASCURO
Coreografia, interpretazione Sara Simeoni
Musica Alessandra Celletti, Paki Zennaro, Random-Inc, Clogs, Riccardo La Barbera, Brahams
Disegno luci Danila Blasi
Video Stefano Maksan Di Martino

Co-produzione Sosta Palmizi - Senza Piombo - Cs 376
Con il sostegno Centre Chorégraphique National Roubaix Nord- Pas de Calais

Durata 30 min.

Non Trascuro è un viaggio a ritroso - dentro me - fino a raggiungere una piccola cavità formatasi nel mio polmone sinistro.
All’interno di questo “buchetto” mi sono denudata, abbandonandomi al vuoto nero di quel luogo.
Lasciandomi andare a quel silenzio. E’ proprio cedendo al silenzio che il corpo lentamente ha parlato.
Parole che si sono trasformate in vibrazione, in canto.
Come, forse, quel canto di cui parla Etty Hillesum, quando, deportata dal lager di Westerborg per dirigersi ad Auschwitz,
scrive “ abbiamo lasciato il campo cantando”.






Immobile paziente
DEFORME CAOS DI FORME ARMONIOSE
di e con Caterina Inesi
musiche live Marco Della Rocca
testi da “Romeo e Giulietta” di W. Shakespeare
da un’idea di Debora Giannetti e Caterina Inesi

Quando è sola, è in apparente armonia, in intima relazione con la musica che esce dal suo computer.
Tutta sola, traduce nel linguaggio del corpo una pulsione oscura mista ad una strana ilarità che risuona nella musica che le appartiene.
Ma l’equilibrio è instabile, i suoni hanno dentro qualcosa di oscuro e distorto, suggeriscono uno spaesamento, un’incertezza che, si prolunga, non si risolve: la realtà non è poi così familiare.
In questa bolla di solitudine, tra frammenti d’inquietudine, s’insinua un elemento musicale estraneo e opposto, che spezza con decisione il fragile equilibrio, produce una disarmonia e quindi un susseguirsi di circostanze: nel tentativo di ristabilire l’ordine si crea un continuo passaggio dalla confusione alla geometria, dalle forme aperte a quelle chiuse, dall’impulso alla fluidità. L’alternativa tra la solitudine e l’apertura verso l’altro si propone in varie forme musicali e di movimento.
La soluzione del dualismo tra “grazia e brutalità” non esiste, è impossibile accettare l’opposto nella sua interezza, l’unica possibilità è quella mantenere le dissonanze, le distorsioni e le oscurità in uno stato di continuo movimento.





Dal 21 al 26 aprile 2009

Opificio Trame
RESISTENZE
Coreografie di Federicapaola Capecchi
testi e drammaturgia: Riccardo Walchhutter
musiche originali e canto: Maurizio Corbella
Con: Riki Bonsignore, Federicapaola Capecchi, Arianna Cavallo,
Maurizio Corbella, Elisa Garbarini, Yuri La Cava



durata: 60 minuti

"Resistenze" è lo spettacolo che ha permesso alla coreografa Federicapaola Capecchi di essere selezionata per il progetto internazionale Choreographic Collision part 1 e 2 e di debuttare, a giugno 2008, alla 6° Biennale Internazionale di Danza Contemporanea di Venezia (Direzione artistica di Ismael Ivo), con una creazione originale sul tema “Beauty. Art is beautiful!”, all'interno della piattaforma "Giovani coreografi italiani”.
Lo spettacolo, a novembre 2008, ha ricevuto il Premio Nazionale La Torretta "destinato a tutti coloro che con il loro lavoro contribuiscono all'esaltazione dell'arte, della cultura, della solidarietà e ad elevarne i contenuti".
Resistenze è emblematico della ricerca che Federicapaola Capecchi porta avanti da anni, un teatrodanza in cui parola, musica, corpo e coreografia s'innestano l'una sull'altra divenendo in scena un unicum indivisibile, suggestivo, evocativo e propositivo.
Si susseguono parole, respiri, la mappa delle emozioni dei danzatori-attori che si aprono ad un'espressione in cui il corpo è riflessione e poesia, fonte di continue risorse in un permanente alternarsi tra realtà e desiderio, tra sogno e vita, divertimento. Corpi che si raccontano, confidano pensieri ed affetti che, per quanto unici e personali, alla fine riguardano tutti, perché nulla ci è estraneo. Confidenze strutturalemente essenziali ed emotivamente sferzanti, che colpiscono per purezza ed omogeneità. Così come i gesti. Su tutto, parole, danza, gesti un linguaggio vissuto, che arriva dal corpo e vi respira, senza automatismi né artifici tecnicistici. Esprimono il massimo della forza e della fragilità. Sembrano a volte sculture che sfiorano il piano dell'effimero, sospese in maniera inesorabile sulla scena. Tutto avvolto in un alone di serenità e confidenza. Punto di partenza, i rapporti tra gli individui, la dimensione dei rapporti tra gli uomini, da ciascuno sviluppata in modo soggettivo, secondo le proprie esperienze, anche e soprattutto le più intime. Le musiche sono originali, composte da Maurizio Corbella, che è sul palco con una strumentazione limitata ad una chitarra elettrica, voce ed effetti analogici. Le musiche seguono un canovaccio ma sono largamente influenzate in maniera estemporanea dalla performance dei danzatori. Così facendo si ha uno spettacolo mai uguale, in cui l'improvvisazione gioca un ruolo fondamentale. Le musiche sono pensate al totale servizio della danza e lavorano soprattutto in modo evocativo, portando a galla il sottotesto, di volta in volta ironico, alienato, doloroso o dolce delle coreografie. I testi sono di Riccardo Walchhutter.



FEDERICAPAOLA CAPECCHI
Coreografa e Danzatrice ha debuttato questo giugno 2008 all'interno della 6° Biennale Internazionale di Danza Contemporanea di Venezia (Direzione artistica di Ismael Ivo), con una creazione originale sul tema “Beauty. Art is beautiful!”, all'interno della piattaforma “giovani coreografi italiani”, frutto del progetto Choreographic Collision Part 1 e 2.
Inizia studiando danza classica presso la Scuola Aurelio Millos e poi alla C.S.C di Milano, oggi SPID, con Elisabeth Kahan e David Sutherland. È con un Residenziale di Adriana Borriello presso il Teatro Elfo di Milano il suo primo incontro con la danza contemporanea. Prosegue in questa direzione studiando con Susanna Beltrami, Brigitte Hyon, Dominique Dupuy, Franco Reffo, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni. Il '96 è un anno importante, nel quale incontra sia la danza butoh, che il teatrodanza. Per la danza butoh studia e lavora con Kayo e Yukio Mikami, partecipando anche alla produzione internazionale “Luna di Terra” al Teatro Franco Parenti di Milano. Incontra inoltre il maestro Kazuo Ohno e il figlio Yoshito Ohno, al Teatro Comunale di Ferrara. Ma è l'incontro con il teatrodanza che segna il suo percorso formativo e di ricerca. In questo senso importanti per il suo percorso artistico sono i seminari e i corsi di aggiornamento di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, Felix Ruckert, Raffaella Giordano e Giorgio Rossi. Nel tempo si dedica assiduamente allo studio e alla pratica della contact improvisation rinterpretandola ed elaborandola in un proprio codice coreografico. Su tutto, danza, parole, gesti cerca un linguaggio vissuto, che arriva dal corpo e vi respira, senza automatismi né artifici tecnicistici. Dopo una felice esperienza con Marco Baliani nel progetto “Le Antigoni della Terra” a Bologna, decide di completare il suo percorso artistico approfondendo anche la formazione attorale, frequentando per diversi anni la scuola di teatro di Opus Personae a Milano, “Progetto Novecento” di M. Pernich e della Regione Lombardia e laboratori intensivi sul lavoro attorale con Danio Manfredini. La sua ricerca e curiosità la spingono costantemente a confrontarsi ed approcciare nuove e diverse esperienze, come la danza africana, tradizionale e di espressione, il bharatanatyam, l'afro-contemporaneo, e a seguire corsi di aggiornamento di drammaturgia e scrittura scenica parallelamente a quelli di danza contemporanea. Nel 2006 è invitata al Festival Internazionale di Gorazde “Prijateljstva”, Bosnia Erzegovina, con lo spettacolo “Hybris” del quale cura lo studio del movimento e le coreografie. Nel 2002 fonda con Riccardo Walchhutter, drammaturgo-scrittore, la compagnia OpificioTrame. Con questa, in collaborazione con Medici Senza Frontiere e Mani Tese, realizza, tra gli altri, lo spettacolo “Bambini non tirate gli estintori ai carabinieri” in replica dal 2003 e, nel 2006, e lo spettacolo “Resistenze”, la cui coreografia le vale la selezione per la prima parte di Choreographic Collision, progetto di ricerca coreografica di Viviana Palucci e Manola Bettio di FNASD e Biennale Internazionale della Danza Contemporanea di Venezia. In questa occasione approfondisce il lavoro di coreografa e di danzatrice contemporanea con Ismael Ivo, Jacopo Godani, Ted Stoffer, Reinhild Hoffann e Mi Na Yoo. Attualmente lavora a due nuove produzioni: “Hobo” e “Il carrello tiene tra i denti”.


Dal 28 al 30 aprile 2009

Compagnia Atacama
ISTRUZIONI PER RENDERSI INFELICI
Coreografie e Regia: Patrizia Cavola, Ivàn Truol
Interpreti: Patrizia Cavola, Rozenn Corbel, Ivàn Truol, Marco Ubaldi.
Musicista dal vivo: Marco Ubaldi
Musiche originali: Epsilon Indi
Costumi: Mariella Visalli
Luci: Danila Blasi

Nel 2007 lo spettacolo ha ricevuto il
Premio “Teatro” Città di Aversa 2007,
Premio Speciale Compagnia Vincitrice



Lo spettacolo è liberamente ispirato ad “Istruzioni per rendersi infelici” di Paul Watzlawick, un divertente manuale, uno specchio ironico, guardando il quale ci è possibile – tra il divertimento e il disagio di riconoscerci - intravedere quei meccanismi che quotidianamente ci tengono impegnati a costruire la nostra infelicità.

Le modalità sono infinite: si possono innescare meccanismi utili a distruggere la propria relazione d’amore, come anche qualunque altra relazione umana; ci si può arroccare nell’essere fedeli ad ogni costo a se stessi, così da non poter interagire, né essere in armonia con il resto del mondo; si può vivere nel sospetto e nella sfiducia verso gli altri, barricandosi nelle proprie convinzioni e regole culturali, fino al punto di rifiutare tutto quanto è estraneo, diverso e quindi minaccioso.

Protagonista è l’essere umano e l’inferno barocco dei rapporti umani.
Un’ umanità impegnata a rendersi la vita impossibile, che crea a questo scopo situazioni a volte esilaranti e a volte surreali.
L’ironia accompagna lo sguardo su una materia di per se dolorosa e problematica.

…il tentativo di modellare a nostro piacimento l’altro e gli accadimenti della vita…
…l’ansia che ci spezza il respiro…
… la confusione per quanto vogliamo e respingiamo…
… l’indipendenza e il bisogno d’amore…
…il sospetto, la sfiducia, l’influenza che vogliamo esercitare…
… la rabbia, il controllo, l’assurda necessità di eliminare il rischio, l’errore

Indagare sugli esseri umani, frugare tra i pensieri, i meccanismi, l’abisso delle emozioni, è qualcosa che ha sempre interessato ed è stato materia della ricerca di Atacama.
I linguaggi di cui ci si serve in questa creazione sono multipli: parola, danza, musica dal vivo, proseguendo ed approfondendo la strada della ricerca di un teatro fisico che si situa in una zona di confine e di commistione dei linguaggi.

Un pò Charlot, un pò Keaton, un pò Clodette Colbert, un pò sposa volante di Chagall, gli uomini e le donne, personaggi di Istruzioni per rendersi infelici armeggiano con le proprie vite su un palcoscenico vuoto, nero, rumoroso come il mondo. Vestiti a strisce nere e gialle, come quei manichini snodabili che simulano la reazione del corpo umano e che sono utilizzate per le prove tecniche di sicurezza delle auto, i quattro ballerini di Atacama ... hanno volti umani, troppo umani. Ordinano e obbediscono, si accoppiano e si combattono, interagendo meccanicamente, e dunque con effetto comico, mostrando come nella quotidianità di gesti ed emozioni si possa essere fermamente decisi a voler essere infelici...Dal punto di vista coreografico il salto acrobatico è normalizzato e inserito nel gesto della vita quotidiana. L’effetto più originale interessante nel suscitare riflessioni sul vivere umano è l’inserimento reciproco dei corpi alla ricerca del piacere irraggiungibile in un tetris fluido, rapido, indolore e senza dubbio efficacemente infelice...Simili ... a Keaton, i protagonisti di Istruzioni non combattono un brutto mondo ma lottano miseramente con le ombre esplose sul palcoscenico, metafore della loro mente.
VERONICA FLORA
CINEMA AVVENIRE.IT





Giovedì 7 e venerdì 8 maggio

SAPORE DI SALE
con
ROBERTO BALDASSARI
ENZO CURCURU’
LEONARDO FAIELLA
MASSIMO FANELLI
LILIANA MASSARI
VALERIA MILILLO
EMANUELE SILVESTRI
CLAUDIA VEGLIANTE

musiche dal vivo Giulio Berutto
luci Hossein Taeri
aiuto regia Eugenio Saravo

testo e regia LUIGI SARAVO



“…come in ogni viaggio che si rispetti, nel raccontare questa storia ci è sembrato di riconoscerne altre simili, proprie dei nostri giorni…
Così, in fin dei conti, se il protagonista della nostra storia non fosse un pastore lucano ma qualche maghrebino, la situazione non cambierebbe poi molto.“

La manifestazione è realizzata con il sostegno del Comune di Roma,
Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione.


Matera, anni Sessanta.
In soli tre anni, dalla Lucania salgono al Nord più di 3.000 persone.
Roberto è un pastore, con la sua casa scavata nella roccia e il suo gregge, una moglie ed un figlio.
Roberto è padrone del suo mondo, seppur piccolo. Condivide la miseria, il freddo e la solitudine con le sue pecore fintanto che il suo Dio non colpisce il suo gregge, sterminandolo.
Decide allora anche lui di muoversi alla volta di Torino. Entra a far parte di quella catena di montaggio che è la Grande Fabbrica, dove incontrerà un’altra solitudine, questa volta amalgamata con la strana inquietudine di diventare altro, di incontrare una donna, di comprare una delle macchine fiammanti su cui e per cui un giorno muore in un incidente sul lavoro.
Sapore di sale è uno spettacolo con una connotazione molto particolare che si esprime attraverso gli opposti, suscitando contrasti surreali attraverso passaggi vigorosamente autentici. Un gregge giocattolo, una coreografia hollywoodiana, monologhi dialettali, eccentrici abiti dell’epoca e perfino una pecora vera, saranno elementi indispensabili al racconto delle speranze, le illusioni e i sogni che hanno mosso l’Italia del boom economico, l’Italia che ha fatto la storia.
Con una leggerezza propria a chi non ha vissuto, con uno sguardo ironico e mordace, si vivranno le fatiche tragicomiche e i risvolti psicologici di un inserimento socio-culturale di cui l’ossuto pastore operaio non ne è che l’emblema. Emblema rappresentativo di una generazione passata sulla carta ma attuale e viva nella quotidiana realtà contemporanea.
Un impegno teatrale che vede le giovani generazioni del Centro Internazionale Arti Contemporanee, girarsi verso il passato per tentare di comprendere il presente, dando un senso ai sogni dei padri, dei nostri padri, in un viaggio all’interno delle speranze e delle cicatrici del nostro recente passato, per avvicinarsi a sogni simili, appartenenti a tanti poveri pastori del nostro tempo.


Inizio spettacolo ore 21.00 INGRESSO GRATUITO FINO AD ESAURIMENTO POSTI
Prenotazioni telefoniche al numero 06.5881021 fino a esaurimento posti. La prenotazione è valida entro le ore 20,30 del giorno di spettacolo. I posti non sono numerati.


Dal 12 al 24 maggio 2009

La Fabbrica dell'Attore - Creuza S.r.l. - OltreLaScena
con il contributo di IMAIE
GOD SAVE THE PUNK
Ideazione e Regia Carmen Giardina
Elaborazione drammaturgica M. Odino, C. Giardina, A. Vinci
Videomaking e Digital-Scene Sergio Gazzo
Costumi Eva Coen
Musiche a cura di Pivio&Aldo De Scalzi
Collaborazione alla regia e organizzazione generale Aldo Vinci
Aiuto regia e organizzazione Anna Contieri



Il teatro racconta il Punk.
L'ultimo fenomeno musicale, sociale e culturale che ha influenzato in modo così profondo il mondo giovanile, durato lo spazio di un’esplosione ma con una ricaduta che non ha ancora cessato la sua influenza.

LA MUSICA
LA RABBIA
I PROTAGONISTI
LE IMMAGINI
LE PAROLE
I LUOGHI
LE DROGHE
IL SESSO

Dai padri e ispiratori Lou Reed e Iggy Pop, ai Sex Pistols e il punk inglese.
Tre attori, un impianto scenico con 200 mq di proiezioni video, soundtrack esplosiva, personaggi mitici che di volta in volta rivivono o raccontano un movimento violento e nichilista ma anche creativo e innovatore.
Un linguaggio teatrale originale e trans-generazionale, ideale collegamento tra i ventenni d'oggi e la ”blank generation”.
La storia senza censura del PUNK.

“MUORI PER LA MUSICA.
NON MORIRESTI VOLENTIERI PER QUALCOSA DI CARINO?”
(LOU REED)

Le repliche della domenica pomeriggio dello spettacolo si terranno alle ore 18 invece che alle ore 17



www.godsavethepunk.com


25, 26, 27 maggio 2009

RITORNO A BERESHIT
LETTURA E COMMENTO DELLA GENESI
a cura di YARONA PINHAS e MANUELA KUSTERMANN

video e multimedia Paola Raguzzi
musiche scelte Massimo Micciulli

luci Valerio Geroldi
macchinista Danilo Rosati



Scoprire da dove vieni e sapere dove stai andando
è il Principio, è la radice del Sé, è la sorgente dell'Uno


"Ritorno a Bereshìt" rappresenta l'esigenza di percorrere un viaggio nei motivi più intimi dell'esistenza umana per ri-scoprire il compito dell'uomo all'interno dell'opera divina.
Un percorso affascinante attraverso gli strumenti della Creazione: la Parola e le lettere dell’alfabeto ebraico.
Queste lettere di luce che diventano forma, suono e numero sono gli strumenti creativi, le chiavi di lettura che ci aiutano a leggere attraverso le pieghe dell'esistenza.
Le forme-luce e il suono faranno affiorare nello spettatore i temi fondamentali per comprendere il senso della vita e ritornare allo scopo originario della Creazione.
Dal Principio alla cacciata dall'Eden, dalla dimensione spirituale alla caduta nella materia, dalla completezza alla parzialità, emergono risposte che generano domande, le giuste domande.

La voce e il commento di Yarona Pinhas, studiosa di Torà e mistica ebraica, l'interpretazione di Manuela Kustermann, le proiezioni della video artista Paola Raguzzi e le musiche scelte da Massimo Micciulli guideranno il pubblico nei sentieri di Genesi.

Il palcoscenico del Teatro Vascello in questo singolare spettacolo-conferenza si animerà di suggestioni poetiche che prenderanno forma attraverso la lettura, le immagini e la musica arrivando direttamente al cuore del pubblico.


Yarona Pinhas nasce in Eritrea da una famiglia di origine yemenita di Aden. Compie i suoi studi universitari in Israele presso l’Università Ebraica di Gerusalemme laureandosi in Linguistica e Storia dell’Arte. Agli inizi degli anni ‘90 arriva in Italia per motivi di studio e fra l’altro insegna ebraico moderno presso l’Orientale di Napoli. In questo periodo inizia l’attività di docente di mistica ebraica, che deriva da un suo naturale interesse verso i temi della Tradizione Orale Ebraica. La sua attenzione è rivolta principalmente a mettere in luce i valori “al femminile” della Torà. Al contempo prosegue ed espande la sua attività di studiosa e pubblicista con articoli e interventi su varie pubblicazioni. Con la casa editrice Giuntina ha pubblicato La saggezza velata. Il femminile nella Torà e Onda sigillata. Acqua, Vita e Parola.

Manuela Kustermann ha cominciato a recitare giovanissima, nel 1963, diretta da Carmelo Bene: era Ofelia in “Amleto” di William Shakespeare. Ha impersonato ruoli classici ed è stata icona dell’avanguardia non solo romana nel decennio tra il 1960 ed il 1970, legando il suo percorso artistico al regista Giancarlo Nanni, con cui dirige dal 1989 il Teatro Vascello. Tra i tanti titoli, “A come Alice”, ebbe tale successo che dal debutto nel 1970 ha continuato a restare in repertorio (allestimento più recente nel 1996). Dal 2001 la Kustermann firma anche alcune regie, tra cui il recente “L’amore mio non può” (2008), tratto dall’omonimo romanzo di Lia Levi, di cui è anche interprete.


Biglietti
15 € intero, 12 € ridotto, 10 € ridotto studenti


25, 28, 29, 30, 31 maggio 2009

BOX III ART FESTIVAL
www.box3.it

BOX REGALA UN VIAGGIO con MSC CROCIERE !
MSC Crociere mette a disposizione una crociera che verrà sorteggiata nel mese di maggio 2009; il giorno esatto del sorteggio e il luogo di destinazione della crociera verranno comunicati a breve.
Come si partecipa al sorteggio?
Tutti partecipanti alle repliche di BOX III presso il Teatro Vascello dovranno (se vorranno) compilare una scheda lasciando i propri dati e parteciperanno all'estrazione nel mese di maggio della vacanza crociera. Il vincitore verrà tempestivamente informato.

MOVIMENTI CINECOREOGRAFICI
Cinema documentario sul mondo della danza
in collaborazione con Doc Fest
Parallelamente al cartellone della danza, il Teatro Vascello, in collaborazione con DOC Fest, propone Movimenti cinecoreografici, una rassegna di cinema documentario sul mondo della danza, che aprirà una finestra sulle realtà più innovative del panorama internazionale. Il Doc Fest è un’ Associazione culturale che dal 2004 oltre a organizzare il “Festival di Palazzo Venezia”, concorso internazionale di film documentari d'arte, architettura, cinema, teatro, musica e danza, raccoglie nei suoi archivi la migliore produzione documentaristica, cinematografica e televisiva a tema culturale realizzata in tutto il mondo.

INGRESSO LIBERO
tutte le domeniche pomeriggio dopo la replica dello spettacolo di danza nel foyer del Teatro Vascello

5 ottobre 2008 ore 19.30

CAR MEN
(Olanda / 2006 / 28' / Solo musica, Regia di Boris Paval Conen)
Film ispirato all’epopea senza tempo della Carmen e ambientato in una miniera di carbone nella Repubblica Ceca.

UZES QUINTET
(Francia/ 2004/ 26’/ solo musica, regia di Catherine Maximoff).
cinque coreografi, cinque mondi e diversi e singolari linguaggi del corpo.


12 ottobre 2008 ore 18.30

SABURO TESCHIGAWARA DANCER L’INVISIBLE
(Francia/2008/ 58’ giapponese e inglese sottotitoli inglese, regia Elisabeth Coronel).
Il coreografo Saburo Teshigawara, uno dei massimi esponenti della danza in Giappone, si presta per la prima volta a un ritratto videografico. Nel documentario anche una performance interpretata da giovani non-vedenti.



19 ottobre 2008 ore 18.30

LA RIBOT DISTINGUIDA
(Svizzera / 2004/ 63’/ francese sottotitoli inglese, regia Luc Peter).
Girato tra Londra e Madrid, il documentario diretto da Luc Peter è un ritratto intimo di questa artista contemporanea così come una presentazione dei suoi ammirevoli pezzi.



23 novembre 2008 ore 18.30

ANIMAL REGARD
(Francia/ 2003/ 27’/ Solo musica, Regia Beniamin Silvestre).
Esibendosi da un posto ad un altro, anime solitarie si sbiadiscono attraverso i movimenti del proprio corpo, creando così un nuovo linguaggio, un nuovo territorio dove uomini ed animali diventano una cosa sola.

E LIGHT!
(Belgio / 2004/ 24’ / solo musica, sottotitoli in italiano, regia Patrick Lemy).
La performance Light! Con i suoi sentieri di luce ed ombre, si presenta bene ad uno sguardo cinematografico, le immagini si alternano tra la realtà di un copro, tra un mondo interiore ed il suo colossale, deformato ingrandimento.


30 novembre 2008 ore 18.30

STALEN NEUZEN
(Olanda /1996 / 41'/ solo musica, Regia Erik Van Zuilen) La coreografa Krisztina de Chàtel porta i suoi ballerini in Ungheria nel suo paese natale, un film accattivante che mette in mostra l'opera di Krisztina de Chàtel sotto una luce nuova